- Iraq -
Seduta nell'auto che la porta in aeroporto Laura vede scorrere la sua vita degli ultimi due anni. Anni di lavoro duro, di sacrifici e di gavetta, ma anche di soddisfazioni e di esperienze straordinarie. Ora è inviata, i suoi servizi vanno sul tg nazionale. Il suo nome è noto.
Ricorda il primo lavoro, procurato da un professore di università invaghito dei suoi sorrisi, e ricorda Marco. Un mese fa la sua telefonata, giunta inaspettata, ha risvegliato in lei sentimenti sopiti. Marco... ripensa al primo giorno con una punta di rimorso: in fondo l'impressione che dava era quella di femmina rampante che usa il corpo per fare carriera. Certamente lui l'aveva giudicata troppo in fretta, ma la sua reazione era stata esagerata.
Si era sentita offesa ed umiliata e aveva sfogato su di lui la rabbia accumulata da tempo contro il maschilismo in cui si imbatteva nel mondo del giornalismo. Difficile il rapporto nei mesi successivi, lui formale e distaccato, lei professionale e fredda. Ma dentro un fuoco, una voglia folle che aumentava ogni giorno per quell'uomo che scopriva essere così diverso dall'apparenza iniziale. Lo osservava muoversi in redazione, vedeva il calore con cui parlava, l'interesse umano che mostrava, la sua lealtà e la sua forza. Scopriva un uomo splendido con sentimenti profondi e se ne innamorava ogni giorno di più. Ma lui era trincerato in un riserbo formale, aveva eretto un muro invalicabile.
Per questo, dopo appena due mesi, aveva accettato un'offerta di lavoro in un'altra città: per staccare da una storia resa impossibile dalla stupida rivalsa di quel giorno. Ma la telefonata aveva riaperto una strada, una possibilità di ricominciare da capo. Che tenerezza sentirlo farle i complimenti con voce imbarazzata e quel tono di scusa tardivo ma sincero.
Un uomo che ammette i propri sbagli e non ti rinfaccia i tuoi: una rarità!
Chiude gli occhi e sogna. Si vede vestita come allora, minigonna mozzafiato e top aderente, salire le scale che portano all'appartamento di lui e suonare il campanello...
- Italia -
La porta si apre e lo vede. Occhi grandi e scuri leggermente assonnati, jeans slacciati, cintura di cuoio aperta, scalzo e a torso nudo. Un brivido le attraversa la schiena, la bocca si asciuga, il cuore perde un battito. L'emozione fra loro è intensa: si guardano, lunghi secondi carichi di pensieri inespressi. Poi lui si riprende – Laura che piacere vederti ! Entra prego, perdona l'abbigliamento ma a quest'ora non aspettavo visite. –
Il sorriso dalla bocca si arrampica agli occhi, lo illumina donandogli una tenerezza palpabile che scioglie il cuore.
– Marco, scusami se sono piombata qui a quest'ora senza preavviso ma... - Entrano in casa, lui la fa accomodare sul divano in pelle, le si siede accanto, le sfiora il viso con un dito.
- Ma cosa ? – lo chiede con voce leggermente roca osservando l'abbigliamento e ricordando...
Lei apre la borsa e tira fuori un pacchettino avvolto in carta riciclata con un bel fiocco di rafia blu. – Dovevo portarti questo – e glielo mette fra le mani. Lui la guarda stupito e curioso. Questa donna lo sorprende, dopo quasi due anni che non la vede va a casa sua alle undici di sera per portargli un regalo? Scarta e rimane ad osservare stupito il ritaglio di giornale in una cornice di legno grezzo intagliato. Il suo articolo! Quello scritto molti anni prima dall'Iraq!
- Non capisco Laura - la voce è bassa e vibra di emozione.
– Marco, quando sono partita ho portato con me i tuoi articoli, le tue esperienze e i tuoi insegnamenti. Questo articolo è quello che mi ha ispirato, che mi ha fatto conoscere l'Iraq. Tu con poche parole hai descritto un popolo e la sua cultura e io ho attinto dal tuo vissuto per fare bene il mio lavoro. Oggi ti riporto questo ritaglio di giornale per dirti grazie di quanto mi hai insegnato. Poi se guardi bene in fondo c'è una dedica. –
Lui guarda meglio e nel fondo dell'articolo vi è una scritta: - da una collega che sa usare utero e cervello... Laura –
- Sei tremenda... - la voce di Marco si spezza, non trova altre parole mentre la guarda con un sorriso impertinente e una luce incredibile nello sguardo.
Restano un attimo in silenzio, gli occhi che si sondano e l'emozione che stringe prepotente alla gola. Un sentimento a lungo represso serpeggia finalmente libero attorno a loro.
Le bocche si avvicinano, si sfiorano vogliose, si allontanano per poi ricongiungersi in un bacio che brucia di desiderio. Divampa il fuoco, il bisogno urgente di prendersi, di amarsi, di congiungere la mente e il sesso in un connubio carnale imperioso e irrefrenabile.
- Ho voglia di te come non l'ho mai avuta, voglio sentire sul mio corpo il tuo respiro. Ti voglio! - Parole sussurrate da Marco con voce roca e rovente di passione, mentre la guarda con una brama che gli incendia lo sguardo.
Di nuovo le bocche si trovano, le lingue danzano attorcigliandosi come serpenti in amore. Laura si stacca, appoggia le mani sul suo torace per frenare l'ardore, la voce è un soffio tremante:
– Ho voglia di te da sempre, voglio sentire il tuo corpo sul mio. Ti voglio! - Le parole muoiono sulle sue labbra, ora solo i sensi si raccontano, si uniscono, si saziano.
La pelle nuda vibra nell'incontrarsi, si increspa percorsa da brividi, le mani esplorano e donano piacere, le labbra assaggiano e suggono il sapore agognato.
Scivolano dal divano, rotolano sul tappeto persiano; le fiamme del camino riscaldano e illuminano i due corpi avvinti. Interminabili attimi di passione, anime perdute in un paradiso di gioia; fino a non poter resistere un secondo di più, fino al bisogno di annegare uno nella carne dell'altro.
Lui se la fa rotolare sopra, lei si apre al fallo imperioso che si immerge con forza facendola gridare.
La schiena inarcata indietro, i capelli che sfiorano le ginocchia di lui, le mani che lo stringono con foga mentre si spinge sul suo sesso per accoglierlo completamente. I fianchi si muovono allo stesso ritmo, i respiri affrettati si tramutano in gemiti sempre più alti, in un salendo di sensualità sfrenata; poi l'urlo di Marco, il suo nome gridato mentre lo sperma come un fiume tumultuoso la riempie, la colma, fuoriesce da lei. E lei gli crolla addosso, tremando in preda all'estasi di un piacere mai vissuto, mentre dalle sue labbra sfugge, prima che pensieri razionali possano frenarla, la verità a lungo taciuta: - Ti amo. –
Marco sorride e non dice nulla. La abbraccia, la tiene avvinta, le dona il suo calore ma non commenta.
Laura nasconde nell'ironia del sorriso la delusione. Solo una lacrima, lenta e silente, rotola dall'occhio alla gota, rapidamente celata dalle dita che la prendono e la asciugano furtive.
Marco non se ne avvede, perduto nell'appagamento dei sensi.
Matilde S.