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Racconto n° 3538
Autore: LaPassiflora Altri racconti di LaPassiflora
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Il Filo di Arianna
Arianna lancia il capo di una corda e lascia che lui stia lì a guardare, sperando che magari afferri la presa, magari come lei vorrebbe o almeno, perché se ne faccia qualcosa. - Quello che vuole - - pensa - talmente lui le ricorda l'odore dolce della canapa.
Arianna racconta e si espone senza un fine preciso, si lascia piegare – due parti uguali - come fosse una corda tra le sue mani. Si avvince alla sua stessa rete, stringe nodi su nodi mentre parla di sé quasi inconsapevolmente. Sprofonda sempre di più dando un peso prima a una parte e poi all'altra di se stessa, nella speranza che lui capisca. I suoi tempi, la sua offerta alla pressione lenta dell'eccitazione, la pelle alla sua corda.
- So dare ottimi consigli - - si rimprovera - - ma seguirli? -
In modo simmetrico, lui, sensuale, forte, le dà la sensazione di tendere e bloccare l'altro capo della stessa corda. L'accarezza con le parole in maniera simile.
Lo sfioramento è lieve, inatteso, e in poco tempo lei si ritrova avvolta, saldamente legata alla presenza di lui. Adesso lei vorrebbe non doverne fare a meno.
Mentre racconta, Arianna spoglia i pensieri del giorno, inondata dalla tensione dei muscoli come da un suo abbraccio, e piano piano sente scavarsi la pelle, sente la corda solcare le curve.
Avvinghiata in modo studiato, i pensieri le stanno fermi sul capo, tirati su come capelli.
Arianna ha capito: - è lì che vorrebbe essere, a fargli dono di sé - .
Concentrato su di lei senza occuparsi d'altro, lui calcola il suo bisogno di quiete ma poi dà un improvviso strattone, le blocca le braccia dietro la schiena e serra sempre più forte il suo seno. Rende vani i suoi sforzi, e Arianna lo ricompensa... indomabile geme. Dentro qualcosa si smuove quando lui è freddo e risoluto.
E lui sente... la voluttà lungo le braccia tese, il sangue che sfreccia e le fa perdere il controllo. I loro sensi assaporano la facilità al mancare dell'equilibrio: potere e abbandono, morsa e intorpidimento. Arianna risvegliata da quel lento carezzevole curvare fa le fusa sotto il suo tocco, la sua schiena si inarca, la tensione acuisce la consapevolezza.
Il desiderio libera potenti vampate intanto che le parole stringono nodi: lui si infila appena appena come due dita tra la corda e la sua carne tenera, e la voglia di Arianna si scioglie. Fino al culmine. Sul volto. Tra le labbra indisciplinate del sesso.
È un momento di danza mentre parlano, di pulsazioni che si dissolvono in respiri bollenti e coscienza profonda. Arianna però si spaventa, torna indietro: l'amore fluito ha una battuta di arresto. Lei ci ripensa. Per non lasciarsi cadere riprende padronanza del corpo.
L'equilibrio gioca con soddisfazione con il loro ego: lui è costretto a lasciare la presa, non avrebbe senso forzarla, e lei da sola fissa una corda intorno al suo capo e piano piano si strozza. Si confonde.
Lei si divincola!
L'ansia infame l'allontana, Arianna si impone di scendere sulla punta dei piedi allentando la corda per non scivolare. Lei non vorrebbe farsi male, ma risponde a tal punto alla trama sottile che preme con tutto il suo corpo contro il pensiero di lui e il dolore alla sua assenza la assale.
Lei si tormenta: - si può rinunciare al desiderio? -
La sua testa è un assillo, il suo sesso si apre e si chiude ma senza trovare soddisfazione. Lei sa che per lui ora il suo piacere è trasparente, inumidisce le parole come inumidirebbe le corde.
- Il piacere è un dominatore diabolico - - biasima - - ha la sua collocazione perfetta: il centro nevralgico che muove e dimena, ogni cosa, quasi con teatralità - .
Arianna tra le mezze parole avverte l'impulso famelico consumarla.
Adora come lui afferra le frasi – come una maniglia di corde – la mette in bilico e la tiene salda. Sente morsi roventi, volute più strette, e lei adesso è silente, non dice: - quanto vorrebbe sentirsi senza più scelta. Né volontà. Né indecisione. Se piano piano lui la allarga, lei viene... - .
Allora dentro, lui assume un ritmo sempre più smisurato: dai fianchi, in avanti, una doppia corda scivola e compie tre semplici nodi. Uno... dove la vulva pulsa!
Due... dove le dita volano e lei chiude gli occhi.
E il terzo, perfetto! dove il contatto è piacere certo. Violento!
Un istante e lei gode.
Arianna è immobilizzata in se stessa ma è pronta; aspetta. Aspetta parole vere e corde vere, una corda per gamba, gli stinchi assicurati alle cosce, le estremità fissate alle braccia.
Aspetta rapidi e controllati movimenti, l'anima stretta a quella di lui, la sua anima cedevole all'estensione del desidero.
Ad ogni palmo, ad ogni sensazione, recupera il respiro: lui che la vuole e la ammira, creando sulla sua pelle una serie di disegni e di rombi. Di diamanti.
L'amore che nutre per lei.

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