Mi afferri per mano. La tensione sale sul corpo, lungo la schiena, per martellarmi in testa. Per arrivare al mio sesso. E rimanere lì.
Hai voluto passare con me mezza giornata.
Appuntamento al centro benessere per condividere un piacere del corpo per nulla malizioso. La sauna ci vede vicini, chiacchieriamo, le mani si sfiorano, i corpi vibrano, ma è un gioco e ne ridiamo. Mi accarezzi, deciso, fino a farmi godere nascondendo i miei gemiti tra le bolle dell'idromassaggio, ma è il nostro gioco. Il modo d'amare noi stessi, di prepararci alla nostra notte trasgressiva.
Mi hai chiesto d'essere elegante, unica, irresistibile.
Eccomi. Abito nero, vintage.Stile impero, lungo fin sotto le ginocchia. Calze autoreggenti e reggicalze nero. Scarpe decoltè con tacco 12. Non indosserò null'altro stanotte.
Un filo di trucco sui capelli sciolti. Orecchini pendenti e labbra lucide.
Rimani impietrito quando entro nella hall della palestra. Devo essere uno schianto. Non mi riconosci. O non vuoi riconoscere colei che stanotte sarà tua...e di chiunque mi vorrà.
Facciamo un salto veloce al pub irlandese. Siamo troppo eleganti, troppo carini, troppo complici perchè la cameriera non ci sorrida pensando a noi come ad una vera coppia glam.
Eccoci arrivati. Prima di scendere per suonare il campanello mi stringi la mano. Lo sai sono una neofita, potrei avere paura. Potrei voler scappare. Lontano da tutti e da te.
Il mio sorriso è spontaneo. Ti rincuori e scendi verso il citofono.
Un cancello pesante, grigio, si apre offrendo alla vista molte macchine parcheggiate.
Sembra la porta d'accesso di un regno misterioso. E' la soglia d'accesso della mia perdizione, del mio vizio, della mia fame insaziabile.
L'ingresso piccolo mi ricorda quello di una discoteca. Musica di sottofondo non troppo alta ed un solerte addetto che sbriga la mia affiliazione al club.
Mi guardo intorno, lo sai sono curiosa. Mi segui con lo sguardo. Sento i tuoi occhi disegnare il mio corpo, il tuo desiderio disegnare il mio, la tua eccitazione risvegliare la mia.
Sei qui perché sei generoso. Godi, quando mi vedi godere. Ti ecciti quando gemo, quando facciamo l'amore da soli e quando, come stanotte, lo farò con altri.
Mano nella mano entriamo. La sala è semivuota, poche coppie sui divani e qualche ragazzo al bancone del bar. L'arredamento un pò kitsch, ricco di tappeti e specchi non ha tuttavia nulla di squallido. Statue di veneri greche, sfingi egizie ed una grande scalinata neoclassica: ecco la scenografia del nostro desiderio di stanotte. Le luci soffuse rendono alcune poltroncine molto invitanti.
Mi porti in giro. Sembriamo bambini in un negozio di giochi, ognuno intento a cercare il suo passatempo, il balocco per una notte.
Non è facile seguirti nel buio. Un dedalo di corridoi in cui ti muovi con familiarità. La cosa m'infastidisce: che tu sia un habituè non lo avevo considerato. Non vedo nulla nell'oscurità, quindi lascio che sia il corpo a guidarmi. Il tatto, l'udito, la pelle mi guideranno. Si sente ovunque il rumore attutito del velluto, l'aria calda ed avvolgente. Sfioro divani morbidi, maniglie di porte socchiuse, ombre solitarie nell'attesa di un gesto d'intesa.
Mi conosci. Mi spingi contro il muro ed inizi a baciarmi, senza chiedere se voglio farlo davanti a tutti. Le tue mani scivolano sul reggicalze, le labbra lungo il collo. Con la lingua disegni il mio seno, ci soffi sopra, lo senti inturgidirsi sotto i tuoi tocchi. Altre mani d'improvviso. Sul seno, sulle guance. Ed ancora due.
Sono ombre; ombre che frugano, mi assaporano, si nutrono della mia eccitazione.
Vorrei capire cosa mi accade, perché sento di non volermi fermare.
Mi abbasso, voglio farti sentire, come solo io so fare, quanto calda è la mia bocca, quanta voglia ho di gustarti. Te lo prendo in bocca, con golosità. Ci scivolo con la lingua, su e giù, lentamente. Con le mani accarezzo i due sconosciuti, li sento ansimare, sento i loro membri crescere sotto il tocco della mia mano. Sento la voglia che hanno di scoparmi, mentre aspettano un tuo gesto. In fondo siamo noi i padroni della situazione.
