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Racconto n° 3458
Autore: Matilde S. Altri racconti di Matilde S.
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Deliziosamente impudica
Occhi neri, inquieti e misteriosi.
Li senti addosso come fossero mani:
Ti camminano sopra volitivi;
Ardono la tua pelle;
Percorrono ostinati ogni tuo particolare;
Ti serrano in spire voluttuose;
Un tocco che ti illanguidisce e risveglia euforizzanti emozioni.

Da ore ti osserva, enigmatica ed imperscrutabile.

Non sai chi sia nè perché sia qui, ma avverti un'inconsueta empatia fra voi, un legame occulto ed inscindibile a unirvi.
Percepisci la sua rabbia e la sua lussuria intrecciarsi spregiudicatamente in un vortice che si proietta su di te con esplicita precisione.

È splendida, una tentazione a cui non vuoi sottrarti.
La sua pelle ha il colore della cannella, i capelli sono lunghi fino al sedere, un manto di lucida ossidiana trattenuta ai lati da due mollettine di strass.
Il corpo è di una bellezza travolgente, flessuoso come un salice, la vita sottilissima si colma nell'opulenza di un culo alto e sodo, il seno rigoglioso e pieno è evidenziato da una scollatura audace.

Continui il tuo lavoro stranito e perso, cercando di non guardarla, di non voltarti ancora.

Ma non riesci.
La magliettina le arriva appena all'ombelico.
Il ventre piatto è esibito spudoratamente ed i jeans sono a vita talmente bassa che basterebbe un centimetro per vederle il pelo.

Affascinante e deliziosamente impudica.

È seduta all'angolo del bar su di uno sgabello alto e muove un piede in un dondolio ipnotico.
In mano ha un bicchiere semivuoto dove il ghiaccio si è oramai sciolto da tempo.
È arrivata in compagnia di un uomo.
Sono rimasti fermi a parlare all'ingresso, sembrava discutessero, ma vi era talmente tanta gente che ti era impossibile capire cosa dicevano. Li hai visti poco dopo seduti assieme dove ora lei è sola. Lui ha ordinato da bere per entrambi e hanno continuato a parlare. Probabilmente a litigare, a giudicare dai loro sguardi cupi. Sicuramente lui era nervoso. La sua voce ogni tanto giungeva fino a te, non si capivano le parole, ma il timbro era acuto e ruvido.
I clienti facevano la fila alla cassa coprendoti la visuale e per un po' li hai persi di vista. Quando la folla è scemata hai visto lui alzarsi e la bocca di lei atteggiarsi ad un sorriso gelido. Le parole non si sentivano, ma dal labiale ti è parso lo mandasse a quel paese. Nel viso di lui vi era un diluvio, gli occhi erano torvi mentre si voltava e usciva frettolosamente dal locale.
Rimasta sola lei si è afflosciata un attimo, il corpo sostenuto dal bancone, lo sguardo sperduto e lucido. Ma quando i vostri occhi si sono incrociati l'hai vista cancellare ogni sfumatura di debolezza con orgoglioso pudore. E da quel momento sei diventato il fulcro su cui ha incatenato gli occhi.
Alcuni clienti alla vista di una giovane donna così bella e sola le si sono avvicinati. Ma lo sguardo duro con cui li ha accolti ha spento lo zelo anche dei più ostinati. Ti sei divertito a vedere come se ne andavano velocemente. Non sai cosa sibilassero le sue labbra, ma sicuramente non erano parole incoraggianti.
La tenevi d'occhio, pronto ad andare in suo aiuto se qualcuno diventava insistente, ma dopo poco hai capito che era in grado di difendersi egregiamente.

Gelida ed estremamente intrigante.

