Persuasione.
Voleva di più.
Non gli bastava che lei fosse pronta a tradire per la prima volta suo marito.
Era mesi che giocava con lei come il gatto con il topo.
Aveva deciso che l'avrebbe portata alla perdizione e adesso sentiva che lei era pronta a seguirlo nel suo gioco perverso.
Quella donna che aveva conosciuto tramite amici e che da subito le era parsa indisponente nella sua religiosa serietà.
Tutta casa e chiesa, niente lasciato al caso, così fredda e insulsa, perlomeno per lui che si era sempre ritenuto - un uomo di mondo - .
Eppure quella donna lo attraeva in un modo sconvolgente: il fatto che fosse così casta per quei tempi, la sua bigotteria così evidenziata.
Sulla quarantina, di media statura, niente figli, un corpo ancora sodo, una castità nel vestire che era paritario ai suoi istinti.
Una corazza esterna che avevo deciso di abbattere a costo di passarci dei mesi.
E mesi ci vollero affinché lei si lasciasse andare e accettasse che era una donna, una donna che non sapeva cosa volesse dire essere donna. Finalmente si era aperta, si era lasciata andare e aveva trovato il coraggio di parlare con lui di quello che a lui piaceva. Piano, con calma, le aveva fatto dire tutti i suoi modi di fare all'amore, di come lo viveva, e di come percepiva il godimento e ancora una volta aveva capito di avere ragione: quella donna non sapeva niente dell'amore o, per essere più precisi, non sapeva niente del sesso.
La sua unica esperienza era stato suo marito, il quale si era sempre limitato a rapporti corretti, senza mai superare quello che sarebbe andato contro una normale esigenza sessuale con lo scopo di fare figli.
Solo una volta aveva provato a fare sesso orale e ne era rimasta schifata; la sodomia, aveva sempre pensato fosse un castigo del demonio.
E io divenni il suo demonio.
In quei mesi avevo tramato la mia tela; non era cattiveria, era un gioco delle parti, dove io, amante libertino, volevo portarla ai miei piaceri.
Tutte le sere finivamo con lo scontrarci sul sesso e io ogni sera diventavo più intraprendente; lei ascoltava e ribatteva e io la provocavo, la portavo a leggere racconti erotici dove la fellatio e la sodomia risultavano piacevoli se fatti con il partner giusti.
Sentivo che cominciava a cedere, le sue risposte diventavano domande sempre più curiose e non respingeva più l'idea di queste varianti, le viveva solo con la paura dell'ignoranza e il terrore del dolore nel caso della sodomia.
Non si era mai posta il problema di toccarsi per godere da sola e mai si era eccitata fuori dal contesto del matrimonio... sino a quel momento.
Sentivo che negli ultimi giorni qualcosa era cambiato, la sentivo più partecipe, la sua voce diventava roca al telefono. Decisi che era il momento di chiedere di più.
- Stasera mi piacerebbe in webcam -
- Che ce di strano, non è la prima volta –
- Lo so, ma stasera vorrei che tu fossi senza reggiseno e con qualcosa che mi lascia intravedere le forme dei tuoi seni –
- sei pazzo?
- No, se non ti va lascia stare, ma non mi chiedere di venire per un po' -
- No, dai, che c'entra, lo sai che mi piace stare con te, ma una cosa è parlare, un'altra è passare a cose che io non ho mai fatto -
- Io adesso ho bisogno di più che parole. Se non te la senti... meglio smettere qui.
Sento un silenzio al cellulare che dura qualche secondo, ma che per lei deve essere una eternità.
- Facciamo così, tu vieni stasera, io ci penso.
Io approfitto del suo cedimento e dico;
- E mettiti una gonna, sai quanto mi piace-
Senza aspettare una sua risposta, chiudo.
Non voglio darle il tempo di riflettere, mi rendo conto che la mia richiesta mi ha eccitato e già penso a cosa vorrò da quella donna se questa sera sarà vestita come le ho chiesto.
Alle dieci di sera accendo internet e mi collego con lei, comincio a chiacchierare come sempre di tutto e poi, come sempre, la porto sul sesso, scaldo l'ambiente e, quando sento che la sua voce scende, diventando roca, le chiedo di accendere la webcam, che voglio vederla.
Vedo la scritta che posso vedere le immagini e subito accetto.
La conosco, conosco tutto del suo corpo nascosto, guardo subito la camicetta che ha messo e vedo con piacere che sotto non porta niente, vedo i suoi capezzoli, eccitati da quella nuova sensazione, spingere forte contro la stoffa mostrandomi quello che volevo vedere.
Guardo il suo viso, vedo che è tesa e aspetta di vedere cosa le dirò:
- Alzati, fatti vedere –
La guardo mentre spostando la sedia si alza e mi fa vedere la gonna nera stropicciata che le copre le gambe sino alle ginocchia.
Sono soddisfatto ed eccitato: sta bene vestita così e quella camicetta le toglie un poco di quell'aria da santa che si è creata.
- stai bene e mi sto eccitando -
Vado diretto con le frasi, non voglio che si rifugi di nuovo nella sua bigotteria.
La vedo arrossire, sa che le vedo i capezzoli per la prima volta e questa frase che ha sentito è una cosa nuova per il suo modo di vivere il sesso.
- Mi piacerebbe essere lì e accarezzarti i seni, poi sbottonare la camicia, toccarti la pelle e assaporare i tuoi capezzoli con la mia bocca –
Vedo un tremito sul suo corpo, riconosco l'eccitamento e, visto che lei non parla, continuo:
- Slacciati la camicetta -
Sembra in trance, rimane ferma ed io incalzo ancora più deciso:
- Slacciati la camicetta, fammi vedere quanto sei sexy –
Questa volta lei porta le mani sui bottoni, piano li slaccia e poi, per la prima volta in vita sua, mostra il seno ad un uomo che non è suo marito.
- Prendili tra le mani ed accarezzali come ti ho detto mille volte farei io, chiudi gli occhi e pensa alle mie mani -
La vedo che combatte contro la sua moralità, ma ormai gli argini sono rotti, le mani vanno sui seni e cominciano a sfiorare i capezzoli duri come bottoni. Piano si accarezza come tante volte le ho detto che avrei fatto io e in quel momento capisco che quella donna sarà mia nei modi più indecenti e che mi seguirà nel fuoco dell'inferno... del mio inferno.
L'incontro.
Sono diverse notti che le chiedo di accontentarmi nei miei piaceri virtuali: l'ho fatta vestire ancora più sensuale, con lingerie sempre più erotiche e le ho chiesto di toccarsi per me, non più solo il seno. Le sue mani sono andate sotto le gonne e, per la prima volta in vita sua, ha goduto pensando ad un altro, non suo marito.
- Trova una scusa per domani, adesso voglio sentire il tuo corpo dal vivo, farti provare quello che tante volte ti ho descritto, farti conoscere tutto di me -
- Non posso, anzi, potrei, ma ho paura di cosa vuoi da me -
- Sai cosa voglio e sai che vorrò sempre di più... tutto o niente: non sei obbligata, ma questo sono io, o mi prendi per quello che sono oppure sei libera di non cercarmi più.
- Ti prego... non dire così, lo sai quanto sei importante adesso per me.
- Bene, ti aspetto domani mattina fuori dalla stazione. Vestiti sensuale, con qualcosa di nero, e metti quelle autoreggenti che mi hai fatto vedere l'altra sera.
Aspetto una sua risposta che non arriva.
- Ciao, a domani – le dico
- Ciao –
E capisco che domani sarà alla stazione.
La vedo scendere dal treno, ancora una volta ha fatto quello che le ho detto; la sua gonna nera è per me un oggetto di desiderio che subito si propaga sotto i miei calzoni; sapere che presto farà con me cose che in vita sua non ha mai fatto mi fa esplodere di eccitazione, sento il mio membro soffrire chiuso dai miei slip.
Un saluto con la mano e la vedo incamminarsi verso il suo amante torturatore.
I miei pensieri sono sotto i suoi vestiti mentre fremente aspetto di toccarla per la prima volta.
- Ciao Patrizia, dal vivo sei ancora più bella –
- Anche tu sei meglio dal vero –
Lo dice con un filo di voce e, come un agnello che va incontro al suo destino, lascia che io la baci.
Sento per la prima volta quel suo sapore dolce su due labbra di seta. La stessa sensazione di quando tocchi una pesca.
Le accarezzo i capelli e allo stesso tempo le afferro il corpo; stringendolo a me le faccio sentire quanto la desidero.
Ancora una volta arrossisce mentre le apro la porta e la faccio entrare nella mia mercedes.
Guardo le sue gambe che cercano la posizione migliore e vedo quelle calze vellutate accarezzarle la pelle. Penso alle mie mani quando finalmente potranno prendere il posto delle calze e farle venire i brividi al pensiero di quanto seguirà.
I miei pensieri volano veloci come la mia macchina, la mia mano destra si appoggia maliziosamente sulla sua gamba, proprio dove finisce la sua gonna, e quel primo tocco della sua pelle, mi dà un brivido caldo che velocemente si sparge per tutto il corpo: lo stesso calore che sento sulla sua pelle mentre lei cerca di rimanere tranquilla.
Comincio a giocare con la sua gonna e piano piano guadagno qualche centimetro arrivando sopra le ginocchia. Lei, istintivamente, appoggia la sua mano sulla mia e fa pressione come per farmi capire che devo fermare quel tocco crescente.
La guardo deciso e le faccio capire senza parlare che deve lasciarmi libero di fare quello che il mio istinto mi chiede, lei capisce e piano alza la mano dandomi strada sul suo corpo e chiudendo gli occhi.
Salgo ancora e trovo la fine delle sue autoreggenti, lì la mia pressione si fa sentire; palpo il suo interno coscia e per la prima volta sento il suo sospiro dal vivo, il suo primo sospiro, che la porta a allargare leggermente le cosce lasciandomi più spazio per muovermi.
Guardo il suo viso teso che piano si sta rilassando, gli occhi chiusi le permettono di seguire le mie mani senza vergognarsi mentre il suo corpo mi lancia segnali inequivocabili.
I suoi capezzoli, come in web, hanno reagito e ancora una volta spingono soffrendo contro la camicetta che le ho fatto mettere, l'aureola è sproporzionata a confronto al seno e questo mi fa venire voglia di prenderlo in mano e palparlo, lascio che sia la mia mano sotto la gonna a prepararla mentre siamo quasi alla mia villa.
Il contatto con il suo piccolo perizoma fa sì che lei si sposti per facilitarmi il tocco e io percepisco i suoi umori che ne hanno abbondantemente bagnato la stoffa.
Le mie dita cercano furtivamente il caldo della sua intimità e si appropriano di quel frutto proibito a tutti sino a quel momento.
Lubrifico bene il dito con il suo desiderio poi esco da lei e metto a posto la sua gonna proprio mentre mi fermo e salgo sulla sua bocca, appoggio il suo umore sulle sue labbra e ne forzo delicatamente l'entrata. Lei apre gli occhi, capisce e prende il dito in bocca:
- Succhialo... comincia a abituarti con questo -
Avvolge il dito e, guardandomi negli occhi, comincia a succhiarlo e a simulare un pompino: il suo viso arrossato contrasta con quello che sta facendo e questo è un ulteriore colpo al mio basso ventre.
Fermo la macchina, vado a aprirle la portiera e, prendendola per mano, la porto nel mio mondo proibito.
La prima volta
La faccio sedere sul mio divano nero e mi metto davanti a lei. Le mie mani accarezzano il suo viso e piano scendono sul collo per fermarsi sui suoi seni; sento il suo cuore battere forte e questo muove i seni in modo esagerato.
