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Racconto n° 3229
Autore: Fantasypervoi Altri racconti di Fantasypervoi
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Fremito d'amore
Le appoggiò l'orecchio sul petto per sentire il suo respiro: la stava ammirando da ormai dieci minuti in quel letto enorme, completamente disfatto dalla battaglia che avevano combattuto.
Era sempre stato abituato a vivere da solo, era la prima volta che permetteva ad una ragazza di rimanere in quel letto sino al risveglio, era anche la prima volta che andava a sentire se era ancora viva: aveva un sonno talmente leggero e il suo respiro era così flebile che aveva preso paura per davvero.
La poca luce notturna, che filtrava dal drappeggio delle sue tende bianche, non gli permetteva d'essere sicuro di niente, allora aveva appoggiato l'orecchio sul suo seno e tanto era bastato perché il suo eccitamento spuntasse forte a fargli soffrire il cuore.
Com'era bella, in lei tutto era perfetto.
Ammirandola di nascosto, in quel silenzio ovattato, vedeva i suoi seni floridi e si stupiva di quanto erano sodi; il pensiero malizioso che fossero rifatti fu scacciato come un cattivo pensiero e lui tornò a seguire le sue morbide forme; le anche, leggermente larghe, erano forse l'unico difetto che poteva imputarle, giusto per non dire che era una dea.
Era piegata in posizione fetale e le sue natiche erano un intrigante mix di sensualità e tenerezza.
Decise di scendere dal letto e mettersi a sedere per guardarla ancora più attentamente.
Da quel lato la visione era completamente diversa, la prospettiva cambiava, ma la luce nella sua camera era veramente troppo bassa. Alzandosi di nuovo scostò le tende: un leggero vento lo avvolse e gli fece venire i brividi.
Solo in quel momento si rese conto che era ancora nudo e che erano circa le quattro di notte, l'ora in cui il freddo diventa più intenso.
Non aveva sonno e voleva guardarla bene, quella ragazza che gli stava scombinando la vita.
Mise una t-shirt e un paio di calzoncini corti; si accorse subito che il suo eccitamento spingeva sulla stoffa, ma non voleva svegliarla e, allo stesso tempo, si rendeva conto che era troppo bello quel momento d'intimità che di nascosto stava rubando alla ragazza.
Si rimise a sedere e le guardò il viso: era talmente rilassata che sembrava un angelo, la sua carnagione bianca si confondeva nella poca luce e le faceva dimostrare sicuramente meno dei suoi trentanni.
Guardando le labbra sembrava sorridesse; da sveglia, quando si poteva vederle gli occhi grigi, dava sempre la sensazione di essere una gattina da proteggere e, probabilmente, era quello che l'aveva fatto innamorare.
Lo sguardo scese malizioso tra le sue gambe: vedeva chiaramente quel disegno di peli che si era fatta; questo modo di depilarsi non trovava il suo riscontro, ma ormai era pratica comune e, tutto sommato, lei non aveva neanche esagerato.
Le lunghe gambe, adesso piegate in quella posizione, finivano su due piedini deliziosi che facevano venire voglia di baciarli.
La squadrava da tutte le angolature e il suo desiderio diventava di nuovo prepotente, come poche ore prima.
Quei pensieri libidinosi gli avevano fatto passare il freddo; adesso aveva caldo, molto caldo...
Per non svegliarla, e cercando di tranquillizzarsi, pensò al suo carattere e anche lì trovò solo pregi; cercò un motivo qualsiasi che gli permettesse di rompere quell'idillio, ma fu di nuovo sconfitto dalla realtà: - Non ha difetti - .
Gli era venuto il dubbio che a letto fosse un disastro, invece lei si era dimostrata sopra la media anche nel sesso; anzi, ben oltre la media.
Tornò a letto felice della sua analisi, le mise un braccio attorno al corpo, prese la stessa posizione e, piano, si addormentò.
Alle prime luci dell'alba i raggi del sole creavano un fastidioso riflesso sullo specchio della parete, l'aria si era fatta calda e lui non aveva avuto il sonno ristoratore che pensava; i suoi sogni agitati erano sempre collegati a quella notte d'amore.
Una notte di quelle che ti porti dentro per molto tempo, forse per sempre: ricordava, riviveva gli attimi di passione vissuti con lei e, ancora una volta, trovò solo momenti belli.
La dolcezza di quel rapporto era sconvolgente per il suo modo d'essere, anche il sesso era stato diverso o, perlomeno, così pensava.
Si alzò nuovamente per lasciare fuori il sole dalla stanza e si sedette sulla poltrona per continuare ad osservarla.
La vide stiracchiarsi nel letto e aprire gli occhi: anche in quel movimento molto naturale le sembrava stupenda e sensuale come non mai.
- Buongiorno - .
Solo una parola, detta con la voce di chi si è appena svegliato e, in quel momento, lui capì che quella parola voleva sentirla tutte le mattine.
- Buongiorno - rispose sorridendo felice della sua decisione, poi tornò nel letto e, buttandosi il leggero lenzuolo addosso, si rannicchiò attorno al suo corpo. Baciandola, sussurrò: - Sì, è veramente un bel giorno... -

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