Sensazione dolente.
S'insinua stridente fra viscere calde e attorcigliate
provocando spasmi di famelico desiderio.
Affiora da profondità celate e inesplorate,
Condotta in superficie da lacerante esigenza.
Minuti trasformati in ore.
Ore divenute giorni.
Tanti.
Troppi senza luce.
Anelito insaziabile che si nutre di rimpianto.
Il principio
10 Agosto 1999
Angelica si muove in mezzo alla gente sorridente e gaia.
La risacca del mare, i fuochi accesi sulla spiaggia, il profumo dei fiori intrecciati ai gazebi e nell'aria, l'allegria contagiosa per la festa del suo ventunesimo compleanno.
I camerieri passano con vassoi colmi di calici fra gli ospiti. Angelica allunga la mano e ne afferra uno. Beve a piccoli sorsi guardandosi attorno.
I lunghi capelli neri sono trattenuti ai lati da boccioli di rose bianche. Dai lobi scendono due gocce di madreperla che riflettono il riverbero delle luci. La bocca è morbidamente delineata dal rossetto di un rosa delicato.
Il lungo abito bianco sottolinea la figura slanciata e armonica, profondi spacchi laterali lasciano intravedere le gambe toniche e abbronzate. I piedi nudi affondano nella soffice sabbia.
Un rumore di passi alle spalle attrae la sua attenzione.
Di attesa vibra improvvisamente vigile.
Mani forti le afferrano i fianchi obbligandola ad abbandonarsi contro un torace muscoloso.
Labbra decise le baciano il collo trasmettendole un brivido che percorre tutta la spina dorsale.
Il profumo aspro e speziato le penetra nelle narici facendole riconoscere il suo uomo.
La voce è una carezza ruvida:
- Buon compleanno amore – sente le mani sfiorarle la nuca e qualcosa di freddo scivolare sulla pelle nuda della scollatura.
Abbassa lo sguardo ed ammira una catenina sottilissima d'oro bianco da cui pende un cuore di cristallo trafitto da mille luci.
Dolcemente la fa voltare. Affascinato guarda occhi che brillano di felicità. Il bacio è lungo, profondo, e talmente languido da far piegare le ginocchia.
In lui è anche colmo di struggente dolore.
Ma non ora. Più tardi le parlerà.
La torta è un trionfo di frutta adagiata in merletti di panna. Gli amici intonano la canzone consueta. Le candeline brillano di tremolanti fiammelle. Angelica con le mani trattiene i capelli. Si piega, inspira e soffia.
L'applauso, gli auguri, le risa felici la avvolgono.
Poi la festa prosegue. Musica e balli in questa notte da sogni.
Mano nella mano, Angelica e Leandro si allontanano dalla folla. Passeggiano allacciati con i piedi accarezzati dalle onde.
Corpi che si strofinano sensuali.
Bocche che si trovano.
Dita che percorrono sentieri noti ma sempre nuovi.
Lingue avide che si rincorrono.
Una danza atavica che sale d'intensità al ritmo di una musica interiore che li travolge.
Scivolano sulla sabbia umida. I vestiti volano lontani.
Nudi, col mare che li lambisce ingordo, si intrecciano. Si amano. Si uniscono.
Gridano la loro gioia e la loro passione al cielo nero punteggiato di stelle.
Nell'istante dell'orgasmo gli occhi catturano una stella cadente.
Restano a lungo abbracciati. Cullati dal mare e dal vento.
Attimi di felicità.
Leandro parla.
Le racconta di quanto sia difficile la vita in un piccolo paese per lui.
Da sempre sogna di visitare altri luoghi. Vivere in una grande metropoli. Realizzarsi professionalmente. Ora che ha finito gli studi deve seguire il cammino a cui si è preparato. La proposta che gli hanno fatto è di quelle a cui non si può dire no.
America.
Parte fra una settimana.
Certo, capisce.
Non può pretendere che lei lo aspetti.
- Ti amo Angelica, ma la mia strada mi porta lontano. Se un giorno tornerò, se tu sarai ancora libera, se è destino... allora ci ritroveremo. Ti amo ma non posso fermare il mio sogno. Perdonami. –
Una lacrima scende silenziosa a dipingerle di dolore il volto.
Gli abiti bagnati tornano a ricoprire corpi improvvisamente pudichi.
Angelica è corpo fatto di briciole a cui l'orgoglio impedisce di sgretolarsi.
Solo una parola sussurrata mentre gli volta le spalle:
- Addio – sparisce inghiottita dalla notte.
Leandro sente lacerarsi il legame. Vorrebbe fermarla, ma non si muove. Amore sacrificato in cambio di un sogno.
Cronistoria anni : 1999 -2003
Le lettere di Leandro giungono con regolare cadenza.
Finiscono nel cassetto, una sull'altra, tutte ancora sigillate.
Angelica è cambiata.
Negli occhi non vi è più il sorriso. Nella sua vita non vi è più amore.
Solo vuoto.
Che annega fra braccia sconosciute.
Il sesso è la droga in cui disperdersi e annientarsi.
Usa gli uomini.
Li divora.
Apre le gambe e li risucchia in un vortice fatale.
Spezza cuori con indolente indifferenza.
Quando diventano assillanti, quando parlano di legami e sentimenti, li scaccia e li dimentica.
Per un anno intero si lascia scorrere addosso il dolore e il rimpianto. Giurando che mai nessuno le farà del male ancora.
Puttana
Il sesso diventa mestiere.
Via dalla famiglia. Via dal paese. In una grande città del nord.
Qui trasforma la rabbia in soldi.
