Ennesima serata persa.
Era cosi che giudicava i sabato sera passati nei locali. Quel che era peggio, però, era che si trattava del solito locale fighetto di Bari. Era il compleanno di un amico e non poteva rifiutare.
Non che odiasse la vita notturna, anzi. Ma quei locali, tutti simili, con la solita musica e le solite facce. Uomini e donne, brutte caricature di tronisti e veline. Nulla li distingueva: stessi abiti dello stilista metropolitano di grido, borsa chic dal monogramma inconfondibile forse persino il medesimo parrucchiere...e forse medesima anche la stupidità - pensò.
Lo specchio rimandava un'immagine familiare ma non per questo gradita.
Aveva scelto un tubino nero, una maglia nera senza maniche, una collana lunga. Le unghie erano curate, appena un filo di trucco, tre gocce di Chanel, da donna di classe e poi lì, appoggiata sulla panca, la borsa col monogramma tanto odiato...
Non era cosi lei...lei che amava la sua pettinatura aggressiva, talvolta anche provocante, i suoi occhi neri, il corpo morbido dalle curve mediterranee; in lei tutto ispirava sensualità e talvolta questo, anzi spesso, era stato un problema. Lei che amava la pizza ed i pub irlandesi, le chiacchiere semplici con gli amici sul cofano delle macchine in riva al mare...ma stasera no, stasera bisognava entrare nel mondo snob dei figli di papà.
- Put your loving arms around me
And you whisper to me when you
Put your loving arms around me
And inside your arms I'm burning -
La musica si sentiva a tratti, nei momenti in cui il buttafuori apriva la porta e permetteva ai mortali di entrare nel regno dorato del divertimento.
- Eccoci qui ad aspettare come dei cretini! - disse a se stessa ma a voce fin troppo alta.
In quel momento il suo amico Franco, il festeggiato, agitava la mano in segno di richiamo, come il prete fa con gli anziani in gita per farli accorrere all'ennesima visita di una chiesa.
Il locale non era male. Un breve corridoio e sui lati, coperte da tende, le porte dei bagni; i soffitti bassi, le arcate tipiche dei locali nati nelle case del centro storico della città vecchia di Bari. Il color ocra delle pareti rendeva il tutto molto caldo e metteva in risalto i grandi specchi incorniciati in nero che correvano lungo tutta la parete. Diversi candelabri, degni sostituti delle applique davano al locale un'aria soft e vagamente equivoca, accentuata dai tavoli bassi e dalle poltroncine in sostituzione delle sedie.
Il barista le sorrise e, nel porgerle il Blu Angel che aveva chiesto, le fece l'occhiolino.
-Adesso anche questo ci prova!Possibile che si debba sempre pensare a rimorchiare, anche mentre si lavora?- ma non potè fare a meno di rispondere al sorriso.
Ad un tratto si sentì osservata.
Due occhi celesti la studiavano, curiosi. Stivali e pantaloni neri, camicia di seta bianca.
Capelli lunghi, biondi. Brandy liscio in mano ed unghie laccate di rosso.
Ma non era l'unico sguardo. Come il vertice di un misterioso triangolo d'attrazione, la terza estremità era lì, appoggiata al bancone del bar.
Moro, occhi neri e schivi. Jeans strappati, maglietta nera e maglioncino in tinta, scarpe da ginnastica. Un mojito in mano.
Un attimo...Il black out improvviso, il rumore della musica che si blocca ed il tempo immobile, per un attimo più lungo di un secondo.
Gli sguardi s'incrociano. La bionda sorride, la lingua le scivola sulle labbra, si sofferma qualche istante. Sembra un animale a caccia e lei appoggiata all'arcata, vicina da sentirne il profumo, la sua preda. Una preda stupita ma attratta dal predatore.
Un istinto primordiale la spinge verso quell'angelo biondo, pericoloso come solo gli angeli possono esserlo per un demone sensuale come lei.
Odia la vicinanza fisica dei corpi eppure è con piacevole sorpresa che si accorge che lui ora è alle sue spalle, ne sente il respiro sulla pelle.
Anche la bionda si avvicina, la spinge dolcemente, l'accompagna sul petto del ragazzo che le blocca i fianchi con le mani e le sussurra:
- Sei il nostro gioco stasera...e se ti piacerà lo sarai ancora...-
Le mani di lui scivolano lungo il collo, con un dito le disegna il volto e con l'altra mano tira a sè la complice.
E' al centro, tra due profumi che la stordiscono, tra due respiri che la coprono, tra due corpi che la desiderano, ognuno per un godimento diverso ma da condividere e regalarsi.
Lui lentamente scivola con le mani sulle braccia di lei, sembra una danza; le disegna curve ed ori sul corpo.
Di fronte c'è l'angelo del desiderio che percorre con le unghie laccate il profilo del seno, si sofferma sui capezzoli, li sente irrigidirsi e tremare. Scende poi lungo le gambe, le accarezza dolcemente, con lentezza, gioca con il pizzo delle calze autoreggenti. Lei è il suo gioco, la sua bambola perfetta; non si muoverà perchè non vuole muoversi.
Nel mezzo Lei: un diavolo oro, un corpo morbido e femminile, un inferno dei sensi con i suoi occhi profondi; una dannazione, il calore tra le gambe che sente ora, al tocco di mani estranee. Non può essere così.
Il suo corpo, invece, può e vuole.
Vuole quelle labbra sulle sue, vuole sentire quelle unghie laccate in bocca, sul seno, vorrebbe averle tra le gambe, ad assecondare il calore, la voglia di essere toccata, goduta così, in piedi...in pubblico. E poi lui...che sente dietro di sè, distintamente, sente il suo sesso diventare duro, il respiro accelerare mentre con le dita la esplora.
Esistono solo loro. Nessuno spettatore, nessuna musica. Solo le unghie laccate che scorrono lungo le sue labbra e quattro mani che l'esplorano fino in fondo all'anima.
E' immobile, mentre lascia che i brividi le corrano lungo la pelle, dal collo fino al suo sesso, ormai completamente fradicio. Sente distintamente arrivare l'orgasmo, provocato dalle dita sapienti del ragazzo, ma non vuole arrendersi cosi semplicemente. Segue il ritmo del suo corpo, dei suoi gemiti soffocati tra i capelli.
L'angelo le sorride...
Infine le sue labbra si avvicinano. I capelli biondi le sfiorano il viso ed il calore del respiro le accarezza le guance. La lingua scorre sulle labbra carnose, con piccoli tocchi, come carezze delicate.
Poi il bacio. Un incontro delle labbra che si schiudono, umori che si scambiano, mentre le lingue intrecciate si passano l'energia della passione.
Non può più trattenersi, deve urlare, gemere. L'orgasmo la invade, bagnandola fino a farle colare fra le gambe i suoi stessi umori.
E geme lì, nella sua bocca.
Nel respiro di un irresistibile angelo biondo.
RoxyB