15 Dicembre. Ore 3 del mattino. E' ormai notte fonda. Mi alzo e mi avvicino alla finestra. Scosto la tenda ed osservo fuori. Il vento, freddo, scuote le foglie nel giardino, irruente, bussa ai vetri minaccioso e forte. Chissà, forse vorrebbe entrare e ghermirci assonnati.
Il Natale è ormai alle porte. Tempo di doni, regali, obblighi familiari. Feste fra amici e parenti, alcune noiose altre intriganti. Dopo arriverà il Carnevale, partiremo per Venezia come ti ho promesso da tempo, noleggiando quei vestiti d'epoca affascinanti che avevamo visto su internet: il mio da Casanova, il tuo da Cortigiana. E, lì, in quel luogo pieno di magia saremo Amanti, nel senso pieno della parola. E, finalmente, fra qualche mese arriverà la Primavera: la stagione che ami tanto. Le folate invernali saranno presto un ricordo. E potrai cullarti nel tepore delle calde giornate e delle lunghe notti luminose di stelle, ed ondeggiare, avanti ed indietro, su quel dondolo ricoperto di soffici cuscini fioriti dai colori pastello.
Mi giro e ti osservo: dormi ancora, raccolta su un fianco, mi piace coglierti nel sonno in quel momento, così inerme, remissiva e placida.
Immersa sotto un caldo piumone, ovattato ed accogliente, sei nuda sotto. Come ami stare, quando riposi. Un contrasto che adoro. Intrigante e sensuale, erotico e pudico.
La mia mano, scopre il piumone, tanto quanto basta per vedere le tue curve. Le tue cosce vicino al ventre, le gambe flesse indietro e il tuo collo teso in avanti, allungato verso il tuo seno. Fianchi offerti alla mia vista, guardo al centro e vedo il tuo solco, dividere i tuoi glutei, indecentemente rilassato e presente.
Ti scopro tutta. La camera è calda e non avrai freddo. Continui a dormire, forse fai finta, non lo so. Sto al tuo gioco ed, io, comincio il mio. Sono insonne e ti desidero ardentemente.
Scendo in basso alle tue caviglie, carezzo i tuoi piedi, dolcemente, con le mie calde mani. Sei già bollente, alle estremità, ed ho appena cominciato a sfiorarti. Sorrido.
Ne muovi uno, impercettibilmente; smetto di percorrerti, aspetto il tuo respiro di nuovo regolare. Giochi sicuramente a fare la Bella Addormentata che vuole essere deliziosamente titillata dal suo Principe prima di aprire quelle palpebre chiuse.
Ti tormento ancora, risalendoti. E proseguo: caviglie, polpacci ed intanto ti sento fremere, sotto le mie dita. Brividi. Sento il tuo battito accelerare, poco a poco. Ma non ti basta, ingorda cucciola, non è quello che vuoi per svegliarti. Ti allontano le cosce, l'una dall'altra, con leggerezza e dolcezza, sbuffi nel sonno, ma mi lasci fare. Ed adesso, intravedo il tuo scrigno roseo, prima celato fra cosce sigillate assieme, si schiude con la grazia di un calice di un fiore, petalo dopo petalo, le tue labbra sbocciano e si fanno ammirare. La mia mano lo avvolge, come un manto pudico, e le mie dita osano pervaderlo con gioiosa delicatezza. Sussurri una frase: "Dai, ho sonno ..." ma mi lasci fare, assecondando il mio turbarti impertinente ed audace.
Sei calda, morbida, spumosa. Appetibile. Mi bagni poco a poco e il tuo rigirarti, assecondandomi con i movimenti del tuo corpo, è un sì deciso al mio sfiorarti.
Mi avvicino con la testa, le tue cosce sono i binari dove, senza incertezze, scorre il mio capo. Il mio respiro, sbuffante come una locomotiva. Capolinea. Uso le mie labbra per assaporare il tuo risveglio. Posate sul tuo sesso, avide di gustarti, lascio solo un dito impudico e ritmico e comincio a cercarti. Mi disseto del tuo nettare, mi scivola copioso e denso sulla lingua: sì, ho scoperto il tuo gioco, sei ben sveglia adesso ed apri gli occhi, sorridendomi.
