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Racconto n° 3441
Autore: LaPassiflora Altri racconti di LaPassiflora
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Stai con me
Cara,
non voglio persuaderti, ma me lo garantisce il sangue, è il desiderio che mi mantiene viva. Il pensare a te che hai lasciato un segno.
Ogni notte è un'inalterata eleganza di movimenti, un gioco del nostro immaginario femminile.
Senza eludere espressioni violente, ti cerco e il modo in cui mi limito a sfiorarti attraversa un codice prescritto. So quello che ti piace, so cosa vuoi, la mia funzione è riempire questo sentimento e con deliziosa gratuità mantenere vivo il desiderio.
Non dichiaro niente mentre i nostri corpi si prolungano indefinitamente in uno stato di contiguità.
La tensione erotica è diventata protagonista di una passione mai placata.
Non me lo spiego, ma da quando ti guardo sei in fondo all'anima Amore Mio.
Eppure sono anni che ci conosciamo e ci incontriamo in questo letto, le redini di una realtà per cui la lontananza è una bellissima utopia a rendere possibile il possesso.
Tutte le mattine - e tutte le sere, ti vedo coricarti accanto a me ma non c'è volta che non temo di essere sul punto di perderti per sempre.
C'è una corrente insostenibile, simile al primo momento di attrazione. Lei, mi dico, congelata nella mente, di lei mi piacciono così tanti fotogrammi.
È un guaio che la mente si sia specializzata su di essi, ci sono belle parole e quadri di sensazioni forti. Una galleria di ricordi che si espone davanti ai miei occhi quando è troppo tardi.
Troppo tardi per dormire, per non aver paura che mi vuoi lasciare.
Da tempo la dialettica del sentimento non è mai immobile.
L'appagamento della carne è un fattore di instabilità, non è nelle mie intenzioni ma non fuga i miei dubbi: un vento imperioso si raccoglie sulla nostra pelle mentre le mani si intrecciano, e la trama è talmente rossa, che una fatale caduta del desiderio o la scomparsa del fantasma amoroso sembrano di natura inquisitoria.
La paura ci duole ai muscoli, ci è impedito il blocco di un lieto fine.
Gli eventi non sono più sorprese, si ripetono, noi li collezioniamo; ma il procedimento del possesso e della perdita è così ben congegnato che ogni volta si riproduce lo stesso schiamazzo con la stessa complessa attrattiva.
La medesima trama immutabile di una passione da brivido, dove la preoccupazione di perdere tutto è lo stupro dell'abitudine e di ogni certezza.
Non c'è sicurezza infatti, diversa da questo congegno d'Amore che mi lega a te e te a me. Da questa dipendenza. Un requisito sfuggente e quasi inavvertibile.
Un registro che oscilla sull'orlo di un precipizio.
Si chiama Piacere, quest'atto multiforme con cui mi fai godere e mi assicuri una prodigiosa longevità ricambiata.
Mi conosci, e conosci l'arte di un certo non-so-che. Ammaliare è l'esibizione regolare della nostra coppia rispettabile.
Due donne-donne, talismano di un amore incauto.
Una sorta di auto-ironia, di solennità che si aggira intorno a noi e ci traccia un percorso obbligato, trasformare le nostre incertezze in rituali di fascino.
E' questa la vitalità che ci toglie il fiato. E' questa, Anna. Una trasparenza insopprimibile, un pezzo di me stessa.

Tua sempre.
Silvia


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