Fasciata in abiti di pelle. Vertiginosi tacchi a spillo. Armata di frusta. Occhi celati da una vezzosa mascherina di pizzo. Accoglie danarosi clienti nel suo appartamento.
E li possiede.
E mentre cavalca selvaggia quei corpi eccitati il cuore di cristallo ondeggia e sbatte fra il solco dei seni.
L'incontro
Un cliente nuovo. Raccomandato da un habitué. Nella penombra dell'ingresso lo accoglie. Un profumo aspro e speziato aggredisce la sua gelida professionalità. Nel ventre una contrazione improvvisa nel riconoscerlo.
Rabbia dirompente.
Spirali nere che le avvolgono l'anima.
- Angelica, ti ho trovato ... -
Dolorosa dolcezza avvelenata dalla certezza.
- Vattene! –
Sibilo di vipera pronta a trafiggere la pelle per iniettare veleno.
- Andarmene? Perché? Sono un cliente e posso pagare! –
Graffianti parole che tracimano con violenza.
- I clienti li scelgo e tu non sei gradito! -
Rivoli di sangue che sgorgano dalla gola.
- Sei una puttana quindi in vendita. Dimmi la cifra e non fare la difficile! –
Grandine di spilli a perforare l'anima.
Sorriso che squarcia il bel viso di Angelica. Denti che brillano mentre una stilla di saliva cade sulle labbra rosse nella foga della replica:
- Una puttana che se vuoi scopare ti costerà molto. Diecimila euro per una notte signore! -
Mercificazione di sentimenti.
-
Un assegno firmato. La mano di Angelica chiusa a pugno. Con forza lui gliela apre e la obbliga a prendere i soldi.
- Ora fammi vedere se li vali. Ho pagato una notte e in questa notte voglio tutto del tuo corpo. –
Carne comprata di cui si può abusare.
Il letto è di foggia moderna. Imbottito e rivestito di rossa pelle. Sul soffitto sopra al letto un grande specchio circondato da faretti colorati. Sembrano piccole stelle nella penombra della stanza.
Angelica lavora.
I vestiti abbandonano il corpo dell'uomo mentre mani sapienti stuzzicano. La camicia vola via. Lingua di fuoco si attorciglia al capezzolo. Denti famelici mordono per poi rilasciare la preda alla bocca che risucchia.
Unghie che scorrono lievi sui glutei insinuandosi nel solco mentre cade lo slip. Bocca che scopa il pene duro fino a sorbirne la prima goccia nascente.
Poi lo lascia disteso sul letto e si spoglia per lui.
Lente le mani sfilano il corsetto.
Seni che emergono nel loro splendore, esposti con mani provocanti ai suoi occhi.
Dita che prendono i capezzoli stringendoli fino a farli divenire granito eretto.
Polpastrelli che iniziano la discesa.
Pantaloni che giacciono a terra.
Il manico del frustino accarezza l'interno delle gambe, si strofina sul perizoma, preme immergendosi in parte nella sua fessura assieme alla stoffa.
Viso senza espressione.
Scosta con le mani lo slip ed immerge le dita. Raccoglie miele che porta alla lingua di lui.
Lo accarezza con l'asta umida del frustino. Scia viscosa dei suoi umori dal torace a discendere fino allo scroto.
Bocca a fare il percorso inverso. Succhiando ogni fremito, provocando con la lingua gemiti lussuriosi, mentre le unghie si conficcano crudeli.
Ossessiva nenia sgorga in lei.
Ora sei qui.
Cavaliere errante.
Tornato da lungo esilio.
Finalmente qui
Fra le mie braccia
Conoscerai il rimpianto.
La ferma.
Il pene duro come marmo. La voglia di esplodere fra quelle labbra calde che gli risucchiano il cervello.
La trascina sul suo corpo.
Cerca la sua bocca. Ma lei gliela nega. Una puttana non regala dolcezza.
Allora affonda fra le sue gambe con rabbia, tenendola per i glutei. Lei si avvinghia a quel corpo forte. Ad ogni affondo nella sua carne risponde muovendo con foga i fianchi.
Battaglia fatta di sesso. Gemiti incontrollabili saturano l'aria. Suoni gutturali di animali che si accoppiano spietati.
Angelica scivola via dal suo corpo.
Eccola ora : femmina supina aperta ai suoi bollori.
Glutei invitanti s'innalzano a cercarlo.
Le mani di lui sui lunghi capelli mentre le affonda con violenza fra le natiche.
Un urlo di selvaggia soddisfazione lo stordisce mentre s'immerge sempre più in profondità in lei.
Lo specchio rimanda l'immagine dei corpi sudati, stravolti, rapiti da qualcosa che travalica la ragione.
Immagini infinite si susseguono nello specchio.
Mani che accarezzano, stringono, graffiano.
Lei aperta alla sua lingua, aggrappata ai suoi capelli, che urla il nuovo orgasmo.
Lui con il viso stravolto mentre riempie di fiotti caldi quella bocca ingorda.
Lui che la monta ancora, mai sazio.
Lei che lo incita a svuotarsi fino all'ultima goccia di sperma.
La luce del mattino li sorprende ancora avvinghiati.
Ultimi fuochi prima di crollare uno sull'altro.
Angelica. Occhi chiusi e respiro rotto. Capelli umidi a farsi coperta per lui.
Leandro. Svuotato. Piegato. Vinto. Cerca in quel corpo avvinto qualcosa che non vi è più.
Epilogo
Canterò la tua epopea per renderla immortale.
Guerriera che riposa dopo la battaglia.
Cullata e protetta dal mio cuore.
Laverò il tuo corpo col mio pianto.
Cancellerò i solchi dalla tua anima.
Costruirò alte mura per proteggerti.
O perirò nel tentativo.
Matilde S.