A e Z. L'alfa e l'omega. E nel mezzo, la profondità dei tuoi occhi bui.
Sono giorni che provo a navigarli. Invano.
Non possiedo parole a sufficienza per descriverne l'ombra densa.
O forse non le so usare: si affollano come goffi fantocci, si scavalcano l'un l'altra ed infine si lasciano cadere come sagome sparse sulla superficie fredda dei miei pensieri.
Quando accade, la scelta migliore è scrivere tutte le parole possibili, senza capo né coda, senza nemmeno tentare di dar loro una forma o un ordine, con il mero scopo di alleggerire il respiro e liberare il fiato dai ghirigori neri del caos.
Ma oggi non funziona nemmeno questo.
L'immensità disarmante del tuo sguardo inficia ogni capacità di racchiuderlo. Rimane così, fisso eppure in continuo movimento verticale, a scavare strato su strato le fibre sfilacciate del mio osservarti. La cornice zigrinata delle tue tempie, gli zigomi gitani, il mento volitivo e la bocca appena socchiusa, in bilico tra stupore e consapevolezza.
- Sei di una bellezza devastante - .
Continuo a sussurrarlo, nenia importuna a scardinare il ritmo del passo, mentre mi allontano e mi avvicino senza riuscire a staccarti gli occhi di dosso. Li senti, vischiosi di desiderio femminile, percorrerti il profilo pensoso, disegnare la linea del naso e rimanere in balia delle tue labbra, del loro muoversi in parole che non sento e non m'interessa ascoltare.
Voglio solo guardarti. Farlo per ore. Riposare gli occhi sulla tua pelle scura, coglierne la vita sotterranea e nutrirmene come un parassita invisibile.
Ma non mi è dato. La pressione spessa del mio adorarti s'incaglia nelle tue ciglia. Ti vedo distogliere lo sguardo dal tuo interlocutore e sollevarlo al rallentatore fino ad arrivare al profilo lucido del tavolo. Tremo, esito. Il cuore si squarcia in battiti impazziti, ma gli occhi non cedono. Ora, fuggi ora. Chiudetevi palpebre, ora. Ora. Abbassa lo sguardo ora. Ora, ho detto.
Percorri la laccatura nera incurante della polvere che dovrebbe fermarti, alzi impercettibilmente il mento e mi fissi senza esitazione.
Gli orologi vibrano ed infine colano come magma fluido mentre il cuore si ferma, perde un battito, lo rincorre e cerca aiuto nei polmoni vuoti. L'iride si riga di dolorosa bellezza mentre rivela inerme le sue sfumature più segrete.
Abbassi gli occhi per primo, io li sposto soltanto per un istante, poi ritorno su di te, in tempo per vedere il tuo sorriso, e poi morire e rinascere nel lampo bianco dei tuoi denti.
Madamesnob