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Racconto n° 3730
Autore: Fantasypervoi Altri racconti di Fantasypervoi
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Il paradiso in terra
Il sole era al crepuscolo e lentamente cominciava a confondersi con le cime leggermente innevate.
L´aria cominciava a rinfrescare e i suoi desideri a crescere.
Nelle ultime settimane, quello era il momento più eccitante delle sue giornate.
Tutto era stato casuale: era sempre stato un amante della fotografia e dei video.
Stava registrando un filmato sulla natura e il silenzio irreale di quel posto ai confini del mondo; era il paradiso terrestre per lui, cittadino del caos.
Era in una casa quasi isolata, in una valle dell´Eden. Improvvisamente sentì una canzone melodica, poi vide una figura femminile, esile, ancora non ben definita, che si avvicinava all´unica casa oltre alla sua.
"E questa, da dove esce?"
La sorpresa e la curiosità crescevano con l´avvicinarsi della ragazza.
Non poté fare a meno di valutarla nel suo insieme, una volta che l´ebbe bene in vista.
Alta all´incirca un metro e settanta, capelli neri lunghi sino alle spalle, vestita da campagnola e con uno sguardo selvaggio che sprizzava vita da tutti i pori; la gonna lunga e il maglione felpato nascondevano le forme, ma la sua sensazione era che vi fosse molto di buono, sotto quei semplici vestiti: l´età apparente era di circa venticinque anni.
Era felice: la sua gioia di vivere... ecco cosa l´aveva colpito immediatamente.
Smise di filmare la natura e cominciò a riprendere la ragazza che, da quel giorno, divenne la sua ossessione.
La sua sala dava sulla camera della giovane così, inevitabilmente, divenne un voyeur.
La ragazza, evidentemente abituata ad essere sola, si spogliava e si rivestiva senza nessun problema d´intimità e senza guardarsi attorno.
Diventò il suo sogno proibito.
La prima volta che la vide spogliarsi ebbe un tumulto al cuore. Sembrava che si spogliasse per lui, i suoi movimenti, le cadenze dei tempi, la sinuosità, la sensualità...
Il tempo di tarare l´obiettivo e divenne il suo tormento serale.
Ormai conosceva i suoi tempi e i suoi spostamenti; con la discesa del sole, cominciava la caduta dei suoi vestiti, come un rito pagano perpetuo e ripetitivo.
Sotto quel maglione vi era una semplice sottoveste di nessun effetto, ma incredibilmente eccitante sul suo corpo.
Osservare le mani alzate per sfilarla, vedere uscire da sotto la gonna, per la prima volta, il candore della sua pelle chiara, gli procurò un´emozione incredibile.
Lei continuava a cantare mentre sfilava la gonna, mettendo in mostra cosce ben tornite; anche l´intimo era semplice, niente di speciale eppure lui era eccitato come da molto non gli capitava.
Il fiato divenne corto e il cuore tachicardico nel momento in cui lei, girandosi verso la finestra, levò il reggiseno.
Fece un balzo indietro per la paura di essere visto in quel momento così intimo della ragazza, poi, rendendosi conto che la notte avanzata lo celava completamente, tornò a godersi quel momento.
Vide la ragazza palparsi i seni e sorridere soddisfatta.
"Chissà che pensiero le è passato per la testa..."
Poi, con ancora più eccitazione, la vide abbassare le mani e flessuosamente sfilarsi le mutandine; invidiò quel pezzo di stoffa che scivolando accarezzava le cosce della ragazza e rimase ad aspettare.
La ragazza salì su ad accarezzare il proprio pube, poi, camminando nuda per la sala, mise in mostra tutti i suoi gioielli intimi: una fitta peluria nera e un sedere tornito e sodo... uno spettacolo della natura in quell´angolo sperduto.
La vide sparire e aspettò impaziente di vederla tornare.
La luce della stanza accanto si accese e capì che il film sarebbe continuato.
L´altra stanza era il bagno, se così si poteva chiamare quel tugurio che vedeva.
Una bacinella stile anni ottocento era al centro, un povero specchio e poco altro; una stanza da cui scappare via se trovata in qualsiasi albergo, ma che diventava incantevole con lei al centro, come soggetto principale.
