Dalla radio scaturiscono note e parole dimenticate:
- ...C'è un respiro in più, nell'alba sei tu, sei nata qui, stanotte così, ed ogni giorno nascerai fra le mie braccia e come l'acqua mi coprirai ... -
Una vecchia canzone. Un cd di mia madre rimasto nello stereo della mia auto.
Colonna sonora di un'estate fatata.
La musica mi avvolge e mi trasporta indietro nel tempo, a lunghe ore di guida nella notte per incontrare una piccola, dolce strega : - Giulia - .
Frutto saporito e polposo, primizia raccolta con mani ingorde e addentato avidamente.
Tre notti di magico incanto, paradiso di emozioni che non scorderò mai.
I ricordi mi sommergono.
Attimi fuggenti di tenerezza ed erotismo.
Brividi di passione che travalicano lo scorrere del tempo.
Estate 2002 Villaggio turistico - le Mimose -
In vacanza finalmente !
Io, Francesca e una coppia di amici. Sette giorni di sole, relax e divertimento. E la mia donna finalmente tutta per me.
Non viviamo assieme e per una sana scopata dobbiamo ancora nasconderci come ragazzini, quando i parenti non sono in casa, o fare acrobazie in macchina.
Le ferie: meritate parentesi di agognata indipendenza.
Entriamo nel nostro bungalow con un solo pensiero comune.
La porta chiusa con un calcio.
Le valige abbandonate in un angolo.
I nostri corpi avviluppati in un cercarsi spasmodico.
Sfrenatamente liberi.
Le mani si cercano. Le lingue percorrono, stuzzicano, lambiscono avide.
Francesca è bellissima, languidamente distesa sul letto con ancora la biancheria a coprirla. Le sue dita scostano lo slip e vanno a raccogliere miele. Mi guarda con un provocante sorriso, lo porta alle labbra e con la punta della lingua lo assapora avida.
Troia, come io la amo.
Cerco di frenare il desiderio di volarle subito addosso. Gusto lo spettacolo che mi offre. Guardo la sua mano salire in una carezza dal ventre al seno. I capezzoli bucano la stoffa mentre lei li strofina fra le dita. Poi le mammelle escono in tutto il loro splendore, fatte fuoriuscire dal reggiseno, senza slacciarlo.
- Ti voglio Stefano, subito ! senza convenevoli, senza nessuna carezza. Voglio il tuo cazzo dentro ! - Ha la mia stessa fame. La stessa identica urgenza. Siamo fatti uno per l'altra. Simbiosi di pensieri e corpi.
La prendo, la scopo, la riempio scostando veloce il suo slip fradicio. Carne impazzita che sbatte con vigore. Fiume di sborra a colmarla, saziandola e saziandomi.
Senza respiro restiamo avvinti a lungo, le membra ancora aggrovigliate.
Poi il tempo della tenerezza e della dolce complicità.
Fino ad un nuovo assalto.
Questa volta senza fretta.
Ore dopo, sereni e appagati, usciamo per esplorare il villaggio.
È molto bello. Un tripudio di fiori e verde ovunque. Una ragnatela di sentieri e ponticelli da scoprire ed ammirare. E scorci di mare fantastici.
Al centro del villaggio vi sono alcuni negozi caratteristici. Ci avviamo verso un bazar e Francesca rimane estasiata da un minuscolo bikini azzurro esposto nella vetrina:
- Amore guarda che bello ! – esclama.
Guardo il suo viso soffuso di gioia e la abbraccio teneramente:
- A dire il vero io immagino il tuo corpo con addosso solo tre centimetri di stoffa a coprirlo ! – ribatto ridendo.
Poi la prendo per mano e la trascino dentro per regalarle il costume.
Appena entrati, una signora si avvicina gentilissima e porta Francesca nel camerino delle prove. Io mi guardo attorno nell'attesa, incuriosito dai tanti articoli esposti.
È in quel momento che Giulia entra come un ciclone nella mia vita.
Mi sento osservato.
Mi volto e incrocio due fantastici occhi blu. Una ragazzina, poco più che maggiorenne, mi sta studiando attentamente. Senza alcun imbarazzo per essere stata scoperta, continua ad osservarmi. Sento i suoi occhi, come fossero mani, risalire dalle gambe al bacino, all'addome, al petto, fino a fermarsi sul viso e guardarmi sfacciati.
Mi fa sorridere la sua impertinenza.
