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Racconto n° 3657
Autore: Fantasypervoi Altri racconti di Fantasypervoi
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Ti odio...
Il taxi mi doveva portare in hotel per le dieci di sera, ormai avevo fatto le mie scelte: Marco avrebbe avuto pan per focaccia. Marco è mio marito, uno di quelli che pensi non passano mai tradirti. Poi, un giorno per caso, lo vedi passare con un'altra sotto il braccio, vedi come la guarda e la accarezza e ti senti cadere il mondo addosso.Comincio a guardarmi allo specchio e mi comporto come se fosse colpa mia, come se mi meritassi quella punizione e mi butto sempre più giù, fino a che un giorno, qualcuno mi ricorda che sono ancora bella desiderabile, che è ora che mi svegli e ricominci a vivere, che devo sentirmi di nuova donna.Ed eccomi qui che scendo da questo taxi e salgo le scale per incontrare Sergio, il mio collega d'ufficio che, da sempre mi dice, quanto mi desidera.Sono Stefania, trentadue anni, madre devota e casta, fino ad adesso, con un figlio che adoro e un marito che, senza accorgermene, ho perso per strada.Busso alla porta di legno scadente col cuore in tumulto e, quando si apre, vedo Sergio, che imbarazzato, mi fa entrare.So di sicuro che per lui io non sarò solo una scopata di una sera di mezza estate, lui prova molto di più nei miei confronti, ed è stato sempre nell'ombra, rispettando il mio matrimonio.Quel giorno che piangendo sulle sue spalle ho scaricato la mia rabbia, lui ha ascoltato in silenzio, poi, alzandosi, in silenzio mi ha baciata.Un bacio disarmante, di quelli che ti fanno piegare le gambe se sei innamorata e ti lasciano sconcertata se non lo sei.Mentre sentivo la sua lingua, pensavo a vendicarmi di mio marito: quel bastardo si meritava che io gli facessi provare lo stesso dolore che avevo provato io.Avrei scopato con il mio collega e poi avrei fatto in modo che Marco lo venisse a sapere..Dovevo solo passare la barriera dei miei tabù e cercare di essere quella ragazza che da giovane, prima di sposarmi, ero, ossia disinibita e pronta a provare nuove esperienze.Mai stata assatanata a letto, ma nei momenti di passione sono una non si pone limiti e riesce a dare tutta se stessa con buona soddisfazione del suo partner.Anche per questo motivo l'odio verso mio marito era forte, non gli avevo precluso mai niente nel sesso e lui, di ricambio, aveva cercato soddisfazioni tra le braccia di un'altra.Quel pensiero mi tormentava il cervello e così alla richiesta di Sergio di dargli una possibilità per dimostrarmi quanto ci tenesse a me, avevo fatto la mia scelta e mentre lui chiudeva la porta di quell' hotel, ero convinta di avere fatto bene.Mi sono vestita in modo inequivocabile,non devono esserci dubbi sul perché fossi andata in quella camera.La stanza è piccola, ma pulita, le lenzuola, come le tende, sono rosso scarlatto, un colore caldo che a me piace molto.Per quanto cerco di essere disinvolta, sento il mio imbarazzo crescere, il vestito che ho messo è appena sufficiente a contenere le mie forme e il non aver indossato il reggiseno dà adito a pensieri più che licenziosi.
Voleva vedere come si comporta una puttana? Bene, lo avrei accontentato.Così mentre mettevo il reggicalze e il perizoma, guardavo la foto di noi due sposati e lo odiavo ancora di più per avermi portato a quel punto, a farmi fare quello che non avrei mai pensato di osare da sposata. E quando Sergio abbracciandomi e baciandomi appoggia la mano sul mio sedere, palpandomelo, il mio pensiero è ben chiaro. - Pan per focaccia - penso, mentre le sue mani salgono sotto la gonna e sento un suo sospiro di piacere nel momento del contatto con le calze che finiscono - Sei meravigliosa - La mano sale e arriva fino al mio perizoma e senza soffermarsi tanto comincia a giocare con il mio fiore, mi prende la mano e me la fa appoggiare al suo membro duro, ben visibile sotto i calzoni. - Ti odio Marco - .La mia mano apre la cerniera e libera il suo sesso: non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, non deve capire che lui è solo un oggetto per la mia vendetta. La mia mano scivolava avanti e indietro su quel cazzo spasmodico e in quei momenti vedo scorrere quindici anni passati con mio marito, ricordo la prima volta che l'avevo fatto con lui, di come tutta timorosa sentivo per la prima volta il suo godere e, odiandolo ancora di più, cerco di essere brava come non mai con Sergio. - Ti odio per quello che sto per fare - Le sue dita si sono fatte strada tra le mie voglie e i miei umori hanno fatto il resto, sento la sua voce pronunciare il mio nome e sento il suo desiderio pulsare.Dolcemente mi trascina sul letto, con calma mi apre la camicetta, con la lingua scende a baciare i miei capezzoli, percepisco che mi sta toccando con una passione speciale, che per un attimo mi confonde; quando le mie gambe si divaricano e lui si mette sopra di me, io comincio a essere veramente confusa per la mia reazione; l'odio che provo per mio marito, è forte, ma quello che adesso sto provando è molto bello e passionale e non sono più sicura che sia collegabile solo al mio odio quello che sto facendo. - Marco... perché non mi hai detto, che non ti bastavo più, che eri in crisi, avremmo potuto risolvere insieme questo tuo sbandamento e invece, adesso, io, per la prima volta, permetterò a un uomo che non sei tu, di entrare in me. - Guardo Sergio, lo vedo che mi esplora e cerca di mettermi a mio agio il più possibile, mentre i miei slip scivolano sulle cosce, bagnandomi la pelle dei miei stessi umori. - Ti odio per nostro figlio e per il nostro futuro spezzato - . Vedo il sesso di Sergio che si erge fiero tra le mie gambe aperte e che presto coglierà il suo premio, in quel momento sento suonare il cellulare. - Non rispondo, non voglio rispondere... - Ma il suono è fastidioso, Sergio mi guarda, aspetta che decida cosa fare. Non rispondo... ormai ho deciso. Il cellulare smette di suonare ed io mi preparo a ricevere la mia vendetta dentro la carne lascivamente bagnata, proprio mentre mi arriva un sms. - Mio Dio, che sia successo qualcosa a mio figlio?... che stia male? - - Scusami, devo leggere il messaggio, non me ne arrivano mai, non vorrei fosse successo qualcosa di grave - .Apro il messaggio e, leggendolo tutto il mio coraggio sprezzante verso la mia scelta mi crolla addosso. - Ti amo... perdonami... ho sbagliato tutto...ricominciamo, insieme possiamo farcela - Torno sul letto con gli occhi lucidi, guardo Sergio e gli chiedo scusa, poi raccolgo le mie cose sparse per la stanza e piano esco chiudendo la porta dietro di me. - Ti odio Marco, ma ti amo e nostro figlio non deve soffrire per quello che è stato - . Sono pronta a ricominciare la mia vita di tutti i giorni, fiera di mia figlio e voglio capire cosa ci ha diviso. Sergio può aspettare... lui mi aspetterà... e forse nel tempo non aspetterà invano: mentre prendo il taxi che mi porterà a casa; piango...


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