Mi immergo e naufrago nei tuoi umori, accogliendo i tuoi movimenti fra le mie labbra. Le cosce mi accarezzano la testa e sento le tue mani costringermi a non scappare via da te. I miei capelli, radi, sono strappati dalle tue dita. Mi vuoi, lo sento. Sussulti, attimo dopo attimo e riempi la stanza dei tuoi mugolii alternandoli di volume: sommessi, intensi, violenti, repentini, inconsapevoli, infiniti. Fino a scoppiarmi sul viso. Inondarmi, darmi la certezza che mi vuoi, che mi desideri.
Sei ben sveglia adesso; sorridi ed io con te.
Ricambi, spontanea, impudica e golosa, la fame che ho di te. Mi percorri con la lingua, baciandomi il petto, il ventre e scendendo ancora. Usi le mani in un modo che mi fa impazzire: scivoli sulla mia schiena, circondi i miei fianchi, abbracci il mio petto, i palmi ben stesi, partendo dalle spalle e scendendo giù fino al mio sesso, pronto per te. Le dita, giocano, dal basso all'alto, cambiando direzione con sapienza, la mano socchiusa, aperta, sensuale. Sento i capelli sfiorarmi, il tuo respiro, il calore del tuo viso. Ed, infine, le tue labbra mi catturano. Mi desideri, lo sento. E mi prendi dentro di te.
Golosa, ammiccante, in un contesto giocoso e liberatorio. Carezzo i tuoi capelli, aiutandoti a trovare il ritmo che soddisfi entrambi. La tua lingua mi provoca brividi impensabili. Le tue guance si modificano ritmicamente: si gonfiano ad ogni respiro, si formano delle fossette, mentre mi risucchi dentro. Impazzisco, travolto dal tuo modo si prendermi, affondo dentro di te. Mi senti pulsare ed acceleri, quando respiro rallenti, per poi continuare incessante, assetata di piacere.
Un idrante, capace di spegnere qualsiasi incendio, quello sarà ciò che stai gustando, fra poco, se continui. Anche volendo bruciare con te di passione e non consumarmi mai, presto esploderò dentro di te.
Ti faccio un cenno. Sto per scoppiare dentro di te, appagando ogni tuo appetito. E te, per gustarmi appieno, scegli di gratificare il tuo seno, mi fai scivolare fuori delle labbra; mi afferri con dolcezza e mi cali nel solco, che divide, impertinente, due colline: i tuoi seni generosi. Li ricopro della mia rugiada: calda, densa, lattiginosa. Neve sulle tue montagne... le tue mani stringono i tuoi seni intorno. Impazzisco e, dal tuo sorriso, tu con me...
Andiamo insieme sotto la doccia, ti propongo, mi segui...
Ci insaponiamo l'un l'altra, dolcemente, con attenzione e malizia, indugiando dove merita. Con cura...
E sotto il getto fresco e tiepido affondo, con decisione e dolcezza, a piccoli passi, il mio corpo nel tuo. Pulsante, come le gocce che ci cadono addosso. La tua schiena contro il muro, la senti. Mi ecciti, così bagnata nei capelli, sulla pelle. Mi sento avvolto da te. Dai tuoi aromi che liberi poco a poco. Ad ogni sussulto o movimento, i tuoi capelli ondeggiano indietro, ti travolgo con passione. Fino allo stremo. Cerco il tuo piacere, ripetuto, interminabile. Mai scontato. Sono tutto dentro di te. Sento le tue gambe, avvolgermi per non perdermi. Per non farmi uscire. Finalmente vibri come amo vederti. Ma, lo sai, sono insaziabile. Come un satiro cantato dai greci, non rallento ed accelero.
Ti carezzo la schiena, ti bacio, sfioro i capelli e ti sussurro: "Vuoi che vada avanti? ...vuoi che osi, quello che non ti ho mai chiesto?" Sorrido; aspetto un tuo assenso timido ma ogni volta presente. Mi sorprendi, sempre, con quel tuo sorriso di sfida, inequivocabilmente malizioso e sensuale. Un sì deciso e solare. - Sì! Lo voglio - mi rispondi sibilando quell'affermazione e giocando con la lingua sulle tue labbra. Come sempre, indecentemente. Sei una cucciola selvaggia ed indomita, lo so bene. Ed io adoro esercitare un ruolo di potere, lo sai bene.
Le mie mani modellano il tuo corpo nudo, come se avessero fra le dita un vaso di creta cui dare la forma prescelta, ti ruotano dolcemente e ti appoggiano alla parete, spingendoti con la decisione necessaria per sorprenderti. Di colpo, ti spalmi sulla superficie: fronte, naso, labbra, seni, ventre, cosce, gambe e piedi. Ne sei il decoro, adesso, tanto sei contigua al muro. Senti i capezzoli sfiorare le piastrelle bagnate e crescere turgidi. Le fughe, presenti fra le mattonelle, adesso segnano la tua pelle, ornandoti di linee dovute alla pressione. Il tuo viso fissa il muro, stai pensando, ne sono certo, a quello che farò. E, sicuro del tuo seguirmi, so che lo hai già intuito.
