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Racconto n° 3707
Autore: Fantasypervoi Altri racconti di Fantasypervoi
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Alice
Il suo nome non aveva niente a che fare con le favole, anzi, lei era terrena in tutti i sensi; quando stavo con lei, uscivo sempre distrutto.
Era nata per fare morire i suoi uomini con la bocca e devo dire che nella mia vita non mi è mai capitata nessuna che sapesse fare dei pompini di così alto livello.
L´avevo conosciuta ad una festa d´amici e mi aveva colpito la sua bocca perfetta.
Mentre ci presentavamo, guardavo quelle labbra piene.
Suadenti, intrigantemente coinvolgenti.
Guardavo le piccole crespature delle labbra: sembravano piccole insenature lunari, mi rendevo conto che erano troppo perfette, per essere naturali.
Se lo scopo era di fare immaginare cosa potesse fare con quelle labbra, allora aveva raggiunto il suo obiettivo.
La guardavo mangiare le tartine e vedevo come le avvolgeva facendole sparire dentro la bocca.
Ricordo che, la prima volta che lo fece, io deglutii seguendo quel sensuale movimento; pensai a come sarebbe stato se al posto della tartina ci fosse stato il mio sesso e, in quel momento, decisi che Alice avrebbe dovuto condividere quel mio desiderio.
Cominciai a seguirla per tutta la sera e alla fine riuscii a stare un poco di tempo da solo con lei.
Era leggermente brilla e l´ora era tarda, la festa proseguiva con i suoi alti e bassi e l´atmosfera si era surriscaldata; alcune ragazze avevano cominciato a fare il bagno in piscina seminude e altre osavano ancora di più.
Alcuni amici erano spariti in luoghi appartati e altri impudicamente si strusciavano in pubblico.
Alice era appoggiata su un divanetto all´angolo di una sala appartata dalla festa, le luci erano soffuse poiché la festa si svolgeva attorno alla piscina, nella sala insolitamente tonda, le tende riflettevano una leggera luce proveniente da una luna tenue, alcune candele accese facevano sì che si potessero intravedere gli spazi percorribili.
Lei aveva un bicchiere di champagne in mano e uno sguardo un poco spento, segno che l´alcol cominciava a fare il suo effetto; era vestita con un vestitino leggero, nero con le spalline, nient´altro se non un paio di sandali chiari a copertura di due piedini deliziosi.
Ricordo che rimasi stupito nel vedere le unghie colorate di nero.
" Mi piaci molto..."
Dissi quella frase mentre le prendevo il bicchiere e soffiavo sulla candela più vicino creando un angolo di buio, protettore delle mie voglie.
Lei mi sorrise e accettò la mia lingua dentro la sua calda bocca.
Le misi una mano sotto la gonna ed ebbi la certezza dei miei pensieri: non portava nulla sotto il vestito e le mie dita trovarono un fiore già pronto e irrigato dai suoi umori.
I capezzoli erano irti e spingevano sotto la stoffa mostrando quanto fossero grossi.
Mi venne un fugace pensiero sul fatto che potessero essere rifatte anche le tette, ma ero molto eccitato e non pensai ad altro, lei era a sedere su quel divano nero e io in piedi, il mio desiderio era a pochi centimetri, le presi una mano, la portai sulla cerniera dei calzoni e le feci capire cosa doveva fare.
Alice non si fece problemi: mentre io cominciavo a penetrarla con le dita per tenerla eccitata, lei, invece di tirare giù la cerniera, decise di slacciarli e farli scendere per avere più ampio modo di muoversi sul mio sesso.
Vidi i calzoni scivolare inerti per terra e i boxer seguirli veloci, poi, vidi il mio cazzo teso e la sua bocca avvicinarsi, sentii il tiepido calore delle labbra toccare la mia cappella e poi il fuoco dell´inferno.
Era incredibilmente brava, aveva un tocco dolce e nello stesso tempo deciso, le sue mani erano un aiuto continuo al suo pompino, giocava con il mio scroto mentre con la lingua girava sulla cappella facendomi pregustare il momento del possesso; sentivo le vene impazzite e ancora non aveva iniziato a succhiarmi l´anima.
