Fermo lì. Non avvicinarti.
Resta in piedi dove sei mentre io mi lascio abbracciare dalla chaise longue.
Non tolgo nemmeno gli stivali, sfilo soltanto cappotto e foulard; lo faccio lentamente, lasciando che la seta sottile frusci sulla pelle della nuca e arrotoli i capelli da un lato. Vedo i tuoi occhi seguire i miei movimenti, soffermarsi avidi sulla pelle bianca del mio collo, ora scoperto. Mi adagio mollemente sul lino ruvido dei cuscini, abbandono capo e braccia, incrocio appena le gambe all'altezza delle caviglie... e ti guardo. A dire il vero non ho mai smesso di farlo. Ho continuato a seguire la carezza delle tue ciglia anche quando, immobile, hai desiderato essere questa poltrona.
Spogliati.
Lo fai con cura, senza scatti né movimenti forzatamente sinuosi. Vedo le tue braccia incrociarsi, il tuo maglione rovesciarsi e rivelare il suo lato segreto, proprio come una foglia di betulla inargentata dal vento. Le tue braccia scivolano lungo i fianchi e sfilano la maglietta nera dai jeans. La sottile riluttanza della cintura dilata l'attesa: fremo silenziosa mentre il cotone si tende, resiste un attimo e poi cede, elastico, rivelando la tua pelle. Il tessuto nero nasconde il tuo viso per un attimo ed è sollievo per me che mi mordo le labbra ammirando il tuo corpo perfetto. Slacci la cintura, il suono metallico dell'uncino rimbalza sulla fibbia ed io sussulto, allargo le gambe e le richiudo strette, gli adduttori contratti a nascondere l'eccitazione. Lasci cadere i jeans a terra, vinti dal peso della cintura si accasciano informi e svelano così le gambe forti, abbronzate. Comincio a cedere. Non riesco a stare ferma mentre le tue dita s'infilano sotto l'elastico dei boxer, e sobbalzo visibilmente alla vista del tuo sesso malcelato dal cotone. Te ne accorgi, e sorridi illuminandomi a giorno, palesando con uno sguardo la mia debolezza.
Toccati.
Forse questo non te l'aspettavi. Eppure lo voglio. Voglio vedere quelle tue dita lunghe, le vene in evidenza, scorrere sul tuo sesso liscio, carezzarlo sicure, senza tentennamenti, come piace a te, come hai fatto e farai tante volte ancora.
Mi bagno nell'esatto momento in cui i tuoi occhi cedono, si socchiudono, la nuca si arrende e il tuo sesso risponde al tocco, gonfio di sangue elettrico.
Ti voglio da morire, ma non intendo fermarti. Sei la cosa più bella su cui abbia mai posato gli occhi e non ti voglio contaminare. Mi nutro dei tuoi sospiri, li lascio colare umidi tra le cosce, mentre le mani, impazienti, aspettano il loro turno tamburellando leggere sui braccioli.
Madamesnob