Rimase senza fiato quando vide la gamba alzarsi e varcare la vasca: cercò oscenamente le sue intimità e con cupidigia le bramò.
Quando la vide immergersi gli sembrò di essere l´acqua della vasca, talmente era preso, regolarizzò l´obiettivo per ammirarla, aumentò lo zoom per carpirne i particolari, ma i bordi della vasca coprivano la ragazza; provò ad osservarla attraverso lo specchio che era sistemato in alto, leggermente inclinato, e, il risultato che ottenne, fu soddisfacente.
Aspettò... e non aspettò invano.
Le mani della ragazza cominciarono ad accarezzare la pelle, prima il collo, poi i seni, dove rimase a giocare per diversi minuti.
I capezzoli, stuzzicati, cominciarono ad ergersi prepotentemente, il viso diventò serio e subito dopo estasiato, notò come le aureole dei seni si fossero allargate, poi la mano scese a cercare il suo piacere.
Dolcemente cominciò ad accarezzare il pube; il movimento dell´acqua leggermente sopra il suo corpo faceva capire chiaramente che l´onda del piacere si stava avvicinando; vide le sue dita sparire tra le cosce e creare una danza unica. I trenta secondi che seguirono furono l´apoteosi dell´erotismo: la vide contrarsi, improvvisamente contorcersi e poi, piegarsi su se stessa con un viso quasi sfigurato.
Poi, la quiete.
Era completamente sconvolto dall´inaspettata successione di fatti verificatesi nell´ultima ora.
Doveva conoscerla, ma fare quel passo, voleva dire fare sapere che poteva guardarla di nascosto.
Decise di aspettare qualche giorno.
Quello che aveva visto era stata un´esaltazione dei sensi a cui non voleva rinunciare.
La sua voce melodica al ritorno da qualche luogo a lui sconosciuto era diventato il suo canto delle sirene.
Ogni sera era una sensazione nuova.
Si sentiva come un rapinatore d´anime.
Poter approfittare di quella situazione gli dava un senso di potere; sognava di entrare di nascosto nella sua camera e accarezzare il suo corpo come lei faceva da sola, per poi andare oltre e possederla.
Immaginava i suoi gemiti, i suoi movimenti nel momento dell´amore e alla fine si ritrovò a masturbarsi pensando a quella bocca sul suo cazzo, alle sue cosce aperte, al suo sedere così pieno.
Stava impazzendo!
Non poteva andare oltre in quel gioco erotico, aveva bisogno di fisicità e così l´aspettò sul viottolo che portava alla sua casa. La canzone che cantava era una nenia popolare che scaldava il cuore, la vide avvicinarsi e sorridere.
Prima che potesse dirle qualsiasi cosa, lei salutò:
"Ciao. Allora sei tu la persona che ogni sera mi accompagna nel mio sonno dandomi turbamenti intriganti..."
Rimase di pietra.
Come aveva potuto pensare che lei non si fosse accorta di lui per settimane.
Solo in quel momento si rendeva conto della sua stupidità.
Ebete, cercava le parole per sfuggire a quella situazione imbarazzante, si sentiva come un bambino preso con un dito dentro la cioccolata; prese fiato e pensò mille cose, poi, farfugliando, rispose:
"Sì..."
Ecco... tutti i suoi ragionamenti erano naufragati su una semplice parola.
"Di poche parole, ma di molte azioni..."
"Ti piaccio così?"
Questa volta sapeva cosa rispondere:
"Sì..."
Incredibile, davanti a quella ragazza, le parole gli morivano sulle labbra.
"Come mai ti sei fatto vedere?"
La ragazza lo incalzava senza dargli tregua.
"Ti ho vista in tutti questi giorni, prima era curiosità, poi è diventata passione, adesso desiderio... non mi bastava più guardarti da lontano e..."
"Ehi... calma... adesso mi stai dicendo troppe cose in una volta". Sorrideva di gusto.
"Che ne dici di venire a prendere un the da me e presentarci come si deve?"
Tese la mano aspettando la sua risposta.
Guardò i suoi occhi azzurri, vide lo stesso desiderio, porse la sua mano e per la prima volta la toccò:
un brivido intenso, una scossa elettrica che si trasmise per tutto il corpo.
Non disse una parola, mentre lei, ricominciando a cantare, lo portava verso il paradiso.


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