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Racconto n° 2975
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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Resta fermo
L'invito è per questa sera alle ore 22,00.

Il messaggio che ti ho mandato forse ti ha stupito.
- Voglio farti la festa... sei invitato ad una serata in tuo onore Mercoledì sera alle ore 22,00 a casa mia. Menù a sorpresa... ti aspetto - .
Quando mi hai telefonato eri curioso. Ridendo hai cercato di scoprire cosa avevo organizzato per te. Ma per una volta non hai avuto risposte.
Evasiva ed effervescente.
La tua bimba ama giocare, come tu sai bene...

Gli ultimi tocchi prima del tuo arrivo.

Ho trasformato la sala nella mia stanza dei sogni. Ho spostato il salotto accostandolo al muro. Ora nel centro vi è un talamo per accoglierti. Un materasso ricoperto di sgargiante seta argentea e piccoli cuscini azzurri gettati sopra con negligenza. La mia tavola imbandita. Il teatro del baccanale.
Accanto, un piccolo tavolino di legno intagliato. Sopra vi sono due coppe in cristallo. Una è piena di cioccolatini pregiati. L'altra contiene bellissime fragole in un letto di ghiaccio tritato. Su un piccolo vassoio in argento ci sono due calici e una bottiglia di Plaisir, un passito rosso della tua terra, immersa in un secchiello pieno di cubetti di ghiaccio.
Golose dolcezze come aperitivo ed antipasto.
La pietanza principale sei tu.

Mi guardo allo specchio.

Il kimono di raso nero è stretto in vita dalla cintura ben annodata. Sotto, il reggiseno che tanto ami con le mutandine uguali. Due gocce di profumo sulla pelle. I capelli lasciati liberi scendono vaporosi. I lunghi orecchini sono grappoli di perle nere che ondeggiano ad ogni movimento.
Il viso è soffuso di audace aspettativa.
Mi sorrido compiaciuta.
Sono perfetta.
Perfetta per farti mio.

Finalmente sei qui.

Entri in casa portando una ventata di allegra lussuria nella mia mente.
Sono euforica e vogliosa.
Leggi nei miei occhi il desiderio. Sai leggere tutte le mie sfumature.
Ti amo anche per questo.
Perché il tuo amore è complicità. Nodo indissolubile fatto di indipendenza. Libertà di amare senza confini o regole prestabilite.
Ti accolgo con un bacio vorace. Mi lascio avvolgere dalle tue braccia. Ti lascio palpare il mio corpo, indugiare sul mio sedere in una carezza rovente.
Poi mi stacco e ti invito ad entrare nella sala.
Ti guardi attorno stupito. Leggo nel tuo sguardo le domande inespresse. Sorrido mentre inizio a parlarti: "Amore, una serata speciale vuole una scenografia adeguata. Ora spogliati, resta con i boxer e accomodati sulla mia tavola..."
Accompagno la frase con la mano che ti indica il giaciglio di seta.
La risata ti gorgoglia in gola mentre ribatti:
"Hai una luce inquietante negli occhi tesoro, hai intenzione di mangiarmi?"
Non ti rispondo. Non con la voce. Parlano le mie labbra. Si incollano alle tue in un bacio che ti ruba l'ossigeno. La tua lingua s'incunea fra i miei denti e si attorciglia alla mia. La succhio gustando il tuo sapore, poi la mordo piano.
Ti ritrai divertito "Ehi piccola cannibale, che intenzioni hai?"
Ti accarezzo il volto con tenerezza. L'ultimo atto di dolcezza che ti regalo stasera.
"Amore, per una sera lasciami giocare con regole diverse. Posso farti ciò che voglio? Mi dai il permesso di fare ciò che voglio?"
Sei eccitato dal mio modo di guardarti, dalle mie parole, dall'alone di sensualità che ora mi avvolge. Ne senti il profumo. Odore di donna, odore di sesso.
"Fai di me ciò che vuoi..."
Mi hai appena dato carta bianca.
Da adesso la musica cambia.
Diventa sincopata ed acuta.
Diventa suono sfrenato di tamburi tribali.
Lussuria pura per saziare i miei sensi.
E cibarmi di te.
Mi guardi e cominci a spogliarti. Ti piaccio quando divento imperscrutabile. Quando non capisci dove voglio arrivare. Non capisci dove, ma sai che è una nuova frontiera che voglio superare.
Ti piaccio sfrenata e ribelle.
La tua donna bambina.
La tua mocciosa fatta di sensualità e capricci.
Ora sei nudo. Solo i boxer neri aderenti. Proprio come ti voglio. In piedi al centro del talamo che ho preparato per accoglierti.
Ti spingo con le mani per farti sedere.
E comincia il banchetto.

