Nella redazione arrivano tutti i giorni lettere indirizzate ai giornalisti. Lettere di critica agli articoli, a volte pesantemente offensive, altre piene di complimenti che riscaldano il cuore.
Ma ne arrivano anche molte che raccontano stralci di vita di chi scrive.
Persone che sentono il bisogno di raccontarsi ad uno sconosciuto.
In questo mondo impazzito, dove l'orologio governa la vita, a volte si è soli anche se circondati dalla gente.
Marco dedica una mezzora tutti i giorni alla lettura delle missive a lui indirizzate. È importante per lui sentire il - polso - dei lettori, capire se sono in sintonia con lui, se apprezzano il suo modo di - vivere - i pezzi. È abituato alle critiche, il suo scrivere crudo e diretto spesso indispone, ma lui non ama le mezze verità addolcite, preferisce la nuda cronaca.
La lettera è diversa dalle solite.
La tiene un attimo tra le mani come per percepire da chi proviene. Sente un lieve sentore di fiori, forse mughetti. Il colore della busta è di un pallido rosa ed in alto vi è un piccolo gattino bianco disegnato.
Sembra quella carta da lettera che si usava anni fa, quella che le adolescenti dei suoi tempi scrivevano alle amiche o ai fidanzati. Era molto tempo che non ne vedeva.
Prende il tagliacarte e apre la busta. Sulla carta rosa una calligrafia piccola e ordinata. Comincia a leggere:
Caro Marco,
ti scrivo questa lettera per raccontarti la mia storia. Sento il bisogno di aprire il mio cuore, di parlare con qualcuno e ho scelto te perché dal tuo modo di scrivere evinco una dirittura morale e un'apertura mentale fuori dalla media.
È un momento difficile della mia vita, in cui la confusione ottenebra e fonde la ragione e spero che il raccontarti mi aiuti a capire.
Mi chiamo Monica, ho da poco compiuto venticinque anni e sono fidanzata con un bravo ragazzo. A detta di tutti sono molto carina. Lavoro come segretaria in una grande azienda e la mia vita scorreva serena fino a qualche mese fa.
Esattamente fino a cinque mesi fa. Poi è successo qualcosa che ha mandato in tilt il mio piccolo mondo ordinato.
Ma andiamo per ordine.
Sono fidanzata da tre anni. Come ti dicevo lui è un bravo ragazzo, ha due anni più di me, mi coccola e mi vizia, è paziente e dolcissimo. Non dimentica mai una ricorrenza, i suoi fiori e i suoi regali sono l'invidia delle mie amiche. E poi... sì, e poi a letto ci sa proprio fare.
Immagino tu ti chieda che posso volere di più, e hai ragione, io me lo chiedo tutti i giorni.
Mentre ti scrivo però nella mia mente echeggiano queste parole:
voglio il brivido. Voglio la follia. Voglio vivere fuori dagli schemi.
Tutto è iniziato ad Ottobre.
Una sera ero al computer, navigavo in Internet alla ricerca di racconti da leggere. Amo leggere e la rete è una miniera di talenti che regalano piccoli capolavori. Sono capitata in un sito di racconti erotici. Curiosa mi sono messa a leggere e mi sono trovata trasportata in un mondo di emozioni nuove. Con stupore ho sentito il mio corpo reagire e il languore avvolgermi. Le mie gambe si sono socchiuse, la mano è scesa e mi sono masturbata leggendo. Un orgasmo che mi ha lasciata frastornata ed euforica. Non è che non mi fossi mai masturbata prima, ma mai mi ero sentita così coinvolta. Quella pagina Web dai bordi scarlatti, quella scrittura elegante, quel racconto intrigante mi avevano completamente trasportato nella vita della protagonista.
Come farfalla impazzita che sbatte frenetica contro una luce che l'attrae assassina, ho cominciato a dedicare il mio tempo libero alla ricerca di siti con racconti hard.