-Vuoi andare in una camera, vero? -mi chiedi. La risposta non ti serve.
Mi conosci.
Eccovi: i miei tre trastulli. Un ambiente piccolo, un letto, pochi cuscini; sembriamo troppo grandi in questa stanza, ridicola ricostruzione di una camera da letto, di un'alcova. Ma non è l'arredamento che c'interessa ora.
Ti stendi sul letto, in disparte; sai aspettare. Vuoi vedermi in balia d'altri uomini, dividermi con sconosciuti sapendo che solo con te l'orgasmo sarà vero, profondo.
Sorridi, mentre mi sbattono; mostri loro come sculacciarmi facendomi urlare di piacere.
Mi scopano cosi, di fretta. Non c'è complicità, ma foga; mi trattano per quello che loro credono io sia.
Una puttana.
La tua puttana.
La musica continua di là, in pista. Avanti...nuovo giro, nuova corsa. Benvenuto chiunque vorrà soddisfarmi.
Giochiamo sui divani al buio, nelle stanze con buchi per farsi guardare. Appoggiati ad una finta parete guardiamo una coppia, giovanissima, che scopa sul letto.
Intorno, gemiti e sussurri. Un girone infernale di sensi, d'odori, di corpi che girano alla ricerca d'altri corpi.
Uomini, ragazzi, tutti in cerca dell'emozione da condividere stanotte con altri sconosciuti.
Il gioco mi piace. Lo sai.
Sul divano mi apri le gambe ed inizi ad accarezzarmi. Offri il mio sesso così, in vista, a chiunque voglia guardare e provare. Un ragazzo si avvicina, vorrebbe leccarmi.
Sorridi.
Rifiuti.
Stronzo: una cosa cosi mi avrebbe fatto morire.
Quasi per consolarmi mi dai la possibilità di scegliere il prossimo balocco.
Mi guardo intorno, non vedo nulla che mi stuzzichi. Non è estetica, è richiamo del corpo.
-Dovrai scoparmi tu!- ti urlo nel corridoio e senza poter finire la frase sono spinta da uno sconosciuto in una stanza.
-Cosa vuoi, puttanella? -mi chiede all'orecchio.
-E' lei la padrona stasera. Vuole essere scopata. Senza preliminari. Senza ma o se. Vuoi farlo tu? -rispondi zittendomi con uno sguardo.
-Che bella padrona hai! - ti sorride guardandomi chiaramente il culo.
Mi spinge di faccia contro il muro. Mi schiaccia i seni tra le mani. Non mi dà tregua, mentre spinge dentro con tutta la forza che ha. Lo sento crescere, sento come scivola e spinge. Sento le scosse che mi arrivano al cervello. Sento l'orgasmo arrivare violento, fulmineo. Vorrei avere il tempo di godere, di sentire il mio corpo, ma tu hai licenziato il mio burattino.
Chiudi la porta a chiave. Mi attiri a te. Vuoi che venga a cavalcioni sopra di te.
Lo faccio, ti scopo, so che è quello che vuoi.
Da un buco ci osservano, si sentono gli ansimi.
Mi muovo lentamente; nonostante gli umori voglio sentirti. Voglio sentire ogni centimetro del tuo corpo, del tuo membro che sento piantato dentro di me, che sento pulsare ad ogni mio movimento.
-Sei una troia, lo sai?- Cazzo...quanto lo sei! - ti sento, stai impazzendo con me, di me.
-Mi adori cosi, vero? Solo per te. Solo perché tu mi vuoi troia. -ti sussurro.
Non conto più i movimenti. So solo che mi sollevi per i fianchi e mi ripianti dentro di te. Sempre più forte, sempre più veloce. Non so chi scopa chi.
Vengo. Urlando con voce roca, vengo.
Anche tu stai urlando. Ti ho fatto godere. Sento i tuoi fiotti caldi che entrano in me, riempiendomi.
Sento gli ultimi fremiti del tuo corpo.
Scendiamo mano nella mano la lunga scalinata. Anche le belle padrone devono tornare a casa.
- Grazie per la bella serata - ti sussurro dolcemente, appoggiata al tuo braccio -Spero non sia l'ultima volta-.
- Oh no te lo assicuro non lo sarà. - sorridi sornione.
Dimenticavo ...ho fatto la tessera di socia.
RoxyB