1.Lei era lì.
2.Io sono entrato e lei era lì.
3.Era mercoledì pomeriggio; io sono entrato e lei era lì, sdraiata sul letto.
4.Quel giorno, era mercoledì pomeriggio, avevo smesso di lavorare presto e, rientrato a casa ho trovato Susanna, mia nipote. Studiava un esame di psicologia, ed era lì, sdraiata sul nostro letto matrimoniale, mio e di mia moglie, in mutandine e maglietta, con le gambe leggermente divaricate. Non mi aveva sentito entrare perché avevo fatto pianissimo. Avevo soltanto paura che sentisse il mio cuore battere forte.
1.Claudia non c'era.
2.Quel pomeriggio mia moglie Claudia non c'era.
3.Sapevo benissimo che quel pomeriggio, a casa, mia moglie Claudia non c'era.
4.Claudia, mia moglie, professoressa di psicologia cognitiva all'università di Firenze, quel giorno aveva dei corsi di recupero pomeridiani e quindi non era in casa, ed io lo sapevo. Di solito lei dava a Susanna, studentessa di psicologia, lezioni private. Era figlia di sua sorella, e quindi nostra nipote. Susanna ha 21 anni, bionda, capelli lunghi, alta, gli occhi verdi, magra e con il seno molto piccolo, appena appena accennato.
1.L'ho guardata.
2.Sono rimasto nascosto e l'ho guardata.
3.Susanna non mi aveva sentito entrare; di nascosto, dal corridoio, l'ho guardata.
4.Rientrando non ho fatto rumore perché avevo visto il motorino di Susanna parcheggiato in cortile, e sapendo che mia moglie non c'era, volevo sorprenderla, spiarla, osservarla senza quella imbarazzante presenza. Sono tre mesi che mi fa impazzire, provocandomi con il suo atteggiamento malizioso e deliziosamente infantile. Mi sono nascosto nel corridoio e l'ho guardata, desiderandola da impazzire.
1. Muoveva le dita.
2. Ha messo la mano in mezzo alle gambe e muoveva le dita.
3. Lei si è messa una mano nelle mutandine e muoveva lentamente le dita.
4. Ho visto Susanna infilarsi una mano nelle mutandine e ho visto che muoveva le dita. Si vedeva chiaramente che giocava con la sua vagina, accarezzandola e spingendo il bacino verso il basso, ritmicamente. Era chiaro che aveva voglia e che non stava studiando. Il suo sedere era straordinariamente tondo, liscio, bello. Le mutandine erano scivolate nella fessura e si vedevano i muscoli dei glutei tendersi quando spingeva il bacino verso la mano.
1.L'ho tirato fuori.
2.Ho aperto la patta dei pantaloni e l'ho tirato fuori.
3.Con le mani che tremavano ho aperto la zip dei pantaloni e l'ho tirato fuori. Era durissimo.
4.Mi è diventato immediatamente durissimo. Allora ho aperto i pantaloni e l'ho tirato fuori iniziando a masturbarmi lentamente. Le mani mi tremavano. Vedevo il volto di Susanna riflesso sullo specchio dell'armadio. Aveva gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta. Si vedeva la lingua e i denti bianchissimi. Con la lingua accarezzava le labbra. Aveva aperto ancora di più le gambe e muoveva le dita velocemente accarezzandosi anche l'ano.
1.Lei si è girata ansimando.
2.Susanna di colpo si è girata sulla schiena, ansimando.
3.Ansimando forte, Susanna si è girata di colpo sulla schiena continuando a muovere la mano.
4.Si è girata velocemente sulla schiena ansimando forte e tenendo sempre la mano nelle mutandine. Spingeva il bacino verso l'alto, adesso, tendendo le gambe. Con l'altra mano aveva fatto scendere la maglietta e si accarezzava il seno pizzicandosi i capezzoli. Io continuavo a masturbarmi, molto velocemente. Credo di avere fatto rumore perché stavo per venire e mi ero appoggiato con l'altra mano alla parete opposta del corridoio. Ansimavo anche io.
1.Mi ha chiamato.
2.Improvvisamente Susanna mi ha chiamato.
3.Susanna, con voce roca, mi ha chiamato, improvvisamente, dicendomi di entrare.
4.Facendomi spaventare, Susanna, all'improvviso e con voce roca, mi ha chiamato. Ha detto - vieni dentro, zio - . Sembrava un ordine ed io, come un automa, sono entrato con il cuore in gola. Lo avevo ancora in mano e mi vergognavo. Mi sembrava di impazzire ed il viso era di fuoco, però stavo li, in piedi, vergognosamente eccitato e muovevo lentamente la mano su e giù sul mio membro. Aspettavo che succedesse qualcosa.
1. - Leccami - ha ordinato.
2.Con voce bassa mi ha ordinato - leccami - .
3.In modo autoritario e con voce bassa mi ha detto - leccami - . Era un ordine.
4.La voce bassa e alterata dal desiderio, Susanna, guardandomi negli occhi con crudeltà, mi ha dato un ordine: - leccami - - ha detto. Io mi sono inginocchiato sul pavimento al bordo del letto e lei, scostate le mutandine, ha messo una mano dietro la mia testa spingendola fra le sue gambe. Ho aperto le labbra iniziando a leccare, succhiare e baciare. Lei mi teneva forte la testa, schiacciata e muoveva il bacino su e giù. Era completamente depilata.
1.Mi ha dato una sberla.
2.Inaspettatamente mi ha dato una sberla.
3.Si è tirata indietro, improvvisamente, e mi ha dato una sberla molto forte, con la mano aperta.
4.Appena ho messo un dito nella sua vagina, Susanna si è tirata indietro velocemente e mi ha dato una sberla molto forte. Me l'ha data con la mano aperta centrandomi la guancia con assoluta precisione. Si è messa ad urlare che non mi aveva detto di infilarle un dito, ma soltanto di leccare. Allora mi ha ordinato di guardarla e masturbarmi velocemente, lì, in piedi, chè lei doveva studiare e non aveva altro tempo da perdere.
1.Sono venuto.
2.Ho sentito le gambe cedere e sono venuto.
3.Le gambe mi hanno ceduto ed io sono venuto schizzando forte.
4.Masturbandomi velocemente sono venuto. Le gambe mi sono diventate molli e ho rischiato di cadere in avanti. Susanna mi guardava ferocemente negli occhi ed io le ho schizzato sulla maglietta un po' di sperma. Un po' anche sulla gamba. Ho schizzato forte come non mi era mai successo prima. Mi ha ordinato di pulirla con la lingua ed io l'ho fatto. Subito dopo si è girata e mi ha detto di andarmene, riprendendo il suo libro. Io sono uscito tenendolo in mano.
1.Mi è piaciuto.
2.Non so perché, però mi è piaciuto.
3.Incredibilmente mi è piaciuto tantissimo e desidero succeda ancora e ancora.
4.È strano, mi è piaciuto. Io desideravo Susanna ma la volevo normalmente. Sognavo che lei me lo chiedesse ed io me la facevo forte sul divano. Invece è successo tutto questo... desidero essere il suo schiavo, ancora... muto...senza dire una parola. Lei, con la sua malizia, ha capito cose di me che non sapevo, ed io le sono grato. Io mercoledì prossimo finisco presto di lavorare, mia moglie a casa non c'è...chissà cosa scoprirò ancora di me.
Ocramocra