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Racconto n° 3764
Autore: Nut Altri racconti di Nut
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Racconto a due voci
Oggi l'appuntamento è finito prima del previsto, niente cena interminabile, niente convenevoli annegati nel vino per portare a casa come risultato un importante contratto d'affari.
Voglio farti una sorpresa: tornare subito a casa e portarti a bere l'aperitivo e a cena fuori.
So che ti troverò. Come tutti i mercoledì, nel primo pomeriggio è passata l'estetista e sarai rilassata dopo un paio d'ore trascorse sotto le sue cure.
Quando apro il cancello del giardino vedo in fondo al viale due auto.
La prima è la tua. La seconda?
Entro silenzioso e curioso, sono turbato e allo stesso tempo eccitato. Salgo le scale e mi dirigo nella nostra zona notte. La porta del largo guardaroba cigola e sento la tua voce:
- Ciao amore, sei arrivato! Vieni, ti voglio presentare una persona - .
Quando entro in bagno tu sei seduta sul piccolo divano a righe senza schienale e indossi solo un leggero accappatoio di carta, chiuso quanto basta per non farti sembrare nuda.
Un tuo piede è appoggiato sul grembo di una ragazza molto carina seduta davanti a te. Sotto la gamba un asciugamano, nella sua mano un rasoio usa e getta.
- Lei è Giovanna, l'estetista; a causa di un contrattempo è arrivata in ritardo. E tu invece sei molto in anticipo! Mi sto facendo bella per te. Rimani a tenerci compagnia? –

Ti guardo e ti trovo splendida. Mi è sempre piaciuto questo aspetto del tuo carattere, questo tuo voler essere sempre perfettamente curata. La cura della tua persona nasce per te dal tuo desiderio di sentirti sempre attraente ed eccitante. Un desiderio rivolto più a te stessa che a me.
La prima volta che feci l'amore con te rimasi piacevolmente colpito quando le mie mani non trovarono nemmeno un pelo sul tuo pube. Mi era piaciuto giocare con la pelle morbida e sensibile del sesso. Mi ricordo anche di una notte che mi lasciai depilare da te. Era la prima volta e ti guardai estasiato mentre giocavi con il rasoio sul mio sesso, sui miei testicoli. Che emozione, dopo, sentire la tua lingua sulla pelle svestita. Ogni sensazione sembrava centuplicata in intensità.

Non so perché guardandoti indovino nei tuoi occhi i miei stessi pensieri, quasi mi avessi letto nella mente.
- Giovanna, ti spiace se mio marito rimane a guardare?-
Giovