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Racconto n° 3654
Autore: Nut Altri racconti di Nut
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Nora
Nora si fermò davanti a Luca, una mano sul fianco, in una postura calcolatamente obliqua, sfidandolo con gli occhi. Indossava ancora la giacca del tailleur verde, come se fosse intenzionata ad andarsene subito e quella non fosse una visita accuratamente programmata.
Luca le aveva appena fatto delle rimostranze per il fatto che lei non avrebbe trascorso il week-end con lui, ma sarebbe andata a Parigi. Col marito – aveva detto – ma Luca sospettava che ci andasse con l'altro, quello di cui si era imposto di non essere geloso, ma il cui pensiero tuttavia gli avvelenava il piacere di essere amato da lei.

Mentre si guardavano ogni amarezza sparì dalla mente di Luca. Gli occhi di Nora, verdi come il suo abito, lo incantarono e la loro espressione determinata gli fece capire che lei avrebbe comunque fatto ciò che aveva deciso. Doveva stare ai patti e accettarla così – si disse – e le sorrise, scendendo con lo sguardo ad accarezzarle la figura sinuosa, il seno pieno, la vita stretta, la linea morbida dei fianchi, le gambe slanciate sui tacchi altissimi e sottili.
Le si avvicinò, mentre l'espressione di lei si addolciva, e delicatamente l'aiutò a togliersi la giacca attillata. Le spalle nude di Nora emersero in tutto il loro splendore dal bustier che portava sotto e che costituiva il top: elaborati pizzi neri da cui si sprigionò una nuvola di profumo alla rosa.

Luca fu travolto da un'ondata di desiderio e le cinse la vita con le mani mentre le deponeva un bacio umido nell'incavo del collo. – Ti voglio – le sussurrò, mentre, dietro, le cercava la lampo. La aprì e fece scivolare a terra la gonna.
Si scostò da lei per guardarla ancora e la vide, splendida, vestita del bustino di pizzo a cui erano attaccate le sottili striscioline del reggicalze.
Accarezzò con lo sguardo le gambe di lei inguainate nelle trasparenti calze di nylon nere fino alle caviglie sottili esaltate dai tacchi esili ed altissimi delle scarpe nere a punta, poi gli occhi di Luca ripercorsero i polpacci delicati, le ginocchia, le cosce tornite e si fermarono attoniti lì dove esse finivano: Nora non portava gli slip.

Il suo pube perfettamente depilato si offrì allo sguardo incantato di Luca mentre lei sedeva su una poltrona del salotto, aprendo un poco le gambe, con i tacchi saldamente piantati sul tappeto.
Luca si buttò in ginocchio davanti a lei che gli tese un piede. Egli lo prese in mano e se lo accostò alla bocca e cominciò a baciarne forsennatamente il collo e la caviglia e poi salì al polpaccio e al ginocchio, sentendo il tessuto delle calze contro le labbra.
Risaliva, piano piano, lungo le gambe di lei, ma non era tanto lui ad andare sempre più su, quanto lei ad offrirsi alla sua bocca spingendosi in avanti.

Lei sentiva il caldo dei suoi baci, ma come ovattato dalla sottile barriera del nylon, finché le calze finirono e avvertì la lingua di Luca bruciarle la pelle. Allora aprì ancora di più le gambe e aspettò sorridendo.
Luca non si fece attendere. La lingua lambì delicata il pube di Nora e poi lei avvertì un soffio fresco che le fece increspare di brividi la pelle e chiuse gli occhi.
Per un po' non avvenne nulla. Quando li riaprì, Luca era nudo davanti a lei, col sesso rigido, proteso e Nora sentì le sue labbra gonfiarsi ed aprirsi, percorse da un fiotto tiepido odoroso di voglia.

Era bellissima la sensazione che provava, sentendo le sue labbra così vive e calde e sensibili:
desiderava fino allo spasimo di essere accarezzata lì dal cazzo di lui. Luca lo appoggiò al clitoride, bagnandolo dei succhi di Nora, poi lo strinse alla base perché il glande si gonfiasse di più e lo spinse tra le calde labbra di lei, ma senza entrare, solo passandolo dall'alto al basso come un pennello, per aumentare la voglia di lei, che emise un gemito.

Nora spalancò allora le gambe, mentre sentiva il glande spingere e la sua fica aprirsi del tutto.
Lui entrava lentissimo, creandole nel ventre un senso di vuoto e insieme di pienezza... ora l'asta era tutta dentro e Nora provò l'impulso incontrollabile di serrarle le labbra intorno... sarebbe bastato solo un millimetro in più. Si trattenne, immobile, assaporando quell'attimo di attesa estenuante, dolcissima. Poi Luca spinse a fondo e lei contrasse con tutta la sua forza i muscoli vaginali, stringendolo in una morsa e sentì le vene di lui gonfiarsi accarezzando l'entrata della fica e il glande che la scavava dentro e sentì nascere delle onde di piacere, dapprima piccole, poi sempre più alte, che si accavallavano rincorrendosi nell'utero.

Allora appoggiò il palmo della mano poco sopra il suo sesso e lo spinse in dentro verso il ventre e sentì l'asta di lui che si muoveva, stupendosi che fosse arrivata così in profondità dentro di lei e si sorprese ad accarezzare da fuori la punta del cazzo all'imboccatura dell'utero, sentendosi mancare il respiro.

Luca si tirò un po' indietro e lei sentì il vuoto che lasciava e lo pregò: - Non andartene ... voglio sentirti muovere dentro di me, ruotamelo dentro, quel tuo splendido cazzo –
- Non me ne vado ... sono nel tuo respiro, mi senti? –
Si muoveva, prima affondando lentamente in lei e poi, al ritmo del suo respiro, più forte.
Nora con gli occhi spalancati godeva stringendo e allentando ritmicamente i muscoli vaginali e sentiva che lui le entrava nel cervello e che questa era la sua resa, l'onda che la travolgeva nella voglia e nel piacere che pervadeva tutto il suo corpo.

Finché egli fece uscire il suo sesso totalmente bagnato e lo passò sulla fica aperta, lo fece scivolare sulla pelle e poi, senza indugio, entrò di nuovo in lei con forza mentre si poneva le sue gambe sulle spalle.
Nora appoggiò le mani sul petto di Luca quasi a volerlo rallentare ... ma in fondo sapeva di essere sua, assolutamente sua, e di volerlo tutto dentro di sé e mentre l'orgasmo la annientava, si sentì terra fertile aperta dal vomere del suo cazzo, inondata dal suo seme.

Dopo un tempo che parve lunghissimo, Luca si riscosse e guardò la sua donna. Aveva ancora voglia di lei ... la fece alzare e la condusse verso il letto, la fece stendere prona poi, ponendole una mano sotto il ventre, la sollevò facendola mettere a quattro zampe, carezzò il suo culo splendido e si chinò a leccare la fica lucida, rossa, ancora aperta.
Il suo sapore era cambiato ora, mischiato con quello di lui.
Appena la lingua la sfiorò, Nora cominciò a fare le fusa come una gatta, inarcando la schiena e strofinando i capezzoli sulle lenzuola e Luca prese a leccarle il sesso con avidità, quasi volesse divorarlo, poi passò a lambire il buchetto roseo, prima leggermente e poi spingendo e quando lei sentì la punta della lingua che improvvisamente le entrava lì, spinse le natiche verso Luca, mentre le dita di lui le entravano nella fica.

Impazziva, presa nel vortice delle sensazioni intense di piacere e lo pregò di tenerle i seni tra le mani, mentre la leccava e gli disse che voleva essere scopata nel culo da lui.
Così, appoggiandosi con la testa e le spalle al cuscino, portò le mani all'indietro, sulle natiche, ad aprirle completamente alla voglia del suo amante che vi lasciò cadere la saliva, prima di introdurvi due dita, facendola mugolare di eccitazione.
Non era saliva, ma lava bollente quella che Nora si sentì scivolare dentro, e il tocco della lingua, delle dita di lui esasperarono il suo desiderio e non riuscì a trattenere un grido.
- Vienimi dentro adesso, Luca, ti voglio! –

E come lui cominciò a sfiorare e premere col glande l'ano di lei, lo spinse in fuori con forza, fino a sentire il cazzo che penetrava continuamente e sempre più, poco per volta, e con le mani dietro di sé cercò i testicoli di Luca e li strinse, cosicché egli diede una spinta più forte e fu tutto dentro il suo corpo.
Nora gridò. Si sentiva piena di lui, sentiva il cazzo tutto stretto nelle sue viscere, sentiva che Luca ansimava e godeva e aveva la mente occupata da lui e lo desiderava anche nella fica.
Si sentiva stordita, confusa, in preda a tutte le voglie e, come se avesse intuito i suoi desideri, Luca, allungando una mano, trasse dal cassetto del comodino un vibratore e, dopo averlo leccato, glielo infilò davanti.

- Accendilo – le disse e lei lo fece e incominciò a tremare, mentre le vibrazioni che le facevano nascere ondate di godimento si propagavano al cazzo di lui che, saldamente piantato tra le natiche di Nora, diventava sempre più duro e largo.
Nora non aveva mai provato sensazioni così forti ... dolore e piacere insieme, le pareva di morire negli spasimi della voluttà che assaporava. Sentiva Luca in ogni sua parte, dentro il suo corpo e non sapeva da dove venisse il suo piacere. Gridò come impazzita, fuori di sé, mentre lui si muoveva dentro di lei e le sussurrava: - Sei la mia troia ... la mia dolcissima, splendida troia! –
Mai questa parola le era parsa così dolce nel suono: un omaggio a lei, un'ammissione di vulnerabilità da parte dell'uomo.

E in quel momento ci fu un'idea che le nacque dentro, a violentarle la testa: l'immagine di due uomini, i suoi uomini, per lei, dentro di lei, insieme.
Un uragano, un pensiero troppo forte che la travolse in un orgasmo lungo e spossante, continuo, pieno di sussulti ripetuti e accavallati l'uno sull'altro, in un delirio senza fine, senza nome, senza precedenti, mentre anche Luca si abbandonava estenuato sul corpo di Nora completamente inondato dai getti copiosi del suo seme.

Nut

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