Le slaccio la camicia e li lascio liberi di danzare, mi metto in ginocchio davanti a lei e li prendo in bocca. Con la lingua ci gioco e veloce passo da uno all'altro mentre le mie mani accarezzano i fianchi e il resto.
Il suo sospiro è come il suo battito, intenso e veloce; ancora non ha avuto il coraggio di farmi una carezza. Continuo a preparare il suo corpo e con le mani scendo di nuovo sotto la sua gonna, arrivo allo slip e, senza toglierglielo, lo sposto di lato. Poi le dico:
- Faremo all'amore solo quando ti sentirò implorarmi di prenderti -
Non aspetto risposta, con la testa vado sotto la sua gonna e con la lingua m'impossesso dei suoi umori ormai esageratamente sulle sue cosce, metto le mani sotto il suo sedere e, palpandolo, comincio a cercare il suo piacere.
La mia lingua esperta trova subito i suoi punti più delicati e presto la sento gemere forte. Cerca di resistere, ma inevitabilmente le sue mani prendono la mia testa e le sue parole cominciano ad essere confuse; io aumento la mia penetrazione orale e vado sul suo clitoride a scaricare la mia voglia cominciando a martellarlo.
- Ohhh... Dio mio, ti prego non fermarti... ti prego...
E poco dopo Patrizia ha il suo primo orgasmo con la lingua.
Io continuo, per molti minuti resto dentro di lei e sento i suoi umori scendere sempre più copiosi.
I suoi movimenti diventano scatti, ad ogni mia entrata lei ha un sussulto.
- Ti voglio... ti prego... voglio sentirti dentro...
A quella richiesta le prendo una mano e l'appoggio ai miei calzoni, senza smettere mi metto di fianco a lei in modo contrario e le faccio capire cosa deve fare.
- Lo sai che non l'ho mai fatto –
Non le rispondo, aumento solo il ritmo dentro di lei e dopo pochi secondi, sento i miei calzoni slacciarsi e scendere insieme agli slip.
Sento per la prima volta le sue mani sul mio membro teso, le sento andare su e giù ma non sento il calore della sua bocca, allora le prendo forte i glutei e, stringendoli, le succhio forte il clitoride. Lei emette un gemito forte, capisce il motivo di quel gesto e, aprendo la bocca, si posa sulla mia cappella cominciando a giocarci con timore. Superato l'impatto iniziale, sento che piano lo fa entrare in profondità e finalmente si appropria del mio sesso.
La sua poca esperienza viene supportata dalla sua voglia di soddisfarmi e così, con calma, io la aiuto a migliorare il ritmo. Quando sento che cresce di nuovo il suo piacere, esco un attimo e le dico:
- Quando sei pronta battimi sul fianco, veniamo insieme e vedrai che sarà bello –
Scendo di nuovo in mezzo alle sue gambe e ricomincio a leccare tutto di lei, come lei adesso sta facendo con me.
Passa un minuto e dietro a un gemito più forte degli altri, sento il suo tocco nervoso sul mio corpo, allora stringo le mie gambe attorno alla sua testa per evitare che nel momento dell'orgasmo lei scappi via sentendo il mio seme e, aumentando il ritmo, corro verso il paradiso.
Momenti indescrivibili seguono movimenti disordinati, poi sento il mio seme lasciarmi e riempire quella bocca calda e, con mia soddisfazione, sento che Patrizia non scappa, anzi, cerca di fare quello che le ho sempre raccontato.
Esco da lei per vedere il suo primo pompino con ingoio e vedo che lei mi guarda passionale mentre cerca di trattenere il mio sperma dentro di lei, le prendo la testa, spingo il mio piacere al limite della sopportazione e poi, sfinito, cado al suo fianco.
Ci vogliono almeno trenta secondi perché i cuori tornino normali, lei cerca parole che la rassicurino, mi dice:
- Era così che volevi lo facessi... ti è piaciuto? Sono stata brava?
