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Racconto n° 3299
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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Anniversario
Lascia alla tua anima le ali per volare.
Lascia che scorrazzi libera la fantasia.
Lasciati avvolgere dalla visione e seguimi.
Abbia inizio la danza:
Sfrenata sarabanda di carnalità feconda.



Mesi di parole e pensieri attorcigliati all'albero di mele.
Avviluppati nel sensuale e malizioso crescere del desiderio, affondavamo i denti nel frutto della tentazione.
Novelli Adamo ed Eva, nel fatato giardino di un paradiso privo di guardiani, conoscevamo l'estasi dell'amplesso cerebrale.
Tremanti di passione e stremati dall'attesa, rincorrevamo i giorni carpendone istanti di condivisi brividi.
Sognavo, immersa in una nuvola di afrodisiaco vapore acqueo, il tuo volto.
Ti chiamavo, sciogliendomi alla tua voce.
Diveniva tua la mia mano, immersa a donarmi estasi.

Un anno di attesa e sogni tramuta in sostanza.


Venezia.

Arrivo che è quasi sera nel piccolo albergo dove hai prenotato per noi. Lascio i miei documenti al portiere e salgo nella stanza.
Dovresti arrivare entro breve: approfitto della solitudine per prepararmi all'incontro. Mi libero degli abiti e faccio una doccia veloce. Qualche goccia di profumo ai polsi e dietro alle orecchie prima di indossare un grazioso baby-doll di seta nera e una vestaglia coordinata. Mi siedo davanti alla deliziosa toilette antica e spazzolo i capelli fino a renderli lucidi e vaporosi.
Sono emozionata come un'adolescente al primo appuntamento. Eppure fra noi vi è complicità e conoscenza: a te ho svelato ogni recesso di anima e cuore.
Ma non ci siamo mai incontrati.

La camera da letto è perfetta.

Evoca storie di amanti clandestini, echi di incontri permeati di scarlatta lussuria.
Un'alcova accogliente e sontuosa che assorbirà discreta i nostri gemiti.
E la grande stanza da bagno è come l'abbiamo creata nei nostri sogni più arditi. La grande Jacuzzi, già piena di acqua e preziosi oli essenziali, ci attende impaziente.

La chiave gira nella toppa.

Il respiro si tende nella mia gola. Osservo la maniglia scendere e vorrei improvvisamente fuggire.
Ma quando entri tutto svanisce nel tuo sorriso.
Restiamo attimi, sospesi a guardarci. Il magnetismo dei tuoi occhi mi chiama e mi rassicura. Fra le tue braccia mi annido e il tuo calore scioglie la mia tensione. Lasci cadere a terra la ventiquattrore, mi scosti leggermente e osservi il mio viso. La gioia che vedo riflessa nel tuo sguardo anticipa la tua voce:
- Amore mio, finalmente! – le nostre labbra si uniscono in un bacio finalmente tangibile. Sento il tuo sapore invadermi il palato e lo assaporo pervasa da mille brividi. La tua lingua esce a leccarmi le labbra, disegnandone le curve golosa, prima di rituffarsi all'interno ed intrecciarsi alla mia. Il tempo diventa impalpabile mentre le nostre bocche continuano a divorarsi. Arduo è placare la loro atavica fame.
Con fatica ti scosti e mi porgi un pacchettino avvolto in carta dorata.
- Non dovevi farmi un regalo, io non ti ho portato nulla... -
- Nulla di prezioso, solo un piccolo pensiero che ti dovevo da tanto. –
Sciolgo il nastro e apro curiosa. Dentro vi è un piccolo cofanetto della grandezza di un portagioie. Lo apro e scopro un tesoro, tanti piccoli lingotti avvolti in luccicante carta colorata:
- Cioccolatini ! Al caffè, al latte, al peperoncino ! Quante volte ti ho guardato mangiarli con l'acquolina in bocca !-
- Te l'avevo promesso, ricordi ? Per addolcirti, mia golosa monella ! –
Ci perdiamo di nuovo uno nelle braccia dell'altro. Baci e carezze in un crescendo di cupidigia che ci consuma. Ma ora sono io che ti fermo.

Ti prendo per mano e ti porto nel luogo dove voglio unirmi per la prima volta a te.

Il profumo di vaniglia e cannella riempie l'aria della stanza da bagno.
Le candele accese creano giochi di luce che si riflettono negli specchi donando un'atmosfera magica e carica di sensualità.
La musica soffusa ci avvolge, ci fa sognare e ci invita a lasciarci guidare solo dai nostri sensi.
Siamo vicini, ci guardiamo con quell'attesa complice che da tempo ci unisce e che ora finalmente può sfociare in realtà. Una bottiglia di Plaisir è nel secchiello del ghiaccio. La apri e versi nei calici il vino rosso e profumato. Mi porgi il calice e brindiamo intrecciando le mani.
Sei bello.
Il viso emana dolcezza e lo sguardo è intenso; Il tuo corpo forte e maschio mi attrae inesorabile.
La voglia di accarezzarti, toccarti e averti mi fa tremare.
Mi lascio avvolgere dalle tue braccia, strofino il mio corpo al tuo, sento il tuo calore giungermi attraverso gli abiti mentre cerchi la mia bocca, insinui la lingua fra le mie labbra socchiuse e mi baci con una passione dirompente. Le mie mani scivolano su di te, ti accarezzano il volto con tenerezza, poi scendono a slacciare i bottoni della camicia fino a togliertela per raggiungere la pelle calda.
Mi perdo nei riccioli del tuo torace, li stropiccio dispettosa e mi soffermo sui capezzoli strofinandoli coi polpastrelli, poi vi poso le labbra e li faccio crescere stuzzicandoli con lingua e denti. Diventano duri e la pelle trema nella mia bocca, inebriandomi. Con piccoli morsi ti ricopro mentre le mani aprono impazienti la tua cintura, s'infilano sotto l'elastico dei boxer e afferrano il tuo cazzo finalmente libero.
Scendo con la lingua sul tuo ventre e tu trattieni il respiro; le labbra sfiorano il glande e ti sfugge un gemito; ti inghiotto e ti lecco improvvisamente affamata e il tuo respiro diventa rauco mentre gridi il mio nome.
Mi chiedi di fermarmi, mi obblighi ad alzarmi e mi sei addosso. Le tue mani scavano sotto ai vestiti, afferrano i miei glutei e mi premono prepotenti sul tuo fallo. Sento la sottile stoffa del baby-doll entrare nella mia fessura, resistere al tuo affondo e inzupparsi di miele. Mi scosto leggermente e mi strofino mentre tu alzi le mani e le riempi del mio seno. La tua bocca sul collo mi fa impazzire, la lingua scende raccogliendo brividi e dipingendo una scia luccicante di saliva.

Devo fermarti. Non è ancora ora di avermi.


Trasfigura ai tuoi occhi la donna e si tramuta in odalisca per ammaliarti e sedurti.
Al suono della lussuria che permea il mio sangue, sinuosa e languida danzo denudandomi.
Cade la seta al suolo e brilla la pelle nuda al chiarore tremulo delle candele.


Rabbrividisco di aspettativa e desiderio leggendo nei tuoi occhi la stessa impellente urgenza.
Torno vicino a te e mi strofino audace.
Le tue mani cercano di afferrarmi, ma io ti sfuggo ridendo:
- Non ancora...-

Ho portato con me l'olio al profumo di more selvatiche. Te ne avevo parlato tempo addietro. Ti avevo raccontato di come lo spalmavo sul mio corpo, di come le dita scivolavano indiscrete e licenziose ovunque.
Guardami !
Sono davanti al lavabo, appoggio i glutei al freddo marmo ed inizio a massaggiarmi per te.
No, non avvicinarti !
Guardami, come avresti voluto fare mille volte, quando al telefono ascoltavi i miei gemiti.
A mano aperta stendo l'unguento sul seno. Mi soffermo sui capezzoli e li stringo facendoli drizzare vogliosi. Poi scendo sul ventre, lievi carezze che mi fanno rabbrividire. I tuoi occhi sono talmente vivi che mi sembra di sentirli scorrere sulla pelle. Allargo le gambe, mi sporgo in avanti e con entrambe le mani mi apro e mi tocco. Le dita sfiorano, accarezzano, affondano e si riempiono di filante miele che ti mostro sfrontata.
Non resisti.
Sei su di me.
E io massaggio il tuo corpo con le mani piene d'olio. I nostri corpi scivolano l'uno sull'altro in una danza d'amore. Mi spingi contro il lavandino e mi ci inchiodi sopra con un movimento dei fianchi. Mi manca il respiro per la forza con cui mi penetri. Affondi vigorosi a cui rispondo con altrettanto ardore.
Il mio seno nella tua bocca. Rovescio la testa indietro e il piacere mi annebbia la mente.
Poi mi sento vuota e riapro gli occhi per capire perché mi togli ciò che ora bramo.
Il tuo respiro è spezzato e il tuo cazzo è talmente gonfio e pieno che sembra impossibile frenarlo. Ma tu ti inginocchi e affondi la lingua nella mia figa. Quante volte ho immaginato di sentirla! Quante volte mi sono masturbata al pensiero ! E ora mi fai morire, mi scopi con la punta rigida mentre le dita s'insinuano nel solco fra le natiche.
Sto impazzendo. La mia pelle brucia. Il mio cervello fonde.
Ti rialzi; Le nostre lingue danzano assieme; Mi sollevi e ti avvicini alla vasca.
- Ti desidero da morire, voglio essere tua, scopami ! – Ma tu non mi ascolti.
Mi fai entrare nell'acqua profumata, accendi l'idromassaggio e posizioni i getti con attenzione. L'acqua gioca sul mio seno, entra con forza nel mio nido caldo regalandomi sensazioni incredibili mentre tu continui a baciarmi, ad accarezzarmi, sempre più ardente, sempre più audace fino ad entrare con le dita in me.
Il tuo membro vicino alla bocca è un invito a cui non resisto: lo sfioro con le labbra gustando la pelle liscia e tesa, lo lecco avidamente mentre con le mani lo percorro scoprendo la cappella, salendo e scendendo fino a vedere brillare sulla punta turgida una goccia del tuo piacere. Allora ti faccio entrare nella mia bocca, affondando le dita nei testicoli ti assaporo vorace, mentre i tuoi mugolii di piacere mi esaltano.
Voglio farti godere sulla mia lingua, voglio il tuo latte, ti voglio bere tutto, raccogliere ogni stilla sfuggita dalle labbra leccandole ingorda.
Il tuo sapore mi trascina, le tue dita e l'acqua assieme mi fanno fremere mentre l'orgasmo come un'onda mi scuote e mi fa urlare. Nello stesso istante sento il tuo corpo irrigidirsi e tremare, dalle tue labbra sfuggire un rauco gemito, mentre riversi in me il tuo caldo seme.
Entri nella vasca e mi stringi al tuo corpo appoggiando il volto al mio seno. L'acqua ci avvolge, ci lava, ci massaggia, mentre i nostri cuori tumultuosi placano la corsa.
Il tempo si è fermato.
Solo noi due, solo due corpi insaziabili che si cercano ancora, bocche fameliche che si trovano, mani che ancora esplorano indomite.

Usciamo dall'acqua, ci asciughiamo a vicenda velocemente e, mano nella mano, raggiungiamo il letto.

E ancora baci, ancora carezze, ancora sospiri.
Senza più fretta, con dolcezza infinita, ci amiamo imparando a conoscerci.
Le tue mani percorrono ogni mia curva, s'insinuano in ogni anfratto, e con la bocca ne segui il cammino. Mi fai vibrare come strumento nelle tue mani, mi sciolgo sotto ai tuoi tocchi. Fino a sentire il fuoco invadermi ovunque e giungere a implorarti di prendermi.
E di nuovo i nostri corpi fusi.
Penetri in me con vigore, spinte selvagge sempre più veloci mentre con la bocca soffochi i miei gemiti. Le mie unghie affondano sulla tua schiena, lasciando striature rosse come la passione che ora mi fa urlare. Sento il tuo calore riempirmi, urli con foga il tuo piacere e assieme raggiungiamo di nuovo l'estasi.
Avvinghiati e col respiro spezzato restiamo uno sull'altro occhi negli occhi, studiandoci stupiti e stremati.

Poi il sonno ci prende e ci avvolge.

Mi sveglio che ancora dormi.
Il tuo braccio mi tiene allacciata al tuo corpo. Cercando di non svegliarti mi sciolgo, scendo dal letto e vado a prendere il tuo regalo. Mi risiedo al tuo fianco a gambe incrociate e scarto un cioccolatino.
Lo mangio e ti osservo con amore: il tuo viso rilassato è soffuso di dolcezza, le labbra tumide hanno una smorfietta che evidenzia le fossette agli angoli, le lunghe ciglia tremano inseguendo chissà quali visioni. Affondo un dito nella mia bocca e lo estraggo avvolto di cioccolato. Lo strofino piano sulla tua e tu lo afferri fra i denti e lo succhi. Spalanchi gli occhi e dentro brilla il sorriso. La tua mano sale e con un dito mi pulisci un angolo delle labbra, poi ti sollevi e ridendo mi abbracci teneramente:
- Che fai Monella golosa, approfitti del mio dormire per mangiarli tutti da sola ? – ne prendi uno anche tu, e giocando come ragazzini li divoriamo tutti, improvvisamente affamati.









Matilde S.

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