Ora il locale si sta svuotando. I camerieri girano fra i tavoli rassettando, mentre tu saluti gli ultimi avventori. Ma lei ancora non si alza, non accenna a voler uscire neanche quando le luci esterne si spengono segnalando l'ora di chiusura. Un cameriere si avvia verso di lei per dirle che il locale sta chiudendo, lo intercetti con un gesto e gli fai capire di lasciarla stare. Chiudi la cassa, ti alzi e ti avvii nella sua direzione.
Le arrivi vicino e sorridi prima di parlarle: - Signorina il locale sta chiudendo... - Ti guarda pensosa, ti pianta addosso quegli occhi grandi e scuri come una notte senza stelle e tu senti la bocca seccarsi per l'incongrua emozione che pervade ogni briciola del tuo corpo.
Quando ti parla la sua voce è di una dolcezza disarmante: - Sì, scusami Alberto, ora vado. -
Ti ha chiamato per nome. Forse ha sentito altri chiamarti, ma ti sembra improbabile.
Sei certo di non conoscerla, ma glielo chiedi ugualmente :
- Ci conosciamo? - Improvvisamente le nasce sul volto il sole, un sorriso divertito e malizioso che la illumina mentre ti risponde con voce bassa e vellutata:
- Oh sì, ci conosciamo bene! –
Esterrefatto la osservi. No, non è possibile, non avresti mai potuto dimenticare una donna come lei.
Ma le parole successive sono una prova evidente che lei sa chi sei: - E' così sensuale Alberto quel tuo neo a forma di cuore! -
- Ma chi sei? – Ora vuoi sapere. Lei non lo ha certo visto, il neo si trova sul pube, solo qualcuna che ti conosce bene può averle rivelato quel piccolo segreto.
Si mette a ridere e ti guarda ironica prima di ribattere:
- Ora non te lo dico, dovrai capirlo da solo mio caro. Ma se proprio non riesci forse te lo dirò dopo che avremo fatto l'amore. – Ti lancia addosso quelle parole, scende dallo sgabello stiracchiandosi provocante e ti si avvicina. Il profumo sensuale della sua pelle ti solletica la narici mentre ti mordicchia dolcemente un lobo dell'orecchio sussurrando:
- Mi vuoi? Ho bisogno di sesso stasera. Ho bisogno di te Alberto. -
Sei paralizzato dallo stupore, le sue parole ti hanno zittito, togliendoti per un attimo la facoltà di razionalizzare. Non è consueto che una donna sconosciuta si offra con tale disinibita sfacciataggine.

Si strofina su di te allusiva e stuzzicante.

Con dita leggere percorre il tuo petto scendendo fino alla cintura dei tuoi pantaloni e appoggiando decisa una mano sulla tua virilità che si sta risvegliando.
Non sai risponderle, sei sopraffatto da un'incredulità che ti sconcerta, e da un desiderio che ti brucia improvviso nei lombi. Il suo corpo è un invito talmente irresistibile che prima di pensare la stai già stringendo fra le braccia accarezzandole i fianchi nudi.
Un tossicchiare imbarazzato ti richiama alla realtà. Eugenio, il capo cameriere è a pochi metri di distanza da voi: - Se non ha più bisogno di noi Alberto... -
Gli rispondi distrattamente con un cenno del capo: - Andate pure, ci vediamo domani Eugenio. -
Senza aggiungere altro ti giri di nuovo verso di lei.
- Come ti chiami? E come sai chi sono? – glielo chiedi mentre con un dito le sfiori le labbra. Lei socchiude la bocca e fa uscire la punta rosea della lingua leccandotelo come una gatta golosa.
- Sei il solito curioso! Ma non è ancora ora di saperlo. Portami a casa tua, ho voglia di te ora, non di chiacchiere! -
Non aspetta la tua risposta. Lega il suo corpo al tuo e si strofina con una libidine selvatica mentre ti infila la lingua in bocca e ti bacia con dirompente passione, e tu ti rendi conto che non te ne frega nulla ora di scoprire chi sia, hai solo voglia di perderti nel suo corpo caldo, di bere da quelle labbra vogliose, di toccarla, svestirla, scoparla.

Anche lì, appoggiata al bancone del bar.

Ma ti controlli. La porta del locale è ancora aperta e non vuoi rischiare spiacevoli interruzioni.
Le tue mani si sono infilate da sole sotto alla maglietta, sulla sua schiena nuda, si stanno muovendo accarezzandole la spina dorsale e gustando i brividi che nascono sotto alle tue dita.
Il suo ansimare e fremerti addosso è tremendamente erotico.
Con uno sforzo ti stacchi da lei:
- Aspetta tesoro, chiudo l'ingresso. Prima di andare a casa mia ho voglia di mangiare l'antipasto – Le strizzi l'occhio mentre tocchi maliziosamente i suoi jeans fra le gambe, un chiaro messaggio sulle tue intenzioni.
Lei inarca il bacino in avanti premendosi sulle tue dita e sorridendoti invitante:
- Sapevo che non saresti riuscito ad aspettare ...-

Accidenti! Se fa così non riesci a staccarti neanche il tempo necessario a chiudere!

