L´avevo conosciuta in uno dei posti più banali per
> incontrarsi: il supermercato. Ero tra gli scaffali a
> curiosare quando la vidi: vestita con una tuta aderente
> grigia, con la scritta Italia; la parte superiore aveva la
> cerniera ed era troppo aperta per contenere quel seno
> pieno. Ricordo che si allungò a prendere qualcosa in alto;
> il sedere slanciato era provocantemente in tensione,
> subito dopo la vidi piegarsi verso il basso per prendere
> del latte. Poi, guardando il suo broncio per il mancato
> ritrovamento di quello che cercava, notai che in quella
> nuova posizione il seno aveva fatto un movimento veloce ed
> era uscito leggermente dalla scollatura, permettendomi di
> scorgere per un attimo i suoi capezzoli. Quella visione,
> legata alla mia voglia di sesso, mi diede la forza di
> farle una battuta: " Io sono alto, arrivo dove vuole e, se
> ha bisogno, mi piego anche facilmente..." L´avevo detto
> con un sorriso a trentadue denti e con voce abbastanza
> maliziosa. Lei girandosi, mi ricambiò con un sorriso
> allegro rispondendo: " Dovesse capitare, non mancherò di
> chiederle aiuto se è ancora nei paraggi " " I miei paraggi
> sono i suoi, da adesso vado dove va lei, così prima o poi
> mi chiederà aiuto " Ero stupito di me stesso; avevo
> trovato le frasi giuste al momento giusto. Una risata
> spontanea: " Veramente simpatico"
> " Mi chiamo Maurizio"
> " Piacere, Monica"
> Mentre parlava, guardavo le sue labbra insolitamente piene
> e carnose, veramente sensuali; a sentire il suo nome, mi
> venne subito in mente la stagista di Bill Clinton e subito
> abbi un´erezione al pensiero delle sue labbra avvolte
> attorno al mio sesso. Cominciammo a scherzare un po´ su
> tutto, mentre lei faceva la spesa e io l´accompagnavo come
> un cagnolino. Passarono un paio d´ore dove il tempo mi
> sembrava essersi fermato, solo quando lei si avviò verso
> la cassa e mi disse che aveva finito, mi resi conto che mi
> era rimasto poco tempo per farle un´avance: " Ti
> accompagno alla macchina e ti aiuto a caricare il tutto,
> visto che hai comperato mezzo supermercato: in cambio, mi
> dai il tuo cellulare" Altro sorriso:
> " Mi sembra un baratto onesto."
> La feci passare e rimasi ancora una volta deliziato a
> guardare quelle natiche strette vestite di un perizoma
> sotto la tuta. Non appena l´ebbi lasciata, le mandai un
> sms: " Se s´incontrano persone come te, devo venire più
> spesso in questi posti " La sua risposta non tardò ad
> arrivare: " Gentile, simpatico, spigliato: un bel mix per
> una persona sola" " Se è per questo, sono anche un
> intrigante conoscitore della buona cucina e del buon vino:
> che ne dici di venire a cena stasera con me?" " Stasera
> non posso, ma l´invito m´interessa, facciamo domani sera?"
> E lì, iniziò la nostra storia. Monica era una trentenne
> singola, lavorava come segretaria sotto un avvocato
> penalista despota e sentiva sempre il bisogno di novità;
> discreta fisicamente, alta circa un metro e sessantacinque
> viso tipico italiano eccezion fatta per quelle labbra
> carnose che, come ho detto, portavano subito a pensare a
> pompini estatici. Quello che speravo era che sapesse
> anche vestire discretamente e avesse un comportamento a
> tono. Rimasi piacevolmente stupito dai suoi modi eleganti
> e dalla maliziosità che sapeva esibire: era sensuale senza
> essere volgare e portava gli abiti giusti secondo i luoghi
> che frequentavamo. Divenne ben presto la mia amante per
> oltre sei mesi. Ricordo la prima volta che finimmo a letto
> insieme: dopo un a leggera cena, la portai a fare un a
> passeggiata sui colli riminesi, poi, facendole vedere la
> splendida vista del mare, la baciai. Eravamo accaldati
> dalla serata e dall´estate inoltrata, lei aveva un vestito
> leggero e corto senza reggiseno e, durante la serata, più
> di una volta avevo visto il sottile filo del perizoma che
> cercava di coprire il niente. La strinsi e appoggiandola
> al cofano della macchina, cominciai a sentire la sua
> pelle. Il suo profumo si mischiava con l´aroma del
pinot
> grigio che aveva accompagnato il nostro pasto. Le mie mani
> avanzarono sul suo corpo e si fermarono sui seni, i
> capezzoli eccitati sembravano due fragoline di bosco da
> cogliere; misi una gamba tra le sue cosce e senza fatica
> le feci allargare. Ricordo i graffi delle sue unghie sotto
> la mia maglietta alzata nel momento in cui la mia mano si
> appoggiò alla sua calda fica; i suoi umori avevano già
> intriso la piccola stoffa e trovai facile accesso al suo
> caldo pertugio. Le sue mani lasciarono la mia schiena e
> scesero sui calzoni slacciandoli e facendoli scivolare; la
> presi e la feci sedere sul cofano del mio Mercedes, poi,
> strappai con violenza il suo perizoma, vidi ballare i suoi
> seni a quella forzatura e subito dopo, mentre mi facevo
> strada nella sua bocca per assaporare le nostre lingue,
> spingevo il mio desiderio dentro la sua tenera carne. Non
> oppose resistenza, anzi, mise le sue cosce attorno al mio
> corpo e mi disse: " Ti voglio"
> In quel momento non mi sarei fermato per nessun motivo, ma
> , quelle semplici parole, furono una scarica d´adrenalina
> pura per il mio sesso; misi le mani sui suoi fianchi e
> spingendo la mia lingua dentro la sua calda bocca,
> cominciai a scoparla. Ero stupito di quanto fosse bagnata
> e nello stesso tempo stretta di vagina, sentivo la carne
> stringermi prepotentemente e darmi sensazioni uniche, ogni
> volta che spingevo mi sembrava di sverginarla; anche i
> suoi gemiti mi davano la sensazione che fosse quasi
> vergine, in realtà, poi, venni a sapere da lei, che una
> deformazione faceva sì che lei rimanesse sempre molto
> stretta e che la penetrazione le provocasse sempre dolore,
> mentre creava un piacere immenso per suoi uomini. Il posto
> , pericolosamente visibile, aveva creato un´eccitazione
> sproporzionata, quello stretto pertugio aveva fatto il
> resto, sta di fatto che la mia resistenza fu piuttosto
> effimera, ben presto il mio sperma lasciò il mio corpo per
> scaldare il suo utero. Non mi preoccupai, sapevo che le
> mie resistenze erano altre, uscii da lei e dissi: " Sali
> in macchina che ti faccio vedere Rimini da un´altra
> visuale" Velocemente mi portai verso la darsena, dove mi
> attendeva mia barca; durante il tragitto fui ancora una
> volta compiaciuto della sua libertà sessuale. Senza
> proferire parola, si mise tra le mie gambe e cominciò a
> farmi un delizioso pompino che accelerò la mia voglia di
> prenderla ancora: sentivo la sua lingua scorrere lungo la
> mia pelle per fermarsi sulle palle e giocarci, poi, una
> volta duro, non riuscì più a baciarmele e morderle, ma si
> rifece alla grande dandomi dei risucchi incredibili;
> sentivo le vene impazzire e il calore della sua bocca era
> travolgente. Per fortuna la darsena era vicina ed il
> tragitto breve. Mi fermai davanti al custode proprio
> mentre lei alzando la testa mi fulminava con i suoi
occhi
> demoniaci. Il tempo di portarla sopra la scaletta, farla
> entrare che di nuovo eravamo un corpo unico. Ricordo che
> la feci mettere con le braccia appoggiate al tavolo
> centrale e, allargandole le cosce, la scopai senza
> toglierle il vestito sudato. Il piacere di risentire
> quella virginea feritoia era ancora una volta
> incomparabile, il dolore che mi procurava entrarle dentro
> era subito sorpassato dai gemiti di piacere che adesso
> erano confusi; misi le mani sulle spalle per dare più
> forza alle mie spinte e la scopai a pecorina per molti
> minuti. Per la prima volta la sentii venire; era una di
> quelle ragazze che, quando vengono, fanno un casino
> terribile; oltre a dimenarsi come un´ossessa, cominciò ad
> urlare il suo piacere e io ringraziai di essere in barca
> distante da tutti. " Ricordami di andare al largo la
> prossima volta che facciamo all´amore..." Queste furono le
> parole che le dissi, sorridendo, dopo avere ripreso fiato
> da quell´esplosiva situazione erotica. Con Monica passai
> sei mesi cruenti a livello sessuale; era nata per fare
> sesso e non si tirava mai indietro. Paradossalmente, il
> suo sedere era più spazioso della sua fica e la sua bocca
> era un vulcano di magma bollente che ti portava in
> paradiso: per quei sei mesi, mi sembro di sverginarla
> miriadi di volte e sempre con enorme piacere per il mio
> ego di maschio. Poi, le cose finirono così com´erano
> iniziate; un sorriso e la comprensione che i nostri
> caratteri non potevano sopportare la routine che stava
> avanzando e che minava la base di quel rapporto. Adesso
> Monica è una madre felice e una splendida quarantenne:
> quando la vedo lungo il corso ci salutiamo come vecchi
> amici e tutte le volte che la vedo allontanarsi penso a
> quella sua verginità non voluta che tante volte mi ha
> fatto impazzire.
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