Senza una parola ricambio, esaminandola con cura.
Ha occhi veramente intriganti, dal taglio leggermente orientale, una boccuccia rosea atteggiata ad un sorriso birichino e lunghi capelli biondi. Indossa un leggerissimo top bianco che evidenzia un seno acerbo, piccolo e tondo, e un pareo corto allacciato in vita. Sembra gradire l'esame che le sto facendo. È palese che le piace provocare.
Esce da dietro il bancone e mi volta le spalle. Si china fingendo di aggiustare della merce in un ripiano basso. Una manovra per farsi guardare tutta.
Il mio cuore fa una capriola all'audacia. A pochi centimetri da me il suo culo impreziosito da un perizoma bianco è favoloso. Immediata la reazione dei miei ormoni. Sento il cazzo risvegliarsi e gonfiarsi stritolato nei boxer.
Lei si rialza e con voce divertita mi chiede: - Ho superato l'esame ?- Mi metto a ridere e controbatto : - Tu certamente sì, e io ? –
Non risponde, ma il suo sorriso è eloquente. Poi la sua domanda diretta : – E' la tua donna quella ? – indicando verso il camerino. Io annuisco e lei prosegue : - Bella, ma anche fortunata ...-
Poi cambia argomento: – Piacere sono Giulia, la figlia della proprietaria. – Mi presento a mia volta e, mentre aspetto che Francesca scelga il costume, chiacchieriamo ancora un po'.
Usciti dal negozio raggiungiamo gli amici in spiaggia.
La giornata trascorre fra tuffi e sole, risate e relax. Ma mi scopro spesso a ripensare a Giulia. Quella ragazzina ha risvegliato in me curiosità e desiderio.
Fresca e spudorata come una rosa selvatica appena sbocciata.
I giorni trascorrono rapidi.
Diventa un'abitudine quotidiana il passare al negozio per due chiacchiere con Giulia. Solo innocenti parole, frenato dalla differenza di età fra noi. Mi sento troppo grande con i miei dieci anni in più. E poi sono innamorato di Francesca.
Ma lei è talmente intrigante, e con i suoi sorrisi talmente invitante...
Ultimo giorno di vacanza.
La macchina è pronta, Francesca è già seduta mentre gli amici caricano le valige. Mi volto verso il bazar... non resisto, invento la scusa delle sigarette da comprare e vado. La vedo dietro il bancone. Il suo visetto è triste.
D'impulso entro e glielo dico :- Se non fosse perché sei piccola ti avrei già baciata ... - Lei mi viene incontro e mi risponde seria :- Puoi farlo, tanto non ti vedrò più –
Me la ritrovo tra le braccia. Calda e profumata. Dolcissima. Le nostre bocche si sfiorano, per poi unirsi in un bacio languido e profondo.
Mi sciolgo a malincuore.
La mia donna è la fuori e potrebbe venire a cercarmi.
Prima di uscire le scrivo su un blocco di carta la mia mail dicendole di scrivermi. Poi sfioro il suo viso in una carezza ed esco.
È incredibile.
Giulia mi ha ammaliato.
Una dolce strega, ingenua e lussuriosa, che mi ha fatto tremare come non mi accadeva da tempo.
Rientrato nel mio appartamento per prima cosa accendo il computer.
Mi sento un ragazzino alla prima cotta e il cuore fa una capriola felice nel vedere la sua lettera. La apro e la leggo tutta di un fiato. È una lettera commovente per l'ingenuità con cui lascia trasparire le sue voglie e i suoi pensieri. C'è anche il numero di telefono.
Non resisto. So che sarebbe meglio dimenticarla, ma è più forte di me. Quel frutto proibito lo voglio assaporare. Le telefono e restiamo ore a parlare.
Nei giorni seguenti il mio telefono è invaso dai suoi messaggi. A cui rispondo con gioia. Fino al suo ultimo messaggio, quello che mi fa perdere la testa, tremare la pelle e impazzire letteralmente di desiderio : - Stefano vieni da me... sento ancora il sapore del tuo bacio sulle labbra...-
Non sono in cerca di avventure.
La mia donna sazia la mia fame.
Difficilmente tradisco.
Ma questa volta mi è impossibile resistere.
Duecento chilometri per qualche bacio, visto che mi ha candidamente confessato di essere vergine e di non sentirsi pronta ad andare oltre.
