Erano giorni che ci organizzavamo per andare insieme a quella mostra di vinili d'epoca, nella città vecchia. Ho sperato per settimane in una mezza giornata soli, giacchè quando capita di salutarti o di prenderti scherzosamente a braccetto sento quella sottile chimica che mi attrae verso di te.
E' una giornata di tarda primavera, di quelle innaffiate da profumati acquazzoni come succede solo in questo periodo. Finiamo la lezione e ridendo ci avviamo verso il museo, un palazzotto nel cuore del borgo antico. Essendo la mattina di un giorno feriale il museo è deserto, anche l'impiegato dopo averci spiegato la disposizione degli album va a sedersi annoiato. Al piano terra dischi dei Velvet Underground, di David Bowie e di altri autori, assolutamente meravigliosi. Ci avviamo al primo piano scherzando come al solito, godendo della vista di vinili di Sade e dei Jamiroquai, ma svoltando notiamo due chicche: - Abbey Road - e - Sgt. Pepper and the Lonely Hearts Club Band - . Leggiamo la leggenda di Paul McCartney quando, pur non sapendo da che album provenga, intono goffamente e ad alta voce le parole - Strawberry fields forever - nel silenzio del museo. Mi tappi la bocca con la mano piatta, e io mi giro contrariata verso di te. I miei seni, costretti in una felpina grigia a manica corta premono pianissimo contro il tuo petto. Da contrariata mi sciolgo mentre con la tua mano ancora sulla bocca ti fisso negli occhi, cadendo prestissimo sulle tue bellissime labbra. Stavolta la chimica l'hai sentita anche tu. E'un attimo. Baciandomi prepotentemente, mi sbatti sulla spessa e antica parete del palazzotto, e ci infiliamo le mani sotto le felpe. In quel punto però chiunque salendo può beccarci. I dischi sono appesi alle pareti di cartongesso bianco, che per ricavare maggior spazio sono state sistemate di modo da formare un piccolo labirinto al centro della stanza. Troviamo l'angolo ideale sotto un album dei Frankie goes to Hollywood. Mi sdrai sul laminato effetto legno scuro del pavimento, scoprendomi i seni mentre ti bacio il petto e l'addome. E' meravigliosa la vista dei miei grandi seni ingabbiati tra le tue mani, i capezzoli duri ed appuntiti che fanno capolino tra le tue dita; è magico il tuo tocco mentre me li baci frenetico. Per non perdere un attimo sfilo solo una scarpetta e una gamba dei jeans, cui segue una gamba degli slip in tulle bianco, già bagnati all'inverosimile; nel frattempo ti ho tirato fuori l'uccello dai pantaloni: illuminato dalla luce del museo è bello come lo avevo immaginato in queste settimane di trepida attesa. Senza perderci in troppi giri inizi a fottermi furiosamente facendo leva sulle braccia flesse sul pavimento. Mi sconvolgi così rapidamente che dopo pochissimo tempo di questa fantastica sveltina vengo, contorcendomi come un'anguilla e soffocando un urlo nel morso ad un mio avambraccio. In estasi ti rigiro sul pavimento e ti prendo all'istante l'uccello in bocca, mentre tu sei così vicino all'orgasmo da esserti girato la mia coda di cavallo attorno al polso, tirandola fortissimo. Con guizzi potentissimi e fulminei mi schizzi in bocca tutto il tuo orgasmo, emettendo le urla in sbuffi.
Ci ricomponiamo e finiamo di goderci la mostra, che si è rivelata anche più interessante di quanto ci aspettavamo!
Divinecomedy