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Racconto n° 3363
Autore: Nut Altri racconti di Nut
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Ritorno
Lo squillo del telefono interrompe il flusso dei miei pensieri, ed io, di malavoglia sollevo la cornetta; la voce che ascolto mi fa sussultare: - Ciao, Claudia - .
Mi dico che non è possibile, non può essere lui, dopo tanto tempo, ma il brivido che mi percorre la schiena mi conferma che non sto sbagliando: Marco.
Rimango in silenzio, il fiato sospeso, in attesa.
- Claudia... mi sei mancata, e mi manchi tanto, lo sai? -
No, non lo sapevo, credevo proprio che dopo il nostro forzato addio, dovuto alla scoperta della nostra relazione da parte di sua moglie, lui mi avesse dimenticata.
E invece sono passati due anni, e dopo un così lungo silenzio ora mi cerca di nuovo...
- Marco, che vuoi? - gli dico con la gola chiusa, ma poi rispondo: - Anche tu mi sei mancato - .

E' così, ed è tutto come allora; di colpo il passato ritorna, anzi, il ricordo non è mai scemato. Ci troviamo a parlare al cellulare, a scambiarci parole infuocate che ci eccitano.
Pieni di voglia ci accarezziamo l'un l'altra, prestandoci le mani, titillando i capezzoli, tormentandoci il sesso, ficcandoci le dita in bocca e in ogni orifizio possibile, per poi leccarle...

Le parole sono rotte dal desiderio, dai mugolii di piacere, dai gemiti. Le espressioni sono forti e crude, infiammano la nostra lussuria. L'orgasmo mi sale da dentro, potente, esplode dilagando nel corpo, mi invade la mente soggiogata dalla sua voce alterata, nel momento in cui lui mi grida: - Ti godo! -
Ritraggo dal sesso le dita bagnate del mio succo e avida le lecco mentre immagino il suo ventre proteso, fremente e la sua trionfante virilità.
- Sei mia – mi dice – ti amo e sono rimasto troppo tempo senza di te. Voglio incontrarti. -


***



Così ora mi dirigo verso quel bar fuori mano in cui ci incontravamo allora.
Sono un po' in ritardo, ho indugiato a truccarmi con cura, a scegliere un abito elegante e sexi, e mi sono provata molti completi intimi prima di optare per quello che indosso: un bustino di tulle nero, con le coppe del reggiseno che arrivano solo ai capezzoli, lasciandoli in mostra, e il reggicalze incorporato.
Le calze, velatissime, mettono in risalto le mie gambe slanciate dai tacchi più alti che possiedo, e il perizoma di velo nero finge di nascondere il pube perfettamente depilato, mentre esalta la rotondità dei glutei sodi.

Ho esitato un pò prima di indossare questo completo particolare, ma poi ho pensato che è ideale per questa occasione anch' essa particolare.
Guardandomi allo specchio mi sono detta: - Sembri una troia di lusso, Claudia - e ho sorriso.
Sto entrando nel locale, ondeggiando lievemente sui tacchi con la mia andatura elegante e sensuale, col cuore che mi batte forte nel petto.
Lui è già lì, seduto ad un tavolino, in attesa, e appena mi vede scatta in piedi e mi viene incontro.
Mi avviluppa tutta nel suo sguardo, mi avvolge in un abbraccio forte, attirandomi a sé, incolla la sua bocca alla mia, succhia il mio labbro inferiore, mi insinua la lingua in bocca, mentre si fa scorrere tra le dita i miei capelli sulla nuca.
Il tempo pare fermarsi, mi abbandono tra le sue braccia e sento le gambe molli, poi si stacca da me, mi prende le mani tra le sue, mi guarda negli occhi, mi dice: - Sei ancora più bella di come ti ricordavo, mi fai impazzire di desiderio. Ti voglio. Subito. -
Usciamo dal caffè diretti alla sua auto e lui mi dice di avere in serbo una sorpresa per me.

Mentre guida mi rivolge occhiate intense e mi spiega brevemente di avere affittato un monolocale spazioso in un antico palazzo restaurato, apposta per me, per noi, così potremo incontrarci in ogni momento libero, senza dover passare attraverso l' odiosa trafila di una reception d'albergo.
Sono stupita che lui abbia organizzato tutto così, prima ancora di conoscere la mia reazione alla sua telefonata di ieri, e gli esprimo la mia perplessità.
Mi risponde con quel suo sguardo ironico e quel suo sorriso enigmatico e disarmante che mi affascinano e mi carezza la guancia.
Siamo arrivati, scendiamo dall' auto e poco dopo siamo in ascensore.
Pensavo che mi abbracciasse di nuovo, invece si sta frugando in tasca. Ne estrae una chiave che mi mette in mano: - A te l' onore di aprire per la prima volta il nostro nido d' amore; questa è tua. - Mi trema la mano mentre apro la porta che si spalanca davanti a noi. Lui mi solleva in braccio come una sposa e mi depone delicatamente al di là della soglia.

Tappeti e mobili antichi, un tavolo intarsiato, un sécretaire, fanno un piacevole contrasto col letto modernissimo, che pare poggiare su un tatami. Specchiere ovunque, che moltiplicano le nostre figure vicine.
- Ti piace? Ho cercato per mesi, pensandoti - .
D'improvviso mi abbraccia e sento contro il ventre la sua erezione: nessun uomo ha il potere di eccitarmi così.