Non le rispondo, con gli occhi mi faccio capire, poi ci ripenso e dico:
- Vieni qui, baciami, senti il tuo sapore, mischialo con il mio –
Esegue felice quell'atto di dolcezza dopo quella esperienza.
I baci si susseguono ed io non ho bisogno di altro tempo per rinvigorire il mio piacere, ho troppe voglie da soddisfare e quella donna mi eccita molto,
- Girati –
- Ti prego, non chiedermi questo –
- Se ce qualcosa oltre al sesso, non mi chiedere questo –
- Non so cosa sia con te... scopriamolo insieme -
- Girati –
Si alza dal divano e senza parlare si mette in ginocchio sul tappeto con le mani che si appoggiano sopra, divarica le gambe e, abbassando la testa tra le due braccia, chiude gli occhi.
Ha un sedere stupendo, le natiche sono due mezze lune e il mio desiderio di maschio cresce a quell'immolazione corporea.
Sapere che sarò il primo mi stimola oltre ogni logica, prendo un olio di vaselina che ho preparato dal giorno prima e dolcemente comincio a lubrificarle lo sfintere.
Sento la sua rigidità e il suo tentativo di espellere il mio dito che la prepara:
- Rilassati, respira forte e segui i miei movimenti.
Appoggio le mani sui suoi fianchi e cerco di calmare il suo tremore quando appoggiando il glande, le faccio percepire il momento.
- fermati, ti prego fermati –
Queste parole strozzate in gola, seguono la mia prima spinta: l'olio fa il suo dovere, la cappella sparisce nel suo stretto buco e solo le mie mani forti, la tengono nella posizione iniziale; il suo tentativo di sfuggire, finisce contro il divano, le sue braccia molli cercano spazio.
- Metti quelle braccia contro il divano e spingi il sedere verso di me -
La mia voce non accetta replica; vedo che si rimette in posizione e piano alza il sedere mentre con un movimento leggero cerca di accontentarmi.
So che sta soffrendo, ma adesso penso solo al mio piacere, le mie mani vanno sui suoi seni e il mio corpo si appoggia alla sua schiena. In quel momento Patrizia perde la sua ultima verginità.
Lascio scivolare il mio membro sino in fondo, solo il contatto del mio scroto contro la sua pelle mi calma e a quel punto comincio il mio avanti e indietro dentro di lei, incurante dei suoi lamenti.
Passa qualche minuto prima che Patrizia si calmi ed accetti il mio membro completamente dentro di lei, nel frattempo io sono sceso con le dita sul suo pube e la accarezzo. Lei adesso geme diversamente, il dolore si è mischiato al piacere e per la prima volta mi dice:
- Sì, non ti fermare, fai quello che vuoi, ma non ti fermare –
E io affondo il mio pene in quella carne morbida con ancora più passione.
Passano cinque minuti in cui lei passa dal piacere al dolore e viceversa; poi a un certo punto dice:
- Ti prego vieni, non ne posso più, ti prego...
I suoi seni, arrossati sotto le mie strette, subiscono gli attacchi come i suoi glutei e tutto è stupendamente sexy, talmente sensuale che mi lascio andare e lascio liberi i miei ultimi succhi che presto scendono a scaldare l'intestino di Patrizia.
Urlo il mio piacere con un ultimo colpo di reni che la fa urlare un'ultima volta e poi mi lascio cadere sulla sua schiena facendola cadere a sua volta sul tappeto.
L'animale che è in me sta lasciando il posto all'uomo, le accarezzo la schiena e le dico parole dolci, so che dopo quel sacrificio, Patrizia sarà per sempre mia.
- Che ne dici di mangiare qualcosa adesso?
- Non abbiamo ancora fatto all'amore normalmente e ho un sacco di idee indecenti su di te –
Vedo un brivido percorrerle la pelle e la sua risposta è quasi un sussurro:
- Dio mio, ma cosa pretendi ancora da me...
- Tutto e di più... molto di più...
- Con quelle parole vado a preparare qualcosa da mangiare, mentre con la fantasia sono già oltre ogni decenza.
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