Le mie mani ti aggiustano le gambe; distanzio poco per volta le tue cosce, usando il palmo della mia mano come stimolo, con rapidi colpetti all'interno. Divarichi quanto è necessario ed esponi il tuo sesso che si apre a calice, come un fiore sotto il sole primaverile. Adesso, scorrono le dita sui fianchi e, avvolta nelle mie mani, ti faccio inclinare la schiena un poco indietro, tendendoti come un arco. Il mio arco. Sì, decisamente esposta. Adesso. Abbasso il viso; osservo e ti annuso: odori, profumi, colori, sensazioni notevoli per entrambi.
Ti guardo. Si allarga la mia spalla, si tende il braccio, la mano ti sfiora; deciso il mio dito indice carezza il tuo solco, indugiando dolcemente sulle tue parti che cedono al tocco, violando la zona che amo guardarti, quando cammini ancheggiando: il tuo fondoschiena generoso.
Mi avvolgi, mentre affondo, dopo i ripetuti movimenti ritmici e progressivi di salita e discesa nel tuo scrigno prezioso. Esco fuori, lasciandoti bollente dentro; le mie dita finiscono nella tua bocca. Le succhi avida. Bagnate di te, ne scivolano dentro due: medio ed indice, per aprirti ancora di più, dentro di te con la dolcezza che ti aspetti, mai di corsa. "Non aver paura", ti sussurro; sento che reagisci ai miei movimenti lenti, attenti, esploranti. Dentro e fuori, fuori e dentro, poco a poco alimento il piacere di entrambi, stimolandoti di sensazioni. E, finalmente, come un diapason all'unisono, vibri, rapita dal mio tocco.
Dilatata, oltre ogni decenza. Sei pronta per prendermi dentro di te. Appoggio la mia punta, deciso a sfondare ogni tuo limite residuo alla mia voglia di avermi nelle tue viscere. Oscilli come un pendolo, disegnando nell'aria un movimento condiviso e assecondato; sento i tuoi fianchi venirmi incontro per farti riempire di me. La mia carne nella tua. Sei golosa ed ingorda. Sempre.
Le mie mani risalgano sul tuo corpo, arrivano ai tuoi seni, rapide li catturano. Come rocce sporgenti su una parete da scalare, li uso per una presa salda, avvolgendoli stretti nelle mie palme. Come un arco, ti tendo, favorendo la mia voglia di immergermi sempre più dentro di te; ad ogni tuo gemito riesco fuori per poi riaffondare più deciso e profondo.
Mi assecondi, ne impazzisco, alimentando i nostri mugolii che crescono di intensità attimo dopo attimo in un crescendo infinito. E' la prima volta che attraverso questo tuo luogo sconosciuto. Mi sento dentro le tue viscere inesplorate, mai violate, come un esploratore al centro della Terra.
E sento che mi avvolgi con piacere, siamo una cosa sola, adesso. Io non sento più le gocce della doccia e, ne sono certo, nemmeno te. Brividi, adesso, mai provati prima, emozioni come lampi nella notte, sensazioni come tuoni nel silenzio. Sei il mio arcobaleno: il sole durante il temporale. E mi illumini piacevolmente.
Piacere e tensione, per gli spazi angusti, dovuti al mio corpo avvolto stretto dal tuo. Procediamo come un treno, ciuf, ciuf, ciuf, ciuf. Sbuffiamo di passione, fino a goderne, mugolando liberi dai condizionamenti. E finalmente esplodo, riempiendoti completamente; e te, avvolgendomi con le tue pareti burrose, mi inondi del tuo miele.
Altro sapone, altra doccia e baci. Tanti baci, ovunque, per coccolarsi dopo la tempesta.
"Torniamo a letto", mi dici, "domani dobbiamo lavorare". Sorrido, che Donna coscienziosa e maliziosamente erotica ho trovato e scelto per Musa.
Esausto, ti assecondo e mi riaccoccolo con te, sotto il caldo piumone, mentre dalle finestre il sole comincia a fare capolino, albeggiando. Sorrido, ricambi e, poco dopo, dormiamo.
Pickingyourmind