Gira dietro di me e baciandomi la nuca, tira giù la lampo del mio abito, poi una alla volta mi tira le maniche verso il basso e a questo punto il vestito, non più trattenuto, mi scivola ai piedi.
Vedendo la mia - mise - non trattiene un sussulto di stupore: - Claudia ... sei stupenda - e si afferra il cazzo al disopra dei calzoni, mentre mi guarda incantato.
Mi avvicino a lui e con poche abili mosse gli slaccio la cintura, gli sbottono la camicia, gliela sfilo, gli apro i calzoni, glieli calo facendoli scivolare sui fianchi e tirando giù insieme anche gli slip, poi mi chino sfiorandogli col viso il cazzo che ha un fremito, e gli levo, un piede dopo l'altro, i mocassini e le calze.
Quante volte ho sognato il suo corpo nudo dalla pelle splendente in questi due anni! Mi danzava nella testa, mi eccitava i sensi fino a costringermi a masturbarmi, persa nel desiderio.
Quasi non oso toccarlo, mentre lui già geme di piacere, allungando le mani sui miei veli, carezzandomi dolcemente e poi stringendomi le tette tra le dita, tormentandomi i capezzoli irti per il suo tocco.

Poi così nudo si getta ai miei piedi, risalendo coi baci dalle caviglie fino a dove le calze finiscono, mettendo a nudo la carne, e qui la lingua indugia, ora su una ora sull' altra coscia, mentre le sue mani mi stringono i glutei, li accarezzano, li massaggiano, li pizzicano, così che io mi sporgo verso di lui col bacino e allora la sua bocca è sul sesso, a baciarlo attraverso il velo degli slip, a morderlo, a premerlo, facendomi gemere e bagnare.
Con la lingua asciuga i miei succhi attraverso gli slip e poi me li insinua dentro le labbra e me li fa scorrere avanti e indietro, segandomi la fica, finché grido e allora con un colpo secco li strappa e li butta via. Poi, con la testa fra le mie cosce, affonda la bocca nel mio sesso mugolando, stringendosi il cazzo con una mano mentre con l' altra esplora il mio corpo.
Si sdraia sul tappeto e vuole che mi metta accoccolata sul suo viso ... così è libero di slinguare ogni parte di me, dalle labbra al perineo all' ano, mentre le sue mani mi lavorano le tette con carezze voluttuose che me le fanno gonfiare di piacere.
Le leccate con la lingua larga e piatta, piena di saliva, mi provocano sussulti che si propagano dall' utero in fermento alla fica madida e gonfia, al clitoride infuocato e fremente, al buchetto che si contrae ritmicamente, finché sento che la lingua, diventata ora appuntita e dura, penetra proprio lì.
Provo un piacere che aumenta le contrazioni, mentre gli rivolgo parole rotte e invocazioni - ancora ancora ancora ... -
Invece mi solleva, si alza a sua volta, mi dice: - Voglio fare una cosa con te - .
Mi fa mettere a quattro zampe, mentre ancora sto godendo il mio orgasmo, prende da un cassettino del sécretaire un tubetto, poi si insinua sotto di me, dove pendono le tette e le succhia con forza, alternativamente, prolungandomi l' orgasmo, finché grido e mi abbatto stremata su di lui.
Allora si stacca, mi carezza tutta a lungo e mi rimette nella posizione di prima.
Ora il mio culo tondo è in tensione e il buchetto di colore rosa scuro è in piena vista. Anch'io mi vedo riflessa negli specchi che sono da ogni parte e penso che devo apparirgli eccitante.
Ha aperto il tubetto, lo avvicina al buco, lo allarga un po' con le dita e ve lo introduce per due centimetri, lo spreme dentro e sento una gelatina fresca che mi inonda.
Mette via il tubetto e mi accarezza con le dita unte di gel anche fuori, poi pianissimo gioca con il glande che scivola dolcemente dentro di me; con tutto quel lubrificante, in breve anche il resto del cazzo mi penetra senza fatica ... mi sento completamente piena di lui, le viscere invase dalla sua carne fremente, e volto la testa a guardarlo. Ha gli occhi lucidi, la bocca semiaperta, al massimo grado dell'eccitazione, mi dice: - Sei una donna meravigliosa - .
Rispondo con un gemito di piacere, poi sento le sue mani che mi sollevano i fianchi e le cosce, mentre anche lui si solleva.
Ora lui è in piedi e mi tiene saldamente per le anche, il cazzo piantato dentro il mio culo fino alle palle, e io poggio per terra solo con le palme delle mani.
Mi chiede: - Ti piace, amore? Non ti faccio male? -
Oh, no, non mi fa male, mi fa morire di piacere e di eccitazione questo suo gioco nuovo e bellissimo... riesco solo a dirgli che mi piace da impazzire tutto ciò che lui fa con me.

E allora mi fa tentare un passo. Muovo una mano, poi l' altra, spostandomi in avanti, e ad ogni movimento, sento il suo cazzo dentro le viscere muoversi e provocarmi spasmi di piacere intenso, e faccio il giro della stanza, piano, assaporando il godimento, una carriola umana condotta da lui che mi guida e gode con me, mentre guardiamo noi stessi ritratti dalle specchiere in cui leggiamo le nostre movenze, i gesti, il piacere che proviamo.
- Voglio il tuo sperma in bocca, voglio berti tutto! - . Sento che sta per venire, avverto contrazioni fortissime, mie e sue, dentro di me.
Esce... io cado sul tappeto, mi trascino davanti a lui, premendomi una mano sul sesso, guardo il suo splendido cazzo che sta per esplodere, mi pongo davanti spalancando la bocca.
Lo prendo fino in gola, curvando la testa all' indietro, ma poi, nel momento in cui sgorga il suo liquido odoroso, lo tengo nella bocca solo fino a metà, per potere bere tutto, stringendo le labbra intorno al cazzo e succhiando con estremo vigore tra gli spasimi di un orgasmo che è anche mio.
Dopo, ci baciamo a lungo assaporando i nostri aromi e alla fine lui mi dice: - Possiamo anche usare il letto ora... vuoi riposare un po' con me? -

Nut

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