Le tue dita percorrono la cerniera dei jeans, arrivano alla cintura e si infilano prepotentemente dentro. La mano è stretta fra la pelle e la stoffa, ma tu spingi fino a toccare i morbidi riccioli di pelo e ancora più giù, fino a fare entrare un dito nel suo nido caldo. Un gemito rauco le sfugge dalle labbra quando lo immergi con forza. Gli occhi le diventano languidi mentre la sua mano si posa sulla tua, divisa solo dalla stoffa, premendoti ancora più a fondo. Vi è un lago fra le sue cosce, un calore incredibile che ti fa impazzire. Con la mano libera le cingi la vita e la tieni stretta a te, le labbra vicinissime e gli occhi incuneati nelle sue iridi.
Fermo in quella posizione gusti ogni sua smorfia leggendovi le sue emozioni, mentre il tuo dito entra ed esce con vigore. Respiri il suo respiro mentre lei comincia a muovere i fianchi ansimando a bocca socchiusa, dondolando sulla tua mano come se volesse farsi scopare da lei.
Non è possibile descrivere quello che provi ora, non sei certo digiuno di sesso, hai conosciuto tante donne, sei avvezzo ai giochi erotici.
Eppure la tua erezione è talmente prepotente da farti male.
E sei eccitato a tal punto che anche una sola carezza potrebbe farti godere.
Come se sentisse i tuoi pensieri lei ti sorride maliziosa mentre la sua mano scende a sfiorarti, solo un tocco fugace, ma non riesci a trattenere un roco mugolio mentre un brivido ti attraversa dalla nuca ai glutei contratti.
Ti avventi sulla sua bocca in un bacio selvaggio, estrai la mano dai suoi jeans e slacci il bottone abbassandole la cerniera. L'indumento libero scivola lasciando scoperta una deliziosa mutandina di pizzo bianco.
Anche le sue mani si muovono su di te, anche la tua cerniera scende e i pantaloni cadono a terra allontanati con un movimento dei piedi.
Ora il tuo cazzo preme sulla stoffa dei boxer, rigido e teso cerca sollievo dal desiderio che è diventato fuoco che ti fa delirare.

Non vi è più tempo, non vi è più logica, nessun preliminare da rispettare, solo l'esigenza insopprimibile di averla subito.

Le abbassi le mutandine velocemente e fai altrettanto dei tuoi boxer, poi con un colpo solo la penetri facendola sbattere sul bancone del bar per la foga.
Le sfugge un gemito, subito soffocato dai tuoi baci, mentre ti immergi in lei sempre più a fondo.
È qualcosa di mai provato.
Qualcosa che prevarica ogni concezione conosciuta.
Qualcosa che ubriaca e rende folli.
È furia animale, bisogno primordiale di morire fra quelle cosce aperte.
È urlo che si innalza lacerando il silenzio della notte.
È fiume in piena che tracima.
È pura estasi che vi avviluppa mentre la inondi di seme bollente e la senti tremare travolta dal tuo stesso piacere.

Avvinghiati ad occhi chiusi restate abbandonati uno sull'altro per un tempo infinito, stremati, cercando di ritrovare il respiro, ascoltando il cupo martellare dei vostri cuori che lentamente si placa.
Riaprite gli occhi e vi guardate stupiti e turbati dall'intensità dell'emozione che vi pervade ancora.
Poi sul volto di lei appare un sorriso complice e malandrino, subito seguito da una smorfia birichina:
- Piaciuto l'antipasto? Mi è parso che tu avessi molta fame Alberto! -
Una risata liberatoria, limpida e sincera spezza l'incanto della passione mentre vi osservate: mezzi nudi e scarmigliati sembrate due adolescenti in calore.
- Scusami tesoro, in genere non sono così frettoloso, ma tu mi hai fatto deragliare –
- Non vi è nulla da scusare Milord, ti volevo con la stessa urgenza –
- Sei bellissima, i tuoi occhi brillano, sei un sogno forse? – La tua voce è calda e tenera mentre te la stringi sul petto e le riempi il viso di piccoli baci umidi.
- No, non sono un sogno. Stasera ero venuta per vederti. Non avevo certo intenzione di sedurti, nè di fare l'amore con te. Volevo solo vedere chi era l'uomo che da tanto mi fa compagnia in chat.
Sono arrivata stamattina col mio ragazzo, domani ho un incontro di lavoro e stasera ho deciso di venire qui e spiarti di nascosto. Poi lui mi ha fatto arrabbiare, abbiamo litigato e l'ho mandato a quel paese. Ma non ti avrei detto nulla, ti avrei solo guardato e me ne sarei andata. Per poi magari raccontartelo in chat. Ma quando sei venuto da me... non ho resistito! -
Ora il suo sorriso è quasi imbarazzato.

E tu la riconosci :
Lei! La donna, l'amica, la fata intrigante e dispettosa con cui spesso trascorri serate parlando di tutto, condividendo sogni e desideri.
La sua voce argentina interrompe il tuo stupore sconcertandoti per la repentinità con cui cambia argomento:
- Alberto mi è venuta fame, ma fame di cibo... mi offriresti qualcosa di commestibile? –
Ti metti a ridere e le dai un buffetto sulla guancia:
- Solo tu dopo momenti di passione travolgente potresti parlare di cibo! Sei veramente unica, una monella incorreggibile Su. Ricomponiti, ti porto a casa mia. Ti lascerò mangiare tutto ciò che ho nel frigorifero prima di saziare la mia fame! -

Abbracciati e felici lasciate il locale.
Sai che lei è solo una meteora di passaggio, una stella che nel tuo cielo resterà una sola notte.
Ma le prossime ore avranno la dolcezza intrigante delle fragole di bosco condite col pepe rosa...


Matilde S.

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