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Racconto n° 28
Autore: Agata Altri racconti di Agata
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Doppio ruolo
Il rumore è inequivocabile, non ci si può sbagliare.
Aurora l'ha sentito subito, entrando in casa, amplificato dal silenzio della notte, rimbalzare contro le pareti scure dell'ingresso.
I gemiti, i lamenti..non possono essere confusi con altri suoni e rumori.
Eppure in casa c'è solo lei, e sa benissimo che non deve permettersi di portare in casa uomini, gli è stato detto espressamente quando è stata assunta.
Con stupore Aurora si rende conto che i rumori non arrivano dalla stanza della cameriera, bensì dalla propria camera, ma è senza pudore quella ragazza!
Con violenza apre la porta della propria camera, convinta di trovare la cameriera avvinghiata ad un uomo sul letto, ma l'immagine che si presenta davanti ai suoi occhi la lascia senza parole.
Lei è lì, stesa sul suo letto, sul morbido letto della padrona.
Nuda.
Sola.
Un gemito di rabbia sfugge dalla labbra di Aurora quando si rende conto che tra le pieghe del sesso della cameriera c'è il suo splendido vibratore, compagno di tante notti.
Che puttana! Masturbarsi sul suo letto!Con il suo vibratore!
È talmente presa dal suo godimento che non si è nemmeno accorta che la porta si è aperta e che è stata scoperta.
Con la mano libera si sta tormentando un capezzolo, pizzicandolo con la punta delle dita, mentre l'altra mano spinge dentro e fuori il morbido strumento di piacere.
Vederlo uscire, lucido di umori, tra le labbra così eccitate, provoca in Aurora un profondo turbamento, sente un improvviso umidore spargersi nel proprio sesso.
"Puttana, schifosa!" grida Aurora, gettandosi su di lei, colpendola con la mano aperta.
Lei grida di paura,non si aspettava di essere scoperta.
"Non ti vergogni, schifosa? Sul mio letto poi!"continua ad inveire Aurora, schiaffeggiandola.
"No, padrona.mi scusi.!!!"grida lei, cercando di ripararsi dai colpi furiosi di Aurora.
Aurora la afferra per i lunghi capelli e la tira giù dal letto, costringendola in ginocchio davanti a lei.
"Sei una puttana, lo sai, vero?" le sibila, tirandole i capelli.
"Si padrona, sono una puttana!!!!!Mi scusi, non lo farò più!!!!!"singhiozza lei.
Aurora è furiosa ed eccitata nello stesso tempo, una rabbia incontenibile la riempie, ma vederla in ginocchio così, in suo potere, la eccita moltissimo.
"Adesso devo punirti, lo sai puttana?" dice, continuando a tirarle i capelli.
"Si lo so, padrona, mi punisca.me lo merito.".
Bene, questo è l'atteggiamento giusto, contrita e pentita, in ginocchio.
Le mani di Aurora già pregustano la punizione, fremono dal desiderio.
Si siede sul bordo del letto e, sempre tirandola per i capelli, le costringe a stendersi sulle sue ginocchia.
"Se fai il gesto di spostarti o di schivare i colpi li raddoppierò, lo sai, vero?" sibila al suo orecchio.
La sua arrendevolezza la eccita, sente il sesso umido e pesante, ma non può distrarsi, deve proseguire con la punizione.
Osserva per un istante, con eccitazione, il suo rotondo culo, le morbide chiappe rosee poi la punizione inizia.
Il primo colpo risuona nella stanza, lasciando su un gluteo un intenso segno rosso.
La sua schiena freme leggermente, ma non si sposta.
La mano di Aurora inizia a muoversi con rapidità sui morbidi glutei, che diventano di un rosso acceso.
Il ritmico rumore della mano che cala con violenza è seguito dai leggeri gemiti di dolore che escono dalle sue labbra.
Vederla soffrire in silenzio, senza cercare di evitare i colpi accresce la furia di Aurora, che continua a colpirla, sempre più forte. Il suo ansimare furioso ed eccitato insieme segue il ritmo delle sculacciate.
Ormai i suoi glutei sono quasi violacei, talmente caldi da scottare.
Aurora pensa che per stavolta possa bastare, che la punizione sia stata adeguata.
"Allora ti basta, puttana?" le mormora all'orecchio.
"Si padrona, le giuro che non lo farò più." singhiozza tra le lacrime, trattenute fino ad ora.
Con la mano Aurora scende a toccarle il sesso.
"Senti come sei bagnata, puttana.". Le sue dita entrano con facilità nel suo sesso, i suoi umori li bagnano completamente.
Aurora spinge con forza le dita, mentre lei inizia a gemere più forte, fino quasi ad urlare il proprio orgasmo.
"Vatti a lavare, puttana." Le dice, buttandola a terra.
Lei si alza e, singhiozzando piano, va verso il bagno.
Aurora si alza e va in cucina.
Mentre davanti al frigorifero sta bevendo un bicchiere d'acqua gelata lei rientra.
Si è ricomposta, il viso lavato dalle lacrime, indossa una bellissima vestaglia di seta rossa.
"Sei stata bravissima Aurora, questa sera" le dice avvicinandosi.
"Grazie padrona, sono sempre al suo servizio" risponde con deferenza Aurora."Ma ora le chiedo il permesso di ritirarmi, se la signora è soddisfatta."
"Certo Aurora, anzi questo mese troverai un bel regalo nella busta paga".
"Certo che queste signore del bel mondo devono inventarsele tutte per godere.comunque finchè mi paga io ci sto volentieri qui a fare la cameriera.E chi mi schioda più da qui!!"pensa Aurora, chiudendo la porta della propria camera.

Agata

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