Sono veramente pazzo solo a pensare di partire. Eppure invento una scusa e due giorni dopo sono in macchina.
È buio quando arrivo. Appuntamento fuori dal bar.
La vedo venirmi incontro. È bellissima. I lunghi capelli biondi incorniciano il visetto arrossato dall'emozione e il mio cuore batte impazzito mentre la abbraccio, dandole un bacio sulla guancia. Entriamo nel locale. Ho bisogno di bere qualcosa di forte.
Non mi è mai successo di sentirmi cosi imbranato con una ragazza.
Le accarezzo i riccioli d'oro.
Le sfioro la mano.
La guardo estasiato.
E lei, piccola sirena tentatrice, mi provoca con voce suadente:
- Se non fossimo qui in mezzo a tanta gente Stefano... - Me ne frego della gente! La voglia esplode prepotente e la bacio con passione sfrenata, accarezzandola vorace.
La bacio fino a perdere il respiro. Fino a sentire deflagrare nella testa tutto il desiderio trattenuto per giorni. Potrei scoparla qui, appoggiata al tavolino, se non fosse per quel briciolo residuo di cervello che mi frena.
Mi stacco da lei con fatica e bevo un sorso di whisky, tentando di calmare la frenesia che mi pervade. Anche lei cerca di ricomporsi. Le sue guance ora sono fuoco, il suo respiro è spezzato. I capezzoli dritti sotto la maglietta aderente tradiscono il suo desiderio. Come il mio pene stritolato dai jeans.
La mia voce è roca mentre parlo : - Andiamo via di qui ! – Lei annuisce e mano nella mano usciamo.
Camminiamo nella notte.
Baci e carezze continue.
Persi uno nell'altro.
Arrivati alla spiaggia scivoliamo sulla sabbia continuando a baciarci. Le mie mani esplorano la sua pelle calda. Scivolano sul ventre piatto, si intrufolano sotto lo slip perdendosi in un folto cespuglio di serici peli. La mia bocca sui suoi piccoli capezzoli succhia avidamente.
Il suo abbandono mi inebria, il suo ansimare è erotismo puro, la sua figa che si riempie di rugiada mi fa impazzire.
Lei si stringe al mio corpo, con la mano scende a sfiorare il mio sesso in una carezza incerta. Non lo prende in mano. Lo tocca e si ritrae.
Capisco che non ha alcuna esperienza, nonostante mi abbia raccontato di altri uomini con cui ha fatto quasi tutto tranne la penetrazione.
È dolcissima nella sua totale ignoranza.
Ma i suoi sospiri sono da donna, sono da troia, una troia vogliosa che si contorce sotto la mia lingua. Immerso fra le sue gambe bevo il suo nettare copioso, accontentandomi della mia mano per il mio piacere.
La serata finisce così.
Di nuovo in autostrada, ascoltando - Nascerò per Te - , pensando che sono proprio scemo a fare tanti chilometri per una sega. Ma il suo profumo sulle mani è afrodisiaco.
Torno dopo pochi giorni da lei.
Torniamo sulla nostra spiaggia. Abbracciati ad ascoltare il mare, lei mi dice che è con me che vuole perdere la verginità. Le rispondo che non posso e non voglio prenderla su una spiaggia.
La sua prima volta merita qualcosa di speciale.
Decidiamo che prenoterò un albergo per noi.
Lei mi bacia felice.
E di nuovo stesi sulla sabbia assaporo la sua pelle fragrante, assorbo il suo tepore, bevo dalla sua bocca. Lei osa di più. Le sue mani sul cazzo mi fanno tremare. Mi masturba a modo suo, ingenua e maldestra, ma questa volta è fra le sue dita che mi sciolgo.
Guidando nella notte è il suo odore sulle dita a tenermi sveglio, a farmi sognare, ad eccitarmi ancora.
Nei giorni successivi penso in continuazione a lei : al suo corpo, al suo culo divino, al sapore della sua figa, a quanto le piace essere leccata, a come si abbandona ai tanti orgasmi.
Immaginando l'attimo in cui affonderò in lei.
Prima di andarmene quella notte ne abbiamo parlato a lungo.
Ho voluto essere onesto, spiegarle che lei è la follia, il sogno, l'utopia.
Ma non è lei che amo.
Il suo sorriso era triste mentre ascoltava, ma sereno.
Mi ha detto di averlo sempre saputo. Ma ciononostante vuole sia io a farla diventare donna.