Ogni sera l'appuntamento con un racconto nuovo.
Ogni sera la mente persa e le mani immerse nel mio sesso bagnato e pronto ad un nuovo orgasmo.
Poi ho scoperto in un sito la chat. E qui ho conosciuto lui.
Non so il suo nome. Non conosco il suo aspetto. Non so dove vive o che lavoro fa. Non conosco nulla della sua vita. Solo la sua età. Quarantasei anni. E il suo nick: Peter.
È uno degli scrittori del sito. Un uomo che scrive racconti che mi fanno vibrare.
Inizialmente mi ha incuriosito il suo modo elegante di porsi. Pensavo che uno che scrive in modo così esplicito di sesso fosse anche uno che dopo due parole porta il discorso su quell'argomento. Mi ha quindi stupito il suo parlare di tutto, il suo interessarsi alle mie idee e ai miei pensieri di donna, il raccontarmi i suoi punti di vista su tanti argomenti - normali - senza mai affrontare l'argomento eros.
È nata una sintonia particolare. Lentamente ho iniziato ad aprirmi a lui come ad un amico reale. Spesso gli confidavo i miei piccoli segreti. A volte gli parlavo del mio ragazzo, raccontando anche alcuni episodi piccanti e maliziosi. Senza mai esagerare, sempre restando nei limiti dell'ironia e della battuta.
Poi...
Una sera ero molto stanca, nervosa ed arrabbiata per un problema di lavoro, e mi sono sfogata raccontandogli tutto. Lui mi ha lasciato scrivere senza interrompermi, quindi ha scritto una frase che è stata l'inizio della mia follia:
- Hai bisogno di liberarti dall'energia negativa che hai accumulato, lasciati guidare –
Pensavo ad una specie di rilassamento mentale, una di quelle tecniche New Age che vanno tanto di moda di questi tempi.
Mi sono lasciata trasportare dalle sue parole:
- Spogliati lentamente, immagina di essere davanti a me, fallo come se volessi sedurmi –
Ho sorriso. Un gioco innocente fatto di sole parole scritte. Ma mentre mi spogliavo immaginavo lui che mi guardava e una corrente di lieve eccitazione mi pervadeva intrigante.
- Ora sei nuda, ti vedo, sei bellissima piccola –
Un brivido lungo la colonna vertebrale, la sensazione reale dei suoi occhi a percorrere la mia nudità.
- Metti una musica che ti piace e balla per me –
Come in trance, guardando le parole formarsi sullo schermo, volteggiavo nella mia camera da letto, movenze audaci e maliziose con la mente inebriata dalla musica e le cosce imperlate da piccole gocce di piacere.
- Ora siediti, allarga le gambe e senti la mia lingua che penetra nella tua dolce fichetta ad assaggiare la tua rugiada -
Come faceva a sapere che ero già bagnata non so, sentivo che mi vedeva e obbedivo. Sentivo davvero la sua lingua.
- Che buon sapore hai! Amo leccarti piccola, voglio bere ogni goccia del miele che mi doni –
Con le gambe spalancate, la testa reclinata di lato e lo sguardo dentro al monitor mi lasciavo scopare dalla sua lingua. Lingua virtuale che mi penetrava fino al cervello.
- Ora accarezzati per me, prendi i capezzoli fra le dita, stringili e tirali, scendi con le mani sul ventre, scendi ancora... -
E io facevo al mio corpo tutto, eseguivo e tremavo, in un salendo impetuoso di sensazioni indescrivibili.
- Ti voglio piccola, il mio cazzo ora vuole la tua bocca – e io infilavo le dita fra le labbra e succhiavo, sentendo lui nella mia bocca, volendo leccare e baciare il suo fallo come mai avevo desiderato nella mia vita.
- Voglio entrare in te, voglio riempirti ovunque, voglio scoparti fino a farti urlare – e io sentivo il suo corpo sul mio, sentivo il membro duro che penetrava nella mia carne e muovevo i fianchi per accoglierlo.
