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Racconto n° 3270
Autore: Fantasypervoi Altri racconti di Fantasypervoi
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Ti prego...
Ti guardo: sinuosa nei tuoi movimenti mentre ti accarezzi il corpo, le gambe aperte, le mani che sfiorano i seni, quel piccolo cespuglio biondo che tante volte ho baciato e leccato.
L'acqua che scivola sulla tua pelle riesce a penetrare dove molti agognano da sempre, le gocce corrono veloci dandoti brividi di piacere, la condensa della doccia rende tutto erotico.
Mi guardi sorridendo, capisci dal mio sguardo quali pensieri mi stanno passando per la testa.
Le tue mani diventano più audaci, scendono ad accarezzare il tuo fiore, riconosco il cambiamento d'espressione che precede il tuo desiderio, socchiudi gli occhi e reclini dolcemente la testa all'indietro.
Le dita giocano con la tua intimità cercando il miele del piacere.
Ti piace farti guardare, sai che, così facendo, mi porti alla disperazione del desiderio.
Sono qui nudo davanti a te, vedi crescere la mia eccitazione; non posso toccarti: le regole del gioco sono chiare, sarai tu a decidere quando potrò entrare sotto la doccia insieme con te.
Allarghi ancora di più le cosce: invidio quelle gocce che stanno scaldando il tuo corpo, ancora una volta riesci a farmi impazzire di desiderio, le tue dita sanno dove andare, i lineamenti del tuo viso stravolti da quella situazione parlano per te.
La condensa si unisce al mio sudore, le mie mani sui fianchi, i muscoli delle gambe tesi, la voglia del contatto carnale, l'attesa snervante di un tuo cenno, la promessa di non toccare il mio cazzo mi sta distruggendo...
- Per favore, fammi entrare, lascia che possiamo unire i nostri corpi, lasciami morire dentro di te... -
Mi guardi, padrona dei miei desideri: nessun cenno arriva a darmi quiete.
Ti giri massaggiandoti i glutei, accarezzi in modo indecente il solco che li divide, giri la testa e, maliziosamente, mi fai capire cosa stai pensando.
- Ti odio -
- Ti amo -
- Ti voglio -
Come un cane aspetto un tuo ordine.
Sento le gambe cedere mentre la testa mi scoppia:
"Lasciami libero di attraversare quei pochi centimetri che ci dividono, lascia che siano le mie mani a solcare il tuo corpo, a prendersi cura delle tue intimità, fammi asciugare la tua pelle per poi poterla bagnare con la mia lingua come piace a te.
Non torturarmi oltre il possibile..."
Ti siedi sul piccolo sgabello e indecentemente ti apri ai miei occhi: conosco tutto di te, ma ogni volta, guardarti, è come vedere un bellissimo film dove il finale cambia a sorpresa.
Le tue provocazioni aumentano come il mio desiderio e il gioco delle parti è sempre più difficile.
- Ti prego...fammi entrare: ho bisogno di te... -
Le tue dita palpano i seni, giocano con loro, li stringono, la tua lingua esce e imita in modo volgare una fellatio.
Dio, come mi piace quando le tue labbra s'impossessano del mio membro e scivolano sulle vene prepotentemente dilatate dall'eccitamento.
- Ti prego, lasciami almeno avvicinare alla tua bocca, placa il mio desiderio, rompi il mio giuramento, slegami dai miei obblighi, lasciami tornare maschio, fiero di possederti e dominarti... -
I brividi che ti percorrono sono il segno inequivocabile del tuo orgasmo ormai prossimo, ancora una volta mi umili dimostrandomi che puoi godere anche senza di me.
Gli occhi socchiusi come piccole feritoie, sento i tuoi gemiti strozzati, le dita s'impossessano violentemente del tuo succoso frutto e martellano la tua tenera carne, entrano a cercare il nettare, copiosamente i tuoi umori si mischiano alle gocce indifferenti del tuo piacere.
Ultime contrazioni di un piacere infinito e poi, finalmente, un osso per il tuo cane, un braccio si alza e un dito mi attrae verso di te: il segnale che le corde sono sciolte.
Sconvolto dalla visione dei minuti passati, percorro quel metro sbandando dalla troppa attesa, mi piego ai tuoi voleri cominciando a succhiare il tuo dolce miele.
Le tue mani sulla mia testa sono a ricordarmi chi è il padrone.
Eseguo i tuoi voleri aspettando che tu mi dica che mi vuoi dentro di te, per scaldarti e sopire il tuo bisogno di un uomo...

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