Voglia inarrestabile.
È Serpe scarlatta
Si srotola e s'insinua
Mi assale
Mi avvolge
Mi morde
Voglia ineluttabile.
È pensiero che dilaga
Ritmando di eco continuo
Ossessiona la mente
Ripetendosi all'infinito
Voglia insopprimibile.
È febbre che fa sragionare
Brivido che travolge
Sangue in ebollizione
Interiora aggrovigliate e pulsanti
Voglia che mi invade,
Mi prende
Mi incanta,
Voglia che mi lega,
Mi incendia.
Mi risucchia l'anima
Delirio che mi possiede.
Mi rigiro nel letto per l'ennesima volta.
Le lenzuola sono attorcigliate al mio corpo, catene che cercano di fermare contorsioni ossessive di femmina in calore.
Non riesco a dormire stanotte.
Proprio non ci riesco.
Ho provato a masturbarmi, cercando sollievo alla smania che mi invade.
Languidamente mi sono accarezzata, ho preso i capezzoli fra i polpastrelli bagnati di saliva, li ho stretti e stuzzicati dolcemente, risvegliando però solo tiepide sensazioni.
Li ho strizzati con forza, sentendo il dolore farsi scossa elettrica ed attraversarmi fin dentro la spina dorsale. Li ho tenuti a lungo fra le dita, allentando la pressione per poi stringere ancora e ancora... fino a quando gli occhi si sono fatti luce di lacrima.
E la figa si è riempita di umida aspettativa.
Solo allora ho lasciato la presa e sono scesa.
In punta di unghie ho percorso il ventre tracciando striature vermiglie, segnando il cammino fino al pube. Mi sono accarezzata il monte di venere, con il palmo ho arruffato i riccioli scuri muovendo ritmica le pelvi e premendomi sulla mia stessa mano.
Le gambe serrate, rese scivolose dagli umori nascenti. E la mano intrufolata in quel liquido calore.
Ho immerso le dita, infilandone una alla volta per sentirne la consistenza aumentare e riempirmi.
Indice, medio e pollice.
Dentro e fuori. Rapidi e violenti affondi per soddisfare una fame incontenibile di cazzo.
I glutei contratti. I fianchi danzanti ad un ritmo crescente.
Il respiro spezzato da singulti e sospiri incoerenti.
La pelle squassata dai fremiti dilaganti dell'orgasmo.
Ad occhi chiusi ti ho immaginato fra le mie gambe.
Mi è sembrato di sentire il tuo odore. Perfino l'alito del tuo respiro.
Ho estratto le dita filanti di miele e le ho strofinate sul clitoride. Immaginando fosse la tua lingua.
Ma non è servito.
Non mi sono sfamata.
Anzi ora ho ancora più voglia.
Ho voglia del tuo cazzo. Ho una folle voglia di essere penetrata. Voglia di fondere il mio corpo al tuo. Bisogno incontenibile di essere posseduta con vigore e veemenza.
Desiderio incalzante e violento. Lussuria e follia dei sensi in cui sprofondare.
Le dita sono un palliativo inefficace. Inutili come goccia d'acqua a spegnere un incendio.
Il letto è una prigione stanotte.
Ho caldo.
La bocca è asciutta.
Sono bagnata di sudore e libidine.
Ho voglia.
Voglia di prendere la tua verga in bocca.
Voglia di sentire il tuo cazzo farsi turgido fra le mie mani mentre lo succhio. Di sentire la sborra salire impetuosa a riempirmi. Di scendere a tastarti i coglioni. Di infilare le dita nel solco del tuo culo. Voglia di sentirti fremere e stringere le natiche per impedirmi di infilare un dito nel tuo preziosissimo buco. Voglia di farti arrabbiare. Di farti impazzire di desiderio.
Voglia dei tuoi occhi a gustare il mio viso. Sapere che guardi le mie guance gonfie di te. Sentire i tuoi gemiti rochi mentre godi e vedi fra le mie labbra rivoli bianchi tracimare mentre inghiotto golosa.
Ti voglio.
Voglio che mi prendi contro un muro.
Che mi sbatti con tale violenza da farmi sentire parte integrante della parete. Il seno dolorosamente premuto. Le gambe spalancate. Le unghie a grattare l'intonaco cercando un appiglio.
Voglio la tua lingua fra le gambe. Voglio la figa leccata con furia. Voglio che mi scopi fino a farmi gridare. Fino a sentire gli spasmi di cupidigia bruciarmi il cervello.
Sì.
Sì, ti voglio. Voglio il tuo cazzo nel culo. La cappella che punta, che forza, che penetra decisa.
Bramosa di sentire la resistenza della mia carne cedere sotto l'irruenza dei tuoi colpi.
Voglio le tue mani sui glutei a spalancarli oscenamente. I tuoi denti sulla schiena. Le tue spinte ad aprirmi, scuotermi, squassarmi. Sentirti fin dentro alla pancia. E muovere i fianchi per prenderti tutto, farti penetrare a fondo, fino a sentire le palle premere per entrare loro stesse in me.
Ti voglio...
No, non è possibile dormire stanotte.
Continuo a rigirarmi in un giaciglio che odora di sesso, ottenebrata dalla passione che mi brucia le vene, mi accartoccia la pelle, mi fonde la testa.
Prigioniera della ragione che mi impedisce di averti.
Matilde S.