Un avatar. Da meccanico. Per la tua passione, che lo so, non sono io. O per lo meno non ancora.
L'idea, forse folle, ma molto nostra, di incontrarci al raduno di auto.
Incontrarsi, tramite le parole, attraverso i racconti, le mille domande e qualche semplice risposta ormai non ci basta più.
Ti voglio.
La tua auto nera, sporchissima e dal bagagliaio minuscolo. La mia immensa valigia la immagino al deposito bagagli.
Aggressiva, un piccolo squalo, ma chissà perché adeguata alla tua figura di puttaniere. Delizioso, irresistibile puttaniere...
Non t'immaginavo cosi, Lucky. Cosi alto, con il sorriso strafottente e la tua spontaneità...
...o tattica da uomo consumato? Io fuori dalla stazione, stanca eppure eccitata all'idea di toccarti finalmente; tu in arrivo sulla tua roadster che parcheggi in divieto, mi guardi, mi sorridi e mi baci veloce e deciso sulla bocca davanti a turisti e fiorentini allibiti.
Perché per me è normale? Assaggiare la tua bocca, il tuo sapore sconosciuto così all'improvviso. Nessun convenevole, nessuna mano tesa, solo la voglia di darci quel bacio da tempo immaginato.
In ogni sms che mi hai scritto, in ogni messaggio di MSN era forte il desiderio di noi, uniti.
Un filo sottile, ma potente. Un desiderio indecente e continuo di noi, mi hai scritto una sera.
Il vento, il sole, l'afa fortissima... si boccheggia a Firenze. Ma noi sfrecciamo nel traffico, incuranti di ogni indicazione anche del tuo sciocco navigatore. Mi chiedo perché avere una macchina tutta rifatta e poi non avere una cartina geografica.
Ma perdersi potrebbe essere divertente con te... già, perdersi.
Mi porti a piazzale Michelangelo; cosà dirà il mondo di noi? Che porti in giro la tua giovane amante, che ti sorride per la tua fuoriserie e da dietro ti frega...
Non sono questo per te. Lo so. Non sono una Lady, sono vera. Profumo di latte e biscotti; quello stesso profumo che vuoi sentire sotto le coperte, sul mio corpo, sulla pelle.
Corriamo per strade e paesini, in una Toscana per me sconosciuta, e intanto ci viviamo. Le mani intrecciate sul cambio, le parole che scivolano su confidenze e risate, i baci al semaforo come due innamorati incoscienti...
In realtà non lo siamo; né innamorati né incoscienti, e questo mi tormenta stanotte. Sono il tuo regalo di compleanno senza complicazioni? Sono la paura di poter sporcare col tuo passato un sogno di cristallo? O solo la paura d'innamorarti?
Rispondimi...
Siamo stati i primi ad arrivare in albergo. Gli altri non sono ancora arrivati.
Nel parcheggio la tua auto. Un prestito per questo raduno, ma non il tuo angelo azzurro. La tua Marlene.
Lei, la tua auto, che stai ricostruendo dolcemente, pezzo per pezzo come solo si può ricostruire una vita, un amore.
Mi chiedo se anch'io, in quel parcheggio non sia stata un semplice prestito...
Rispondimi...
La stanza 413. Semplice ma confortevole, niente di troppo pretenzioso, ma del resto viaggi leggero tu.
Siamo stanchi, ci vorrebbe una doccia, ma il letto è troppo invitante e soprattutto devo liberarmi degli abiti... soffocherò, diversamente.
O forse voglio solo chiamarti col mio profumo. Realizzare quei nostri discorsi. Quel nostro momento.
Quel momento quando due corpi sono l'uno sull'altro. Quando con un solo movimento puoi prendermi, perché il mio corpo è attaccato al tuo. Quando gli sguardi s'incrociano e sai che spingere significherebbe non poter tornare più indietro. Significherebbe far l'amore con me, sentirmi a contatto col tuo corpo. Non potremo guardarci dopo e dire che abbiamo scopato.
Io non lo farò.
Eccolo il momento, mentre fuori rombano i motori dei soci in arrivo.
Sei nudo, su di me; ogni centimetro della tua pelle combacia col mio.
Che cazzo stiamo facendo... te lo sei mai chiesto in quel momento?
Rispondimi...
Sono bagnata e sicuramente lo senti. I respiri sono corti e affannosi e i baci sempre troppo pochi perché la mia bocca sia sazia di te. Mi guardi, un sorriso dolce, e le dita che mi accarezzano.
- Piccola, ti voglio. Non ho pensato e voluto altro - mi dici - Voglio sentirti, venirti dentro.-
Un attimo sospeso nel silenzio, nell'attesa.
Poi entri. Mi inarco, sono tua. Anch'io ti voglio, erano giorni che desideravo fare l'amore con te. Sai farlo, non ho dubbi. Sento ogni centimetro di te muoversi nel mio corpo. Ogni centimetro, un pezzo di anima. Ogni spinta, un muro di difesa mandato a puttane.
Per questo mi sento tua, senza retorica. Ti sento entrare ed uscire, sempre più bagnata eppure sempre più pronta ad aprirmi per te. Vorrei che il mio corpo non avesse fine per tenerti dentro più a lungo, perché questo momento non finisca mai. Mentre sei più veloce, ora che stai godendo dentro di me, ed io con te. Ti amo con gioia, con il mio sapore di latte e biscotti, con l'unico modo che conosco. Il mio.
Che ti spaventa, che ti fa sentire frastornato, lo so.
Rispondimi...
Dopo.
"Al tuo fianco, io aspetto che tu abbia completato il viaggio dentro te stesso e guarito le vecchie ferite. So che quando tornerai dai tuoi incubi cammineremo mano nella mano, come prima".
(I. Allende)
Roxyb