La vista sfocata dal desiderio.
La mente ubriaca dal piacere.
Le gambe oscenamente spalancate davanti ad un lui che vedevo realmente dentro alla mia testa.
Ho goduto, un orgasmo dilaniante che mi ha fatto fremere e gridare.
Un'intensità del piacere mai vissuta.
Stordita, con il respiro affrettato e la mente annebbiata e sconvolta ho spento il computer senza scrivere una sola parola.
Per alcuni giorni non mi sono collegata. In me un'alternanza di emozioni contrastanti.
Ira e desiderio.
Ragione e pazzia.
Rabbia per un amico trasformatosi in amante.
Vergognosa del piacere provato.
Vogliosa di rifarlo.
Timorosa dei suoi pensieri su di me.
Curiosa di scoprire le sue sensazioni.
Imbarazzata per aver chiuso senza il coraggio di affrontarlo.
Marco si aggiusta gli occhiali che sono scesi sul naso durante la lettura, gli occhi scuri brillano di vivida emozione, un lieve rossore riscalda la sua pelle mentre riprende a leggere:
Ho resistito tre giorni prima di tornare in chat. Lui era lì. Mi ha salutato normalmente. Abbiamo parlato come se non fosse accaduto nulla. Io temevo e nel contempo desideravo che lui parlasse di quello che era successo, ma lui non lo ha fatto.
Solo alcune sere dopo ne abbiamo parlato.
- Monica, non devi vergognarti se ti sei lasciata andare, è un modo di esprimere la nostra sessualità, non devi provarne imbarazzo, è tutto naturale e giusto. – Parole che lenivano il mio senso di colpa, che davano una nuova visione all'accaduto.
- Se non vuoi non succederà più, lo faremo solo se lo desideri – mentre lo diceva io volevo gridargli di ricominciare subito, la voglia di lui e del suo modo di amarmi mi divorava.
Non sono riuscita a frenarmi, veloci le mie dita hanno digitato prima che la ragione potesse fermarle:
– Ti voglio! –
Da allora le nostre chiacchierate si sono trasformate. A volte amichevoli discorsi. Ma sempre più spesso amplessi focosi di menti accoppiate da parole che bruciano e accendono un erotismo che non credevo di possedere.
In quel folle mondo virtuale io mi sento completamente sua. Attendo con ansia di arrivare a casa ed accendere il computer. Durante il giorno sono spesso con il pensiero rivolta alla sera passata assieme. Il desiderio di lui è insaziabile. È la mia droga. È la mia pazzia.
Non so più chi sono e cosa voglio.
So solo che non voglio rinunciare a lui.
Mi è entrato dentro, vive nella mia anima, è parte di me.
Immagino il tuo viso ora Marco, immagino il tuo stupore nel leggere questa strana storia, immagino il sorriso ironico mentre pensi che io sia pazza. O forse no, in fondo tu sei un giornalista, abituato a scrivere di realtà che a volte superano l'immaginazione. Quindi forse l'unico che può capire. Affido a te i miei pensieri, e ti lascio il mio indirizzo di posta elettronica. Se vuoi aiutarmi a dipanare il caos che riempie la mia mente, se hai una spiegazione o un consiglio da darmi te ne sarò veramente grata.
Grazie comunque per avermi letto, grazie anche se non troverai il tempo o il desiderio di rispondermi. Un bacio.
Monica
Marco legge le ultime parole con un sorriso.
Monica, dolce e tenera come solo lei sa essere. Fra tutti quelli a cui poteva affidare la sua confessione, ha scelto proprio lui.
Stasera Peter la coccolerà a lungo, cercando di tranquillizzarla.
Piccola colomba che sta scoprendo la trasgressione.
Piccolo fiore che sboccia fra le sue dita.
Matilde S.