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Racconto n° 3345
Autore: Morgain Altri racconti di Morgain
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La vita è liquida

... prima che si oscuri il sole,
la luce, la luna e le stelle
E la lucerna d'oro s'infranga
E si rompa l'anfora alla fonte.

Qoelet



- Questo figlio è figlio di noi tutti - . Il tuo successo, il tuo miracolo. Mio figlio...
Ma poi hai aperto le tue mani, e nei palmi dischiusi vi era un dono di morte per me.

A volte le persone scompaiono come sassi lasciati cadere in uno stagno. Per un po' restiamo a guardare, cerchi riflessi nei piccoli gorghi; poi, sembra perfino strano che qualcosa sia stato lì.
Quelle acque, non tracimeranno mai.
Perché la vita, sai, è davvero liquida: è l'arte, la sola forma che la contiene. E' una revulsione di linfa all'apparente superficie, incoesa, e noi, esuli che hanno a disposizione solo il linguaggio del vecchio mondo. Così, la scrittura si fa alchemica, diventa orecchio interno, metrica sonora, arco di violino. Ed è materia, qualità mesmerica della luce, riverbero e chiarore. Ma prima viene la parola, inattingibile e misterica, pozzo sacro del sempre-pieno Ci sussurra su un foglio, e le parole hanno un suono e un sapore. O può essere invece jazz, come un'esecuzione di Coltrane, dove i passaggi sono inavvertiti, poi ci guardi dentro e scopri tagli, lacerazioni, la sdrucitura che non puoi ricomporre, perché è venuta a mancare la stoffa.
Ecco, la vita è così.
Invece, come pianeti intorno ai corpi immobili, disegnamo la traiettoria nello spazio assegnato della sfera armillare, per quanto eccentrica possa essere l'orbita. Vi sono rivoluzioni copernicane non ancora avvenute, e parallassi incalcolabili nei moti sempiterni dell'anima.
La commedia umana dà spettacolo di sé nel labirinto degli specchi, e ne facciamo tutti parte, al di là degli opposti moralismi; l'attitudine cinica quanto la supposta solarità, travestimento esse stesse. Ma se dietro la maschera congelata, il ghigno o lo sberleffo sono ugualmente fissi, allora è segno che stiamo recitando per noi stessi: la rappresentazione si è tramutata in farsa.
E' che non siamo cambiati molto, da quando battevamo le mani a pugno sul torace villoso - l'irrinunciabile ego. Non usciamo da noi stessi, pure ci sembra strano non scorgere nulla di nuovo; il piccolo strappo, superiore alle nostre forze.
La verità a volte è come la giovane e bella figlia di re della quale narra l'esiliato di Akbar, e la scrittura i lembi del manto di cui la rivestiamo, nel suo sonno indifeso.
Talora il velo si solleva, e ci mostra come non sia possibile affermare nulla di autenticamente sincero riguardo noi stessi, allora ci confortiamo dell'altrui opinione, la nostra prefazione. Così, la Biblioteca Totale, non estrusa, continua ad accrescersi, quasi fosse una germinazione spontanea e non l'eterna rimasticatura, la ruminazione. Forse un giorno imploderà; o giungerà infine la catastrofe inenarrabile, a liberarci dalle spoglie obsolete della memoria.
Frattanto, maschere di cera si uniscono piroettando al Gran Ballo, fasci di muscoli tesi o vibranti guizzano sotto il costume succinto; alcuni entrando in scena indugiano con movenze languide. La figlia del re sogna, e nel suo sogno edifica la fragile bellezza del mondo.
Lo scrittore-bagatto, apprendista stregone (giocoliere?) scrive, scrive, tenta di soverchiare la successione degli istanti. Stilema del possibile, vero metronomo umano, estrinseca pulsioni e rasenta l'annichilimento, avvitando il tempo su se stesso nella polarità del Pendolo. Adorna le stanze del labirinto, certo che lo vedranno ripassare - egli crede a ciò che scrive. E' il tracoma della sensibilità.

***

Né occhi per guardare, né braccia che possano tendersi verso le mie.
Correva l'auto quella notte, e sembrava volasse, in una Roma deserta e ghiaccia. Correva senza ragione. Sullo schermo nero ho visto le pareti del suo piccolo universo collassare, spingerlo lontano da me.
O è questa notte...?
Estranei mi circondano; hanno facce come pietre. Io sono acqua, e scivolo via.

"Raccontare è un mestiere, e non c'è nulla di romantico."
Dissi così - ricordi? - e lo penso ancora, sai. Lo penso ancora.

Morgain

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