Resta fermo.

Non parlare. Non muoverti. Voglio fare al tuo corpo ciò che voglio.
Esigo la tua resa. Incondizionata. Senza eccezioni o deroghe.
Sei uomo travolgente. Sanguigno. Impetuoso. Conosco la tua forza. E il tuo vigore.
Sai farmi sentire donna. Anzi, sai farmi diventare femmina.
Ma stasera voglio usarti. Prenderti. Farti morire di me. Farti resuscitare in me.
Ora hai quegli occhi da cacciatore. Quel velo umido che permea il tuo sguardo quando mi scopi col pensiero. Quando il tuo desiderio diventa urgenza.

Si, ti voglio così.

Apro la bottiglia e verso il vino nei calici. Mi siedo davanti a te con le gambe incrociate. Prendo un cioccolatino e lo scarto. Lo metto sul palmo e ti chiedo di mangiarlo. Dalla mia mano. La tua bocca si china, la tua lingua lecca la mia pelle assieme al cioccolato. Con i denti lo prendi e lo mangi guardandomi.
Prendo una fragola. Mordo il frutto purpureo e una goccia di succo mi imperla il labbro. Ti porgo la fragola che ho morso e con il dito la spingo fra le tue labbra. La tua lingua lo accarezza, ma io mi ritraggo rapida. La mastichi piano mentre io immergo la mano nei tuoi boxer. Sei già eccitato. La tua verga è marmo che svetta fra le mie dita. La stringo nella mano mentre scendo fino a toccarti i testicoli. Poi lascio la presa.
Ti porgo il calice. Un brindisi a noi.

Tu bevi.

Finisci il tuo calice.
Io voglio bere il mio.
Ma dalla tua pelle.
Ti invito a stenderti. Prendo una sorsata di vino e mi chino su di te. Lo lascio scendere dalle mie labbra: gocce rosso sangue che imperlano il tuo torace creando rivoli che si perdono nella peluria. Prendo il calice e verso tutto il contenuto sul tuo corpo. Poi mi chino e bevo.
Il sapore del vino sulla tua pelle diventa afrodisiaco.
Sui capezzoli mi soffermo fino a sentirli ergersi fra le mie labbra. Succhio ogni traccia del dolce nettare, seguendone il percorso di ruscello che discende. Nell'ombelico si è formato un laghetto, ci immergo la lingua mentre m'inebrio investita dal tremore del tuo ventre. I boxer sono colmi della tua voglia. L'erezione li tende. Mordo piano la stoffa. Piccoli affondi di denti che ti strappano un gemito.
Le tue mani mi cercano. Le fermo salendo sul tuo corpo e bloccandole alte sulla tua testa. Palmi contro palmi. Col corpo mi strofino. Il mio pube preme sul tuo membro imprigionato.

Resta fermo.

Te lo sussurro sulle labbra. Ti alito la mia volontà mentre carpisco la tua.
Mi alzo. Lentamente le mani vanno alla cintura. Sciolgono il nodo. Lascio cadere il kimono e ritorno a te. Strofino la mia pelle sulla tua. Assorbo i tuoi fremiti, mentre il calore ci avvolge.
Stesa sul tuo corpo, sento pulsare la tua asta sul mio ventre. Mi apro, mi premo sulla stoffa che la cela e faccio entrare la punta nella mia grotta. I tuoi boxer inzuppati dal mio desiderio. La mia bocca incollata alla tua. Mi sollevo, faccio scivolare via i boxer accarezzandoti.
Poi mi pianto su di te.
Un unico movimento.
Ti sento fino al midollo.
Potrei godere con un'unica spinta.
Lo faccio uscire. Con il pube mi ci premo sopra mentre ti bacio cercando di calmare l'urgenza che ora provo.
Inizio ad esplorarti, a risvegliare ogni centimetro della tua pelle. Mi insinuo in ogni tuo anfratto, con le labbra, con la lingua, con le unghie, con tutta me stessa.

Ti voglio.

In piedi sul tuo volto.
Le gambe aperte al tuo sguardo.
Miele che brilla invitante.
Il tuo cibo.
Scendo su di te. Cerco la tua lingua. Affondami dentro ora, leccami e assaporami a lungo.
Stesa sul tuo corpo, con le mani stringo le tue cosce mentre ti prendo nella bocca. E ti inghiotto. Ti lascio uscire. Ti ricaccio dentro. Sempre più a fondo. Mentre lo sento ingrossarsi. Riempirsi. Prepararsi all'eruzione.

Basta ora.

Mi alzo.
Prendo un cubetto di ghiaccio.
Lo strofino sui tuoi capezzoli. Un brivido ti percuote.
Lo faccio fondere al tuo calore.
E lecco le gocce mentre si formano.
Prendo una manciata di ghiaccio tritato. Lo semino sul tuo ventre e mi ci appoggio sopra col mio.
Ecco cos'è il ghiaccio bollente.
Nulla è abbastanza freddo per spegnere la nostra passione. Ti strofini a me. Le tue mani sui glutei cercano di forzarmi.

Resta fermo.

Ma non ce la faccio più.
Vorrei torturarti a lungo.
Vorrei passare ore con la mia lingua sul tuo corpo.
Portarti vicino all'estasi mille volte e poi ritrarmi. Farti diventare folle. Farti urlare di rabbia. Usarti come uno strumento. Affondarti in me e fuggire svelta. Per ricominciare subito dopo.
Ma sono io ora che non resisto.
Fra le mie gambe arde un fuoco che solo tu puoi spegnere. Respiro piano per rallentare e per contenere il desiderio che m'incendia.

Ora devo averti.

Stesa sul tuo corpo, con i palmi aperti sui tuoi, le gambe sulle tue, chiusa ma accessibile.
Mi strofino avida.
Scivolosa e bollente.
Lunghi baci inframmezzati dai nostri gemiti, resistendo alla tentazione di cavalcarti subito.
Il tempo scorre lento, scandisce i nostri brividi.
Non resisto.
E tu sei al limite.
Me lo chiedi con gli occhi. Mi hai promesso di lasciarmi fare e non parli. Ma i tuoi occhi...

Resta fermo.

Il ritmo lo decido io.
Mi sollevo.
Guardo il tuo fallo.
Rigido marmo che punta verso il paradiso.
E m'impalo.
La mia carne lo avvolge. Lo stringe in contrazioni ormai incontrollabili. Con le mani mi tengo alle tue cosce ed inizio a muovermi, spingendomi con forza, cercando di farti entrare sempre più in profondità. Vorrei essere penetrata da tutto il tuo essere.
Non riesco più a fermarmi.
Ti scopo.
Come un'amazzone ti cavalco e grido la mia indomita lussuria.
Priva di ogni freno ti invito a muoverti con me.
Trafiggimi con la tua lancia. E urla con me.
Sento arrivare l'orgasmo. Mi pervade dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli.
Sento montare la tua piena, inarrestabile marea che sale indomabile.
L'urlo con cui accogliamo l'estasi si intreccia.
Le nostre membra accartocciate, fuse dal turbine di fuoco.
Crolliamo sotto la sferza della passione. I respiri rotti. Gli occhi vuoti. Le gole asciutte.
Gustiamo assieme le ultime scintille.
Due corpi legati.
Due cuori, uno stesso battito.

Sei mio.









Matilde S.

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