La voglia era grande. La nostalgia mi stroncava. Ti immaginavo passeggiare per le - ramblas - , guardare meravigliato e quasi incredulo la follia ideativa della - Sagrada famiglia - di Gaudì, riposarti ascoltando musica nel - Pueblo - , ammirare la Cattedrale gotica, sorridere ai tuoi studenti dicendo: - Vamos a tapinar! -
Ripercorrevo mentalmente i luoghi visitati e mi pareva di rivederli con te.
Rivissuti, riaccesi dalla fantasia che si faceva strada nella mente.
***
Stiamo camminando lentamente, tenendoci per mano, guardando curiosi i passanti, le costruzioni, i monumenti, i tavolini dei caffè.
A tratti volgi gli occhi verso di me e mi sorridi. Il tuo viso è radioso e io mi sento galleggiare leggera nel tuo sguardo.
Ci sediamo davanti al bancone di un bar e beviamo sangria, e beviamo il desiderio dagli occhi, mentre le nostre dita si toccano nel brindisi.
Mi sfiori le spalle con una mano, mi attiri piano verso di te, mi trascini nel tuo universo mentale, dicendomi - ti amo - .
Le labbra si uniscono, le lingue si cercano, la distanza tra i nostri corpi scompare e ti avvolgo nel mio profumo di rosa mentre a mia volta avverto il sentore del tuo dopobarba.
La tua voce calda, con quella sua cadenza particolare che mi affascina, mi sussurra nell'orecchio le parole della tua voglia, quelle che mi piacciono tanto, che vorrei sentirmi dire ogni momento, che m'infiammano, che mi fanno perdere la testa.
Qualcuno ci guarda. Allora ci alziamo e usciamo tenendoci allacciati per la vita.
Ora dobbiamo tornare subito in albergo, senza perdere tempo, non possiamo fare aspettare ancora i nostri corpi pronti per l'amore.
***
In ascensore le tue mani mi scorrono sul collo, sul seno, sui fianchi, mentre mi dici - sei bellissima, ti adoro - .
Con fatica infili la chiave nella serratura – le tue mani tremano – e io ti sto già slacciando la cintura dei calzoni. Appena dentro, tu richiudi la porta con un calcio e mi spingi contro il muro, le mani protese sui miei seni. Alzo le braccia e tu mi sfili il top aderente.
Ora affondi le dita dentro il reggipetto di pizzo e lo spingi sotto i seni turgidi, facendoli sbocciare fuori.
E mentre io ti libero dei calzoni e degli slip facendoteli scivolare dai fianchi fino ai piedi, tu scalci via le scarpe e ti strappi le calze. Spalanchi la bocca sui miei seni e li baci forsennatamente massaggiandomeli coi palmi aperti.
Gemo, cercando con le mani il tuo sesso.
La sinistra raccoglie e accarezza i testicoli, la destra impugna il tuo cazzo duro come pietra.
Mi sganci il reggiseno che cade a terra e mi slacci la gonna che scivola giù anch'essa. Sono senza slip.
Ora immergi il viso nel mio petto, poi scivoli con la lingua sui capezzoli, sull'ombelico, sul pube, lasciando una scia di saliva.
Sei inginocchiato davanti a me, mi apri le cosce, me le lecchi, graffiandomi i glutei, accarezzandomeli, riempiendoti le mani con essi.
Mi scosti le labbra con le dita e sento il tuo fiato caldo sul clitoride. Cominci a leccarmelo, a penetrarmi con la lingua.
Gemo, afferro la tua testa e me la premo contro: mi fai impazzire di piacere quando mi lecchi così.
Fammelo ancora... ancora... ancora...
Mugoli, lecchi, succhi, mentre io mi sciolgo in un mare di umori profumati di muschio: sento il mio odore che riempie la stanza. Sento il tuo odore, anche: mi ecciti pazzamente.
Ti voglio: prendimi, oh prendimi, riempimi tutta col tuo cazzo, ruotamelo dentro e fammi godere...
E tu mi fai questo mentre grido, sentendo il mio orgasmo che sale. Allora esci lentamente da me e io scivolo ai tuoi piedi, la bocca socchiusa, prendo tra le labbra il glande tumido e lo inondo di saliva, succhiandolo dolcemente, poi scendo giù ingoiando il tuo cazzo stupendo fino alla metà e poi risalgo e faccio su e giù continuamente, ogni volta scappellando il glande, da cui escono goccioline aromatiche, dando con la lingua colpetti al frenulo... la bocca piena di te, la mente piena di te, il sesso pieno di voglia di te.
Mi sollevo e ti guardo mentre ti levo la camicia, l'ultimo indumento rimasto, sussurrandoti: - Portami a letto... -
Mi sollevi tra le braccia e il materasso morbido affonda sotto il nostro peso. Tu premi sopra di me e il cazzo pulsante mi titilla il clitoride rosso e gonfio. Sono percorsa in tutto il corpo da scosse elettriche. Ho bisogno ancora della tua bocca, della tua lingua... Anche tu vuoi il sollievo delle mie leccate.
Così adagiati in un sessantanove che mi fa mugolare di piacere, diamo sfogo al nostro desiderio.
Tu m'infili un dito nella fica e poi, bagnato del mio umore, lo fai scorrere sul perineo, giochi intorno al buchetto, lo introduci lì e cominci un continuo dentro e fuori mentre contemporaneamente fai dentro e fuori con la lingua e con un dito nella fica.
Poi introduci un altro dito nel buco e ancora vai dentro e fuori.
Io interrompo il mio succhio sul tuo cazzo, le mie carezze sullo scroto, la penetrazione delle mie dita nell'ano, per gridarti: - Scopami nel culo! - e tu immediatamente ti alzi, mi giri sul ventre e mi allarghi con le mani i glutei.
La via è già stata aperta dalle tue dita: ci fai colare sopra le tua saliva, vi dirigi con la mano il cazzo e ve lo immergi. Scivola dentro dolcemente e io confondo i miei gemiti coi tuoi.
Sei folle di piacere, sei invasato e vai su e giù come uno stantuffo dicendomi convulsamente - meravigliosa, stupenda, troia, sei la mia troia - e all'improvviso vieni dentro di me e mi inondi le viscere, mi riempi tutta col tuo sperma; il clitoride intanto esplode al tuo tocco e vengo contemporaneamente a te con un grido lungo incontenibile.
Il tuo succo mi esce dal buco, si spande sulle cosce, scende verso la vagina, si mischia col mio.
- Ti prego, leccami ora... - Tu obbedisci pronto, facendomi di nuovo indurire il clitoride e i capezzoli.
Anche il tuo cazzo è ancora rigido, pronto per un altro coito.
Riprendiamo il nostro numero magico, di nuovo ci perdiamo nel nostro paradiso.
Ancora, ancora e ancora.
Nut