Ero teso e fremente, spingevo il bacino prepotentemente verso di lei nella ricerca della sua bocca e nello stesso tempo mi guardavo furtivo attorno per essere sicuro di essere solo in quel momento paradisiaco.
I miei timori sparirono quando Alice cominciò a prendermi in bocca il sesso.
Lo prese centimetro dopo centimetro, fermandosi ad ogni avanzata, studiando ogni pezzo della mia pelle e stringendolo in un modo sublime, capivo che per lei era arte quello che stava facendo; la lingua continuava a muoversi attorno al glande e mentre per la prima volta succhiava sotto la cappella, alzò un attimo gli occhi verso i miei e quando vide il mio sguardo, ebbe come un lampo di piacere.
Le dita accarezzavano le palle e ogni tanto le stringevano dandomi sensazioni miste di piacere e dolore, ma la bocca ricambiava subito tutto il resto delle emozioni.
Cominciò a farlo scivolare dentro di sè fino all´estremo, non credevo possibile che ci potesse riuscire, ero comunque ben dotato e fino allora nessuna era mai riuscita a prenderlo tutto in bocca come stava facendo lei. Vedevo le sue guance gonfiarsi per il riempimento del mio sesso e incredulo la guardavo continuare a succhiarmelo.
Le tenevo i capelli spostati per godere di quel momento e deliziarmi di tutto quello che mi stava facendo; lei aveva diminuito il ritmo e nello stesso tempo aveva stretto ancora di più le labbra sulle mie vene impazzite, i vasi dilatatori erano allargati allo spasimo, il flusso sanguigno al massimo. Sentivo che la mia resistenza stava arrivando al limite.
Alice capì il momento che stavo vivendo e velocemente smise di accarezzarmi le palle, liberò del tutto il mio sesso lasciandomi incredulo:
"Non avere fretta..."
Strinse forte con la mano sulle vene del cazzo bloccando l´esplosione del mio sperma e fece in modo che tutto tornasse nei parametri giusti per ricominciare.
Ero impazzito dal piacere, quella stretta violenta sul sesso era stata improvvisa e inattesa, aspettai qualche secondo, poi, le misi una mano sulla testa e deciso le spinsi di nuovo il sesso tra le labbra.
Alice non aspettava altro, mi diede un leggero morso sulla cappella per farmi capire che era lei che dettava i ritmi e i piaceri, mi fece urlare per il piccolo dolore e poi lasciò che di nuovo il mio membro riempisse la sua bocca.
Chiusi gli occhi e assaporai il suo calore espandersi lungo tutto il mio corpo.
Percepivo tutte le sensazioni e immaginai di essere dentro una fica stretta.
Non ce la facevo più... avevo bisogno di liberare il mio piacere.
Questa volta Alice non si fermò, aveva capito che più di così non poteva darmi, allora mi mise le mani sul sedere e spinse forte le sue unghie nella mia carne mentre con la bocca scivolava veloce sul mio cazzo.
Aprii gli occhi e cominciai a scoparla oralmente: misi le mie mani dietro la sua nuca e lasciai che la natura facesse il suo corso.
Sperai che Alice non si tirasse indietro in quel momento cruciale e ancora una volta non rimasi deluso, anzi, lei strinse forte le labbra e accolse il mio sperma con piacere continuando a succhiarlo senza mai fermarsi.
Alla fine fui io che, esausto e impazzito per le sensazioni violente che ricevevo dal basso ventre, le chiesi di fermarsi.
Ero stremato, piegato sulle ginocchia per la violenza dell´orgasmo. Alice, che aveva appena lasciato il mio sesso dopo un interminabile pompino, alzò lo sguardo verso di me sicura di avere fatto un´opera d´arte degna di lei e mi disse:
"Mi passi il mio bicchiere che mi è venuta sete e ho voglia di rinfrescarmi le labbra?"



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