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Racconto n° 2756
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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Amore Libero
Dune di sabbia spazzate dal vento. Mulinelli dorati danzano eterei. Gli arbusti fremono e i fiori occhieggiano allegri in quel paesaggio di luce.
Oltre le dune si apre l'incanto: il mare.
L'occhio s'inebria alla vista, l'azzurro dell'acqua marina si degrada nel verde smeraldo fino a raggiungere il blu più intenso e le onde che lo rendono vivo portano in cima ghirlande di bianco spumoso. E il profumo! Un odore salmastro che è un inno alla gioia, un invito a godere, un richiamo alla libertà di sognare.
Il giorno è nato da poco, il sole si specchia vanitoso nell'acqua mentre Alessandro cammina con passo veloce nella sua abituale passeggiata con il suo cane Blasco. Più che un cane è il suo migliore amico, un boxer fulvo ed elegante, dall'aspetto che incute timore, ma dal cuore di una dolcezza infinita. Siamo alla fine di maggio, il litorale è deserto, le orde di turisti ancora non lo hanno invaso e la bellezza del luogo è ancora incontaminata. L'aria è frizzante e piacevole. Blasco corre sulla sabbia, prende un bastone e lo porta al suo compagno di giochi. Come tutte le mattine è un rincorrersi giocoso fra lui e il suo padrone. Si nasconde nelle dune, abbaia per farsi trovare, porta un oggetto e aspetta il lancio per dimostrare la sua bravura, poi lo riporta e col muso lo spinge nelle sue mani. E gli occhi con cui guarda Alessandro! Un amore talmente totale che non si leggerà mai in occhi umani.
Ma l'abituale rito mattutino oggi è diverso. Blasco improvvisamente si ferma, resta come in ascolto, un uggiolio, uno sguardo ad Alessandro, poi il pelo si rizza divenendo più scuro e il ringhio gli brontola nel petto. Parte di corsa verso le dune e sparisce.
Alessandro lo chiama, stupito e confuso, poi si incammina nella direzione in cui lo ha visto sparire. Si inerpica su per le dune, fra arbusti spinosi e gigli profumati, chiamando Blasco e socchiudendo gli occhi per contrastare il riverbero, ma non lo vede. Poi lo sente. L'abbaiare è vicino, lo sta chiamando e vi è urgenza nel suono. Il passo si fa più veloce e in breve lo trova.
La scena che osserva lo lascia sconvolto. Blasco è accucciato vicino ad un corpo inerte disteso sulla sabbia. Con la lingua lecca la mano di una giovane donna. Sulla sabbia il corpo seminudo si staglia con contorni indefiniti. Solo i capelli corvini aperti a raggiera e la gonna gitana dai colori vivaci risaltano. Il resto del corpo è nudo. Correndo si avvicina e con cautela appoggia un dito sul collo. È caldo e si sente il battito cardiaco nella carotide, lento ma inequivocabile. È viva! Un sospiro di sollievo gli esce dalle labbra contratte. La donna è a pancia in giù, col viso in parte nascosto nella sabbia. La volta dolcemente e rimane affascinato dalla bellezza incredibile di quel viso. Occhi allungati e ciglia nere lunghissime, sopracciglia che sembrano disegnate, bocca rossa a forma di cuore. La pelle leggermente olivastra è velluto pregiato e il seno è piccolo e sodo, con due capezzoli scuri e perfetti.
Si siede e la accoglie fra le braccia, scuotendola leggermente per vedere se risponde agli stimoli vitali. Le toglie con delicatezza la sabbia dal viso chiamandola. Profuma di fiori e cannella.
Finalmente lei apre gli occhi e lo guarda confusa. Due smeraldi lo fissano. E lo ammaliano.
Lui le parla – Che ti è successo? Stai bene? - le mani si alzano a sfiorarsi gli occhi in un movimento istintivo come quando ci si risveglia. Finalmente parla, anzi sembra un canto la sua voce soave. - Mi sono addormentata sulla spiaggia, scusami se ti ho spaventato, sto bene davvero! –
Incredibile! Non ha sentito il cane abbaiare? Non si è svegliata al suo arrivo?
- Non ho sentito nulla, sono abituata al rumore e quando dormo nulla mi disturba –
Ma è mezza nuda! Tutto molto strano; cerca di capire e chiede. Ridendo della sua faccia sconvolta, e per niente a disagio nella sua nudità, lei racconta.
- Sono arrivata ieri sera, siamo circensi di origine spagnola e ci esibiamo qui per alcuni giorni. Sono nata in un paese di mare e, quando posso, amo dormire sulla spiaggia, mi sembra di entrare in comunione con l'universo quando guardo il cielo stellato e sento il frangersi delle onde. -
E' ancora fra le sue braccia, al risveglio non si è scostata, anzi si è accoccolata in una posizione più comoda.
– Ma perché sei nuda ? – lo chiede con voce resa incerta dall'emozione erotica che si sta risvegliando al contatto di quel corpo caldo.
– Amo il vento sulla pelle, la sensazione di assoluta libertà che mi pervade alla sua carezza sensuale è pura gioia per il mio spirito, mi sento viva e selvaggia, rispondo al richiamo della natura e della madre terra –
Poi accade l'incredibile. Si solleva leggermente, soffia il suo alito dolce sulle labbra di Alessandro, con la lingua ne disegna il profilo, gusta il suo sapore premendo il seno sul suo torace ed accarezzandogli la nuca con tenerezza. Un'esplosione di sensazioni sublimi lo avvolgono mentre lei insinua la lingua e lo trascina in un bacio da togliere il respiro. E le sue mani! Ali di farfalla che lo sfiorano, si insinuano sotto alla maglia accarezzandogli la schiena. Si stacca da lui, il respiro leggermente affrettato, le guance accese da un lieve rossore di eccitazione e gli occhi che emanano luce.
