Troppo dolore. Troppo sangue. L' inutile tentativo di costruire qualcosa di diverso lo aveva stancato. Ne aveva abbastanza. Andassero a raccontare ad altri che lì si faceva la storia. A lui non importava più. Era vivo e non era nemmeno certo che quello fosse importante. Non più. Che se ne faceva della vita lì, in quelle condizioni?
Già, avevano detto che stava facendo la cosa giusta. Una buona causa: ecco, quella era una buona causa. Coglioni. E ancora riteneva che fosse un pensiero gentile definirli tali. Inutili coglioni, con il culo sprofondato nella pelle calda delle loro sedie di design. Mentre lui era lì, in un luogo dimenticato dagli uomini e rinnegato da Dio. A cui certamente non faceva piacere ricordare che anche Lui poteva commettere uno sbaglio e avendo creato quella dannata striscia di terra maledetta ne aveva fatto uno colossale. Era stanco. Mortalmente stanco ma vivo. Era questo, cazzo, che non poteva perdonare. Perché lui? Perché così? Non potevano donargli l'oblio? No, aveva dovuto per forza risvegliarsi in quella cazzo di landa desertica, in mezzo a tanti corpi come il suo, con e senza divise di diverso colore. Perchè? Il suo cervello semi spappolato dal dolore della vita, che malgrado tutto ancora resisteva in quel corpo che non la voleva più, non riusciva formulare altro pensiero.
Fottutti bastardi loro e il loro:..."vedrà che non se ne pentirà". Pentirsi? Aveva iniziato a farlo già sul quel rappezzato cargo della seconda guerra mondiale che era degno al massimo di essere classificato come residuato bellico. - Potrà unirsi alle nostre truppe!!" Perché? Perché cazzo era stato così ansioso? Che ci fosse del marcio laggiù era evidente. Avrebbe potuto occuparsene comodamente seduto davanti al suo computer. E invece no... e ora non volevano nemmeno lasciarlo morire in pace. Era costretto ad arrancare in quel deserto. La testa che gli ronzava, le gambe che non lo reggevano per più di qualche passo. E quel dannato ultimo ordine: - Trovala...Mi hai capito? Trovala e portala con te... Vivi. Cazzo, tu che puoi. Vivi -
E così si era lasciato fregare tre volte. La prima dalla sua fottuta ambizione! La seconda dal suo dannato orgoglio e la terza dalle lacrime di un amico!!
E poi anche ammesso che fosse riuscito a raggiungere un qualsiasi agglomerato pseudocivile, come avrebbe potuto trovarla? Aveva solo un nome e una vaghissima idea di come avrebbe potuto essere. Più morta che viva, come lui.
Incongruamente, mentre crollava in ginocchio sulla sabbia rovente di quello schifo di deserto gli tornò in mente come l'aveva vista la prima e unica volta. Al braccio dell'amico. Ammaliante. Portava la sua dignità come un gioiello. Dentro di sè l'aveva immaginata riversa sul letto, il culo ambrato offerto e lui che vi affondava ritmico. Lei gli aveva sorriso ambigua come se avesse colto la direzione dei suoi pensieri. Cazzate. La storia aveva dimostrato come avrebbero fatto bene a chiudersi nella prima camera d'albergo e non uscirne più. Sarebbe stata l'unica scelta saggia. Mah, si fottesse anche la storia. A lui al momento fregava solo di non essere più costretto a farne parte. Suo malgrado. Bestemmiando in ogni lingua che conosceva e usando il fucile come una sorta di stampella, si rialzò. Se non era uno stronzo di miraggio del cazzo, quella all'orizzonte sembrava un' oasi.
Un passo dopo l'altro. Forza soldato. Cerca di ricordare che sei stato addestrato per questo. Mah... non aveva nemmeno questa trita retorica da coglioni a cui aggrapparsi! Lui era un giornalista. Cazzo!...Almeno lo era stato, in un'altra vita. Ora come ora era solo uno stronzo malconcio che arrancava in una distesa di sabbia rovente appoggiato ad un fucile scarico e con una foto sgualcita che gli pendeva dalla tasca. - Continuano le ricerche del celebre inviato... - Quella cronista della Cnn ha sempre avuto più tette che cervello – sorrise alla donna mentre la notte calava sulla città ai margini del deserto – la storia, l'unica che non potrà raccontare, non sono io: siamo noi!
Mayadesnuda