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Racconto n° 3396
Autore: LaPassiflora Altri racconti di LaPassiflora
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Il Focolare
Le parigine, calze sfacciate ai piedi di Tonia. Una donna che si è fatta da sola, un colle di voglie; - da lasciar stare - , secondo qualcuno.
- Si tratta di un'erba gramigna che cresce scomposta - , hanno detto due uomini, uscendo da sotto quegli alberi, venerdì sera.
- Tonia spicca - , dicevano, "tra la carrozzeria abbandonata in mezzo alla strada. Sotto di lei c'è un passaggio orgoglioso, un antro di seta che sovrintende su tutto. Una sorpresa per noi, da accarezzare lenta, più volte, non appena lei esce di casa. -
Sotto la piana del ventre, dove giacciono i petali pubici, Tonia nasconde una zona di alberi e foglie.
L'impurità delle voglie, Tonia la schiude a chiave la sera prima di uscire. Dopo aver dormito di giorno, ha bisogno di andare avanti parecchio sulla sommità del poggetto. Là ogni ricciolo rosso avvampa con comodo, finché un'espressione da sogno le si dipinge sul volto.
Tonia muove verso l'interno le foglie precarie e le viene un'idea, intrecciare bene il suo interesse cremisi sul punto più alto; senza rendersi conto, Tonia ripete il gioco più caro alle dita curiose del vecchio marito.
Toto, sempre a voler abbassare la fiamma di Tonia con il proprio respiro. Toto amava la sua rosa distesa del corpo, gli piaceva immaginare di poter spiare il sopraggiungere di un fremito dal suo ombelico, con voce strozzata poi le diceva: "il tuo calore non sarà mai abbastanza".
Tonia adesso annuisce e resta in silenzio, ripensa al passato e ribatte che aspetta la sublimazione diletta. Il suo fascio di latte, che considerava un bene prezioso.
Pensa che anche a febbraio le notti brillano ancora, e risente la lingua di lui mentre richiede tutto quel tempo.
Nemmeno uno scatto vorrebbe. Nemmeno un rumore leggero, Tonia non vorrebbe guardare comunque quello che la sorte le ha riservato.
Ripensa al pennino elegante di lui e con la mano compone geometrie brillanti, arzigogoli intorno al suo nido. Tonia tira un sospiro e lascia che l'ape di lui giocherelli sulle sue spalle. Vaga nel mare di quella scrittura di baci senza mai osare scostare le mani. Cosa che non riesce con loro, gli uomini che oggi le salgono in macchina una volta che il sole è al tramonto.
Ripensa solo al marito e ricopre ogni giro di quei pungiglioni difformi. Ogni affiorare bagnato.
Finge con uno scatto di odio.
Senza lasciare mai stare, strofina e grattugia affinché venga via tutto.
Poi, quando è tempo di rimettersi a posto, quando non importa quanto nettare mistico abbia sfinito l'attesa, Tonia allontana il futuro in cui si ritrova. Il manifesto della degenerazione che ondeggia ogni giorno sui suoi soffici peli e fa bruciare Tonia, al sollievo di quelle papille sleali.
Tonia sorride al suo danno.
Dimentica, dopo il pellegrinare di setola in setola, di bava e di soffi sopra le sue membra distese, da chiunque si lascia abbrancare.
Torna al marito, alle sue improprie proposte. Alla sua mano che scarmiglia la piccola chioma dentro la bocca, Tonia si porta quello che conta fin dove ha inizio il riposo.
Ripensa, Tonia, mentre risale in macchina e torna a casa. Tutta la mobilità del suo corpo si erige al respiro, Tonia all'improvviso risente il marito in mezzo alle cosce come se fosse una volta.
Come era bello quel tempo, si dice, l'accelerazione imprecisa del battito e il ghirigoro che il piccolo arto compiva sulla sua zona sensibile.
Frequenza e scosse, commentava ogni volta. Tonia, del tutto sincera.
Dopo di allora, immersa nelle rive del freddo, la sua area scarlatta non si è più data all'organo giusto e l'olio nudo di Tonia è sgorgato libando punte di ape che non conoscono amore.
Gli anni hanno portato le piccole terminazioni degli uomini ad agitarsi in modo scorretto dentro di lei, battendo sopra la sua pietra rubina, dove Tonia ora impazza.
Tonia ricorda che il marito amava solo guardandola, la foga era ferma e lui la osservava.
Le immersioni dei sensi la sciolgono ancora quando ci pensa, la rivoltano sotto, lei che era sempre disposta alle incursioni della sua famelica bocca.
Il suo stretto passaggio non chiederebbe: - smettila per favore - , ma arriverebbe sempre al momento, se il marito potesse spargerla ancora vaga nel senso.
Vorrebbe, Tonia, il suo vigile armento, perché lui soltanto sapeva estinguerla una volta dentro l'incendio. Eccessivamente scrupoloso, la esplodeva in sensazioni intense di piacere, senza chiedere nulla.
Lui la sfiorava, e per effetto si masturbava da solo. Distendeva la fronte e andava, con le mani, sulla sua ape a punta di nave.
Nessuna parola gonfiava tra loro, Tonia se lo rammenta, nessuna promessa scrutava il se dopo.
Gli uomini oggi non conoscono invece il loro destino, ma rivedono l'erba di Tonia ogni volta che vogliono. Uno scompiglio esagerato.
Il suo cuore vermiglio.
"Anche la prossima volta", le dicono, "sarai la nostra serata - .
Solamente il sopire del fuoco, nel focolare smorzato, crepita ancora sotto le ceneri per la brace accesa di Tonia.
Dall'amato suo Toto.



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