Era intimorita per quello che stava vivendo: aveva voluto superare la barriera del quieto vivere.
Sentiva la voglia di trasgredire da tutti i pori della pelle e l'esigenza di soddisfare i propri desideri più intimi.
Solo la paura di essere scoperta, riconosciuta e l'eventuale scandalo che ne sarebbe seguito, l'aveva sempre bloccata.
Adesso, in quella camera completamente al buio, tremava aspettando il contatto carnale dello sconosciuto.
Aveva deciso che avrebbe realizzato i suoi sogni con quello sconosciuto conosciuto su internet.
Lui le aveva parlato, le aveva graffiato il cuore, aveva tirato fuori la sua passione perversa e aveva saputo amplificarla con frasi giuste dette al momento giusto.
Niente fretta.
Aveva aspettato il suo momento diventando sempre più intraprendente e, alla fine, lei si era lasciata convincere ad incontrarlo in un locale chiamato - Desiderio - , ai sobborghi della sua città, in un quartiere dimenticato da Dio.
Le aveva promesso sesso, molto sesso sfrenato e sicurezza.
Sarebbe rimasta sconosciuta a tutti, pure a lui.
Con quella stupida mascherina sul viso e soprattutto con il buio più totale, cercava il suo piacere.
- Sarò al centro della stanza, seduto e nudo: non dovrai fare altro che seguire il tuo istinto e vedrai che troverai quello che cerchi -
La porta chiusa alle sue spalle l'aveva portata nell'oscurità più nera.
Prese coraggio e si addentrò nella sala, le mani avanti alla ricerca di qualcosa.
L'angoscia stava cominciando ad assalirla, sentiva il suo fiato salire a fatica e il suo seno muoversi prepotentemente sotto il battito del cuore accelerato.
Dopo pochi passi incerti si fermò ad annusare gli odori.
Riconobbe subito l'odore del sesso maschile, tipicamente acre e capì che la sua ricerca stava per finire.
Ancora un passo e si scontrò contro le gambe dell'uomo.
Il contatto fu come una scossa elettrica diretta tra le sue cosce, subito cominciò a bagnarsi e riconobbe tutti i sintomi della sua eccitazione.
Finalmente i suoi sogni proibiti, quelli a cui non avrebbe mai dato seguito se non fosse stato per lui, si stavano avverando.
Allungò una mano sulle gambe e salì a cercare il suo piacere.
Folti peli sulle cosce e ancora di più attorno al cazzo.
Nell'oscurità cercò di immaginare cosa aveva preso tra le mani.
Sapeva benissimo cosa aveva preso, quello che non riusciva a capire era come poteva essere così grosso.
Lui l'aveva avvisata di essere molto dotato e che l'avrebbe fatta morire, ma molti uomini lo dicevano per vantarsi, poi, nella realtà, erano solo parole esagerate.
Quello che stringeva in mano invece, era qualcosa di vero, pulsante, caldo, duro e realmente grosso.
Un brivido le percorse la schiena nel momento in cui decise che era ora di sentirne il sapore.
Mille volte le aveva detto come l'avrebbe posseduta, mille volte era venuta toccandosi da sola a quel pensiero.
Adesso era realtà!
Un leggero sobbalzo nel momento che, allargando al massimo la bocca, si era impossessata della sua cappella.
Un leggero gemito.
Cercò di combattere contro il conato di vomito che sentiva salire.
Si fermò un attimo, prese aria, poi, due mani decise presero la sua testa e senza pietà spinsero la sua bocca verso il completamento di quel pompino.
Pompino...era una vita che non sentiva un cazzo in bocca, da quando suo marito l'aveva lasciata per una ragazza più giovane di lei.
Aveva deciso che si poteva vivere anche senza quei bastardi di uomini, che si sarebbe accontentata.
Poi, internet.
La sua vita sessuale era cambiata con l'avvento di quella scatola misteriosa.
Il mondo improvvisamente si era illuminato di nuovo e le sue voglie erano cresciute come la sua sessualità repressa.
Lì, dietro quella piccola televisione privata, si era concessa mentalmente a sconosciuti e aveva prevaricato la sua timidezza.
Adesso, mentre cercava di sopravvivere a quel cazzo esagerato dentro la sua bocca, riassaporava il gusto e i sapori persi.
Mentre con la lingua, e soprattutto con le labbra, cercava di stringere quel pezzo di carne dura, si rese conto di quanto fosse bella la realtà, di come gli mancasse quel contatto carnale e quello che ne sarebbe seguito.
Le mani dell'uomo continuavano a spingere implacabilmente sulla nuca e lei cercava di accontentarlo.
Le vene attorno al cazzo sembravano esploderle in bocca.
Si sentiva scopata, volgarmente piegata in ginocchio, presa come una troia...eppure era felice di essere lì.
Cercò di fare capire all'uomo che aveva bisogno di prendere aria, proprio mentre l'uomo per la prima volta le fece assaggiare il suo caldo liquido vischioso.
Si sentì invasa e credette di morire.
La paura di rimanere senza respiro fece sì che lei bevesse tutto di quella sborra calda.
Finalmente le mani lasciarono la sua nuca e l'uomo cominciò a calmarsi.
I tremori del corpo si affievolirono e lei si rilassò.
Lasciò il suo violento piacere e respirò a pieni polmoni.
Sapeva di essere stata brava, l'aveva capito.
Questo pensiero scomparve velocemente quando si sentì sollevare e portare sopra le gambe del ragazzo.
Le venne in mente d'essere solo con un vestito lungo nero senza niente sotto, come lui le aveva chiesto.
Adesso, mentre la sua figa veniva appoggiata al glande dello sconosciuto, ebbe - pur non volendolo- un attimo di terrore: s'immaginò squartata, violentata, spaccata in due.
D'altronde era più di un anno che non faceva sesso e la sua figa si era ristretta nel frattempo.
Così, quando con suo stupore il cazzo del ragazzo entrava senza lacerarla, capì che era il momento di abbandonare ogni remora e prendere la vita per le corna.
Quel pensiero la fece sorridere, lei che era stata cornuta per anni senza saperlo, aveva usato quel paragone per lasciarsi andare.
Poi ci pensò lui a farla tornare alla realtà.
Le mise le mani sulle spalle e la spinse deciso sulla sua asta.
Era vero che il cazzo era entrato facilmente e scivolava bene, ma non finiva mai e ad un certo punto sentì la propria voce esclamare:
- Mio Dio...sei esagerato! -
Nessuna risposta: solo un flebile respiro e tanto cazzo.
Quello che aveva sempre cercato.
Poche spiegazioni e falsi moralismi, solo sesso... buon sesso.
Si sentiva completamente piena.
Il tocco delle palle di lui contro il suo inguine le aveva fatto capire che quella dolcissima forzatura era finita.
Incredula di se stessa, cominciò a muoversi sopra di lui ed ebbe anche il coraggio di tirarlo quasi fuori del tutto per poi rispingerlo sino alla fine.
Si lasciò andare decine di volte e più di una volta fu sconvolta dal proprio piacere.
Il godimento fu così forte che credette di svenire più di una volta.
Non si riconosceva tanta resistenza, eppure quella situazione le aveva dato una carica sessuale a lei sconosciuta.
Le mani dell'uomo le stavano torturando i capezzoli, si sentiva stringere i seni e nel momento dell'orgasmo la stretta si era fatta più forte.
Il godimento unito al dolore della stretta sui seni aveva creato un mix incredibile di piacere.
- Sei un demonio...tu non esisti, sei solo il mio sogno che si è trasformato in realtà - .
Altre parole senza risposta.
Continuava a salire e scendere da quel cazzo e niente le faceva capire dove sarebbe arrivata la parola - fine - .
Sentiva i suoi umori scivolare lungo le cosce, sentiva le mani dello sconosciuto che la esploravano oltre ogni decenza, le dita s'intrufolavano in meandri in cui lei non aveva mai permesso a nessuno di andare, eppure, anche quel nuovo modo di sentirsi presa la stava stuzzicando.
Ebbe un altro orgasmo, se possibile ancora più violento degli altri.
Evidentemente l'idea di essere sodomizzata da quello sconosciuto, era intrigante.
Ma impossibile da mettere in pratica.
Troppo grosso; anche le sue voglie si scontrarono con quella realtà.
Continuò a cavalcare quell'amante focoso per interminabili minuti, le sembrava di cominciare a vedere qualcosa in quel buio, le sembrò di percepire i lineamenti, poi, venne ancora una volta e per la prima volta in vita sua...svenne.
Si svegliò in una stanza ammobiliata.
Si guardò attorno e realizzò il gusto fine dei mobili.
Cercò di ricordare.
Ripercorse tutti gli attimi di quella sera e alla fine si accorse di un biglietto appoggiato sul comodino vicino al letto.
- Prendi le chiavi sulla finestra, sono per te! Ti aspetto domani per continuare quello che abbiamo iniziato, la luce sarà sempre spenta e solo tu potrai decidere quando sarà il momento di accenderla...
P. S. : domani metti il reggicalze che troverai nel primo cassetto, sopra mettiti il vestito che troverai nell'armadio. Per ora non ti serve altro...basterà il mio cazzo a scaldarti... -
Fantasypervoi