Non bambina mentre parlava, ma donna consapevole che sceglie di vivere il desiderio senza aspettativa alcuna.
Torno da lei una settimana dopo.
L'appuntamento è davanti alla nostra spiaggia.
Lei è già li.
La vedo camminare velocemente per raggiungermi. Sento il desiderio permearmi assieme ad una tenerezza incredibile. Sale in macchina e io la attiro fra le mie braccia. La sento tremare, il suo viso è imporporato da un caldo rossore e le sue mani sono gelide. La tengo a lungo stretta al mio torace. Le accarezzo i capelli, le bacio le guance, gli occhi, il piccolo mento che vibra sotto le mie labbra.
Poi le chiedo dolcemente se ha cambiato idea.
Lei muove la testa in un no categorico, senza parlare.
Le chiedo se vuole andare al nostro albergo.
Ancora nessuna parola, ma alza il viso e mi porge le labbra cercando le mie. Le nostre bocche si legano in baci profondi e affamati. Le sue mani aprono il bottone dei miei jeans e si immergono nei boxer. Dita gelide mi accarezzano prima la cappella, poi scendono seguendo il mio membro fino a tuffarsi fra i peli dello scroto. Rabbrividisco ai suoi tocchi soffocando i gemiti sulla sua bocca. Le mie mani sotto la maglietta la fanno gemere, ma mi scosta e si stacca guardandomi. Poi abbassa gli occhi sul mio cazzo avvolto dalle sue mani: china la testa e lo bacia.
Non lo succhia, non lo spompina, semplicemente lo bacia con la bocca socchiusa e la lingua a lambirlo.
Mi fa impazzire la sua innocente lussuria, l'istinto ferino che la guida nella passione. La allontano dolcemente dal mio cazzo, sono talmente eccitato che potrebbe farmi godere anche solo col suo umido respiro.
La svesto e inizio a baciarla ovunque. Sussulta quando immergo la mano nella sua figa. È bagnata e caldissima, un lago di desiderio che tracima inondandole le cosce.
Cerco di calmarmi. La voglia è troppa, il desiderio di prenderla ora, sul sedile dell'auto è quasi incontenibile.
- Giulia, tesoro, fermiamoci. Se non andiamo subito in albergo...- mi interrompe con un bacio. Le sue mani vanno a stringere il mio cazzo in una morsa volitiva, mentre staccandosi dalle mie labbra mi sussurra con voce rotta :
- Ti voglio ora. Qui. Subito ! –
Mi attira sul suo corpo, si strofina a me, spingendo il pube sul mio fallo.
Non è possibile resisterle. Mi stringe con forza al suo corpo, mi lecca il viso, mi accarezza la schiena con le unghie, mentre spalanca le gambe in un'offerta totale.
E io affondo in lei.
Un movimento deciso e sono dentro alla sua carne.
Lei freme mordendosi le labbra.
I suoi occhi spalancati brillano illuminati dalle lacrime.
Ma lo sguardo è fiero e determinato.
Lentamente comincio a muovermi. Ad ogni spinta entro un po' di più. Mi fermo, la bacio, la accarezzo, la coccolo. Poi un'altra spinta. Ed un'altra ancora. Frenando con fatica la mia voglia di inondarla. Poco alla volta la sento rilassarsi. Inizia a muovere anche lei i fianchi assecondandomi.
Poi i suoi sospiri riempiono la notte, la sua voce mi incita a spingere ancora e ancora, fino a perderci uno nei fremiti dell'altro.
Il mio cazzo assorbe tutte le sue contrazioni, sentendola avvicinarsi all'orgasmo. Le nostre voci si intrecciano nell'apice, i nostri corpi vibrano, le nostri menti ardono di un piacere indescrivibile.
È stata una notte incredibile, pause di dolcezza alternate a bruciante fusione.
Entrambi accesi da una voglia inesauribile.
L'alba ha sorpreso le nostre membra intrecciate, baciando con la sua rosea luce il nostro ultimo amplesso.
Ci siamo salutati con un bacio.
Gli occhi luccicanti di lacrime.
Non ci siamo mai più visti.
Mai più sentiti.
- Giulia, piccola dolce strega, eri troppo pericolosa...avrei potuto innamorarmi di te. -
- ... La prima volta l'amore proprio qui, senza quasi conoscerti, poi domandarti chi sei, non lo so, nascerò fra un minuto con te... -
Matilde S.