Preparai la stanza con mimose sparpagliate sul letto.
L'effetto era molto scenico e lei sicuramente l'avrebbe apprezzato: era molto tradizionalista e ci teneva a quei piccoli particolari che la facevano sentire bene e desiderata.
Io, come sempre, esageravo, ma lei meritava questo ed altro.
Mi aveva cambiato la vita da quando l'avevo incontrata: era sensuale, donna in un modo sconvolgente, una bellezza mozzafiato dentro un corpo statuario.
Dopo un corteggiamento da sfinimento, finalmente aveva accettato di stare con me e adesso io l'aspettavo per la prima volta nel mio appartamento.
Era tutto pronto: luci soffuse, vino a hoc, cena prelibata e poi, finalmente...mia.
Questa era la mia aspettativa che si materializzò quando la vidi; lei era vestita sicuramente per una serata speciale: il suo vestito rosso finiva sopra le ginocchia; i suoi seni, liberi da vincoli, sprigionavano erotismo da tutti i pori sotto quella stoffa, le sue calze blu lasciavano presagire dell'intimo da sballo e le sue scarpe con tacco a spillo, in tinta col vestito, erano il suggello del buon gusto.
Gustammo la cena e il vino, poi io mi alzai dalla sedia e andai alle sue spalle; la candela emetteva una luce sensuale, le ombre danzavano con noi mentre cominciavo ad accarezzarle i capelli.
Mi ero tolto la giacca e slacciato la camicia, il caldo e il vino m'inebriavano; mentre con le mani ero sulle sue spalle e la mia bocca era sul suo collo, lei, ancora seduta a tavola, seguiva i miei movimenti con piccoli sospiri. Ora le mani erano sulle spalline del vestito e veloci le facevano scendere, i seni liberi, piccoli come un bicchiere di champagne, avevano la pelle d'oca per quell'aria frizzante della primavera ormai imminente e l'emozione.
La feci alzare e le feci sfilare il vestito rosso, bellissimo, ma ormai ingombrante.
Rimase in piedi davanti a me con le scarpe, le calze autoreggenti e un piccolo perizoma a difesa del suo pube: lo spettacolo era incredibile, lei era ferma lì davanti, stupenda visione, poi le sue braccia si allargarono sensuali e con un dito mi fece segno di avvicinarmi; io ero perso in quello sguardo, mi risvegliò il suo calore e finalmente tornai in me.
La portai nella stanza da letto e vidi la sua espressione felice e sorpresa alla vista di quella copertura di mimose, la feci sdraiare e maliziosamente le dissi: " Era tanto che volevo farti una festa come si deve"
Lei altrettanto maliziosamente sorrise, il pensiero rivolto al resto della serata.
La baciai mentre con le mani le accarezzavo il corpo, lei mi spogliava frenetica mentre la mia lingua scendeva sui seni e proseguiva più in basso, all'altezza del perizoma ormai bagnato.
Era talmente piccolo e carino che non pensai minimamente di toglierlo, lo spostai e cominciai a baciarle il pube quasi libero da peli, lei nel frattempo aveva preso il mio membro in mano e lo stava accarezzando.
I movimenti istintivi e sensuali ci portarono ad essere ognuno con la bocca sul sesso dell'altro; cominciammo a fare una doppia fellatio con una calma e un'esperienza che presto ci portò a godere, assaporando i nostri umori.
Le urla di piacere smorzate sui nostri sessi erano ampliate dai brividi e tremori dei nostri corpi.
L'appagamento momentaneo fu seguito da languide carezze, dolci effusioni che si protrassero fino a risvegliare i nostri sensi; la sua bocca sapiente riprese possesso del mio membro e lo preparò alla delizia del suo fiore; una volta pronto, lei dischiuse le cosce e per la seconda volta alzò il dito e mi fece cenno di prenderla.
Io ero ipnotizzato da quella donna, mi avvicinai e guardai quel piccolo pezzo di stoffa che aveva a lato e quella carne così rosea e perfetta che proteggeva e gonfiava il suo pube; mi sembrava di sentire le pulsazioni del suo cuore, così dolcemente aperta sprigionava sensualità alla massima potenza; non c'era volgarità in quel suo atto d'amore.
Il mio membro si fece strada in quel tunnel rovente; sentivo le sue contrazioni che lo stringevano, le mie vene erano allo spasimo, lo scontro dei due sessi era l'apoteosi di quella giornata. Le mie spinte decise erano esaltate dalla stretta dei suoi muscoli pubici, i contatti estremi creavano una scossa indicibile, le nostra grida di piacere aumentavano come i nostri ritmi. L'urlo liberatorio che ci unì è un ricordo che ancora oggi mi porto appresso e che mi fa pensare quanto sia bello fare l'amore con una donna e di come possa essere fortunato chi ama ed è amato.
Fantasypervoi