...sono andata in bagno e mi sono chiusa la porta alle spalle. Conati inutili e prolungati, non voluti. Mi sono guardata intorno - non c' era una finestra - meglio così. Ho immaginato gli altri ospiti dell'Hotel nasi all'insù, strappati alle loro parole bisbigliate da quest'abitino leggero che svolazzava per i tetti.
O che si posava a terra come una corolla di blu.
Allora ho fatto l'unica cosa che restava da fare: ti sono passata davanti in silenzio e sono ritornata nella mia stanza. Che spreco di bellezza e di gioventù. Potresti scriverci un racconto, sai. Sulla tua bellezza. E gioventù.
Succhi alla frutta e tre pareti bianche, osservo il dipanarsi di storie con sollecitudine curiosa e - suonala ancora, Sam.
L'altra sera mi ha raggiunta in terrazza. A occhi chiusi, non l'ho sentito andare via. Lei è lontana, così, vedi, è perfetta per lui. Ma no, sono ingiusta.
E' perfetta. E basta.
***
Dimmi, cosa accade quando una, che è un po' highy spirit e un po' morgana, viene lasciata cadere dal vento? Lei aveva toccato terra quando era scesa da quell'auto, sentendo ancora su di sé gli occhi di lui, le mani sul suo volto, mentre le dita le percorrevano le guance, il mento. La spiaggia che i suoi passi stanno percorrendo adesso è una spiaggia lontana da casa, vicina alla sua nuova città che le piace perché è così grande che le sembra ci si potrà perdere a suo agio, e dimenticarsi, e dimenticare.
Si ferma, libera un sasso dalla sabbia bagnata, lo soppesa, lo bilancia e infine lo fa rimbalzare sull'acqua, cinque anzi sei volte, come quando era piccola, esile e brava come un maschio, sei forte Morgana!
L'uomo è un'ombra lunga alle sue spalle, non dice una parola, non prova a toccarla, sa che non servirebbe adesso.
Adesso Morgana guarda il mare senza vederlo, e il mare è una distesa grigioacciaio all'orizzonte.
Rome, June.
Morgain
Racconto n° 2906