– Mi vuoi? –
La voce è un sussurro sensuale.
– Sì, ti voglio – risponde sicuro, incredulo dalla naturalezza di lei.
– Allora danza con me. Il sesso è il regalo degli dei, la coppa della vita a cui siamo invitati ad abbeverarci per godere della vera gioia e unirci all'infinito amore. -
Sembra una antica sacerdotessa, una vestale dell'amore che lo guida in un'esperienza che travalica il conosciuto. Lo spoglia con mani leggere, ad ogni indumento che toglie bacia la pelle che scopre, accarezza con la lingua e con le dita, si strofina con il suo corpo caldo e vellutato, lo fa rabbrividire e gemere. Quando insinua le mani nei boxer, quando sfiora il membro turgido, scintille elettriche attraversano Alessandro donandogli un piacere intenso. I boxer scivolano mentre lei bacia le sue gambe accompagnandoli fino a gettarli nella sabbia. Poi si ferma, lo osserva, e lentamente si abbassa prendendo in bocca il suo fallo marmoreo. Indescrivibili le sensazioni che prova. Si sente risucchiare l'anima; la sapienza di quella bocca, la lingua che gusta ogni anfratto, i denti che lo mordono dalla radice alla punta, il piacere di spingersi sempre più profondamente in quella gola che lo vuole...
Sente arrivare l'apice, il membro diventa duro da far male, piccole gocce nascono sulla cappella e vengono assaporate con gusto ma, un attimo prima dell'esplosione, lei si ferma.
- Non è ancora tempo di godere, ora devi preparare il mio fiore per accoglierti –
Si alza e sfila la gonna gettandola a terra, poi si distende sul corpo di lui e si strofina avida. Gli porge il seno, gli chiede di baciare, succhiare, mordere i suoi boccioli irti dal desiderio. E lui la fa scivolare sotto al suo corpo possente ed inizia a percorrerla con le mani e con la bocca. Lei è completamente abbandonata, scossa dai brividi che lui risveglia, urla il suo piacere senza nessuna inibizione ma anzi guidandolo a scoprire i suoi punti erotici.
La prima donna che Alessandro conosce che si lascia guidare solo dai sensi, senza nessun pudore. Si apre come un fiore alla sua bocca, le rosee labbra si riempiono di umori dolci che lui beve con golosa bramosia.
Il sole ora è alto nel cielo. I gabbiani volano su di loro e i loro richiami si fanno melodia per i due corpi avvinti.
La voce roca di lei lo ferma: – Ora sono pronta, ora voglio fondermi completamente. –
Con un guizzo rapido gli è sopra, prende fra le mani il suo fallo e lo fa entrare nel suo umido fiore.
Resta ferma, muove solo i muscoli interni in piccole contrazioni che aumentano il desiderio.
Cerca la sua bocca in baci selvaggi, i piccoli denti mordono le labbra di lui. Poi inizia a cavalcarlo, sempre più veloce, la schiena inarcata all'indietro, i capelli che volano e si intrecciano nel vento, i sospiri che si alzano sempre più intensi, le unghie sulle sue spalle che si conficcano in una presa dura mentre la beatitudine li avvolge. E Alessandro esplode, il godimento è talmente intenso da farlo urlare mentre il suo sperma si riversa abbondante e caldo, colmandola. E lei esplode con lui. La sente fremere, la sente gemere mentre l'orgasmo la travolge e la lascia spossata ed ansante sul suo petto. Pochi attimi di tregua, poi lei si solleva e lo guarda ridendo: – Non è ancora finita – Si alza, lo sovrasta a gambe divaricate sul suo corpo. Sulle cosce di lei splendono e scendono i rivoli del loro piacere mischiato. Poi si china su di lui ed inizia a leccarlo, lavando con la lingua il suo sesso con meticolosa perizia. Lui si lascia andare alle sensazione divine che lo avvolgono, gli occhi chiusi e la mente persa nell'oblio dei sensi. Il tempo non esiste più, solo quella lingua che lo assapora, il vento che lo accarezza lieve e il sole che lo riscalda. E nelle orecchie il mare e i gabbiani. E poi di nuovo un'erezione straordinaria. E lei che continua a leccare, a succhiare, a mordere, a portarlo oltre l'immaginato, oltre il possibile fino ad appoggiare il suo seno sul membro impazzito ed accarezzarlo con quella pelle calda mentre la sua bocca continua a mangiarlo. E ancora gli spasimi dell'orgasmo lo pervadono, un fiotto infinito di sperma fuoriesce e sparisce dentro quella bocca divina che lo gusta e lo beve fino all'ultima goccia.
Poi si alza, nuda e bellissima, una creatura selvaggia e solare che danza nel sole.
Lo invita ad alzarsi, lo prende per mano. – Vieni. -
Corrono assieme giù dalle dune, si tuffano in quel mare stupendo che li avvolge e li lava, giocano e ridono a lungo felici e liberi.
Infine si stendono al sole e si asciugano. Il sonno li prende e abbracciati si addormentano.
L'umido sulla guancia sveglia Alessandro, è la lingua di Blasco che gli lava la faccia.
Si siede e la cerca, ma lei non c'è più.
Sulla sabbia ancora l'impronta del suo corpo ed una scritta fatta con le conchiglie - ti aspetto domattina - . Un nome: - Esmeralda - .
Si rialza e si riveste felice. Non è stato un sogno. Esmeralda esiste, l'estasi continua.

Matilde S.

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