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Racconto n° 3044
Autore: RoxyB Altri racconti di RoxyB
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Almeno per un ora
Volevo fare uno scambio di coppia... ecco perché ti ho incontrato. Su un sito d'annunci per sole coppie il destino ha deciso che la coppia fosse la tua.
Poche e-mail scambiate col mio compagno d'avventura, qualche foto un po' hard scattata per gioco e poi io, che per errore t'invio un sms senza nascondere il mio numero.
Un giorno squilla il telefono ed è la tua voce che sento. Calda, sensuale, quasi distante. Mi chiedi come mai non ti ho inviato le mie foto, ma dovresti saperlo... te l'ho spiegato in una mail.
Chiudi la conversazione quasi subito; non hai voluto chiacchierare, non hai voluto sapere come fossi e perché ho un accento strano per il nostro paese del sud. Forse volevi essere sicuro che nell'altra coppia ci fosse una lei.
Per alcuni giorni non so più nulla di te poi nuovamente le tue mail e l'idea di sentirci al telefono diventa naturale, necessaria.
Non riesco ad immaginarti. Di te conosco solo due occhi azzurri ed un fisico scolpito a dispetto della tua età, tanto diversa dalla mia. Non ho visto le tue mani, non posso immaginare come mi toccheranno, come scivoleranno lungo il mio corpo che ancora non ti conosce, ma già inizia a desiderarti.
Mi parli di te, del tuo lavoro, di tua moglie, del tuo grande amore e delle amichette che frequenti per la curiosità di conoscere il mondo e le donne... Scusami sai, ma ho sempre pensato fossi un paraculo.
- Che fai domani? - mi chiedi all'improvviso.
- Ancora non lo so, forse alcune commissioni all'università e poi torno a casa - rimango sul vago.
- Ti porto a pranzo con me se vuoi - e sento il tuo sorriso arrivare dal tuo cellulare fino al mio.

Dove sei?
Ferma alla stazione di un paese che conosco anche troppo bene, col profumo di un altro uomo ancora addosso, ti aspetto.
Pochi squilli e mi rispondi; ti vedo, sei lì nella tua macchina dai vetri oscurati che aspetti me, misteriosa sconosciuta, a meno di venti metri dal tuo finestrino. Ti sorrido e salgo in macchina...
Siamo soli, finalmente vicini; i nostri sorrisi s'incontrano e non so perché ma vorrei baciarti subito, sentire le tue labbra scoprire le mie, la tua lingua scivolarmi lungo il collo, le tue mani farsi strada nella mia maglia nera.
Ma ci aspetta il pranzo... e mi porti a mangiare in quel localino dove si vede, a strapiombo, il mare. Parliamo, ridiamo, scherziamo come se ci conoscessimo da sempre, eppure lo sento il tuo desiderio... vorresti, vorrei poterti toccare, sentirti, annusarti. Ma siamo due amanti e sorrido se penso che parli al telefono con tua moglie della riunione d'affari ed i nostri vicini di tavolo guardano la tua fede al dito e la mia che non c'è. Cosa penseranno di noi?
Che siamo felici, sereni come ami dire tu, che ci prenderemo le nostre emozioni e già lo stiamo facendo.
Non tengo più a mente l'ora, non voglio avere limiti nel conoscerti, né ostacoli, e quasi soffro quando nel bar incontriamo la tua amica per lo scambio; siete complici e mi sento estranea, come se le ore passate insieme fossero scomparse...
Non è il mio corpo che vuoi ora, non è il mio sesso che vorresti prendere, non sono io il tuo desiderio.
Eppure vuoi accompagnarmi da solo a casa, e vuoi che il pomeriggio non finisca mai, mentre giriamo in macchina parlando con la voce, per il troppo desiderio che lo facciano i nostri corpi.
Sono arrivata a casa, tu devi scappare ed ancora non mi baci, ancora mi sorridi e mi spogli con quei tuoi occhi celesti...
Non potrò non pensarti stanotte.

Sono pochi giorni che non ti sento e d'improvviso il tuo sms: vuoi prendere un gelato stasera. Come si fa con i bambini vuoi passeggiare con me mangiando un gelato, perché forse la donna che è in me già la desideri.

Le scogliere alte, il mare scuro sotto di noi e tu che mi chiedi:
- Perché ti piace cosi tanto il mare di notte? -
- Perché è come un abisso triste, nero, come in fondo lo è la mia anima. -
Mi stringi a te e sento le tue labbra schiudersi alle mie... profumi di tabacco e te lo dico tra un bacio e l'altro. Ti fermi, sorridi e quasi te ne scusi, ma il desiderio di te è forte e ricomincio a baciarti. Le mie mani si allungano sotto la tua camicia, sento contrarsi i tuoi muscoli addominali e quando mi avvicino sento forte la tua eccitazione. Mi spingi contro la balaustra, vuoi che sia chiaro quanto mi desideri, vuoi farmi capire che ora non vuoi altro che entrare in me per sentirmi completamente.
Ecco perché corriamo in macchina verso un parcheggio frequentato da coppiette, come due ragazzini che fanno l'amore in macchina per la prima volta.
Alla luce della luna vedo il tuo corpo nudo che si avvicina al mio, le tue mani che mi sfilano gli slip e dolcemente esplorano il mio sesso, la tua lingua che percorre i miei seni, eccitati dal tuo tocco leggero. Non posso non toccarti, non disegnare i tuoi addominali, non posso non baciare la tua pelle e scivolare poi sotto l'ombelico mentre sempre di più sento il tuo respiro accelerare e le tue mani muoversi frenetiche dentro di me.
T'imploro, voglio sentirti dentro, voglio che tu mi prenda e mi faccia godere...
Mi guardi, sorridi e tappandomi la bocca con un bacio t'infili dentro di me. Inizi a muoverti lentamente ed in profondità, mentre il mio corpo si abbandona a te. Non è fare sesso, stiamo facendo l'amore, mentre sento il tuo pene riempirmi, il tuo corpo assecondare i movimenti del mio, i nostri respiri aumentare sempre di più finché raggiungo l'orgasmo e ti trasmetto tutte le mie vibrazioni. Tu sorridi e, non pago, continui a muoverti. Non t'interessa godere, ti piace vedere il mio volto, mentre mi ami in silenzio. Sento il tuo lento uscire ed entrare in me, e ti assecondo. Voglio sentirti urlare, voglio sentirti venire nel mio corpo, voglio che tu sia mio completamente... e poco dopo lo sei...

In macchina si sente il profumo dei nostri corpi, del tuo corpo sulla mia pelle, del mio corpo su di te, mentre abbracciati sorridiamo e ridiamo di noi. Di noi che siamo qui, uomo e donna a giocare a fare l'amore in macchina, io con i miei occhioni dolcissimi e tu col sorriso scanzonato di chi ha chiuso il mondo fuori... anche se solo per un'ora...

Ed è il tuo sorriso scanzonato che mi guarda ora, sul letto dell'albergo, dove abbiamo appena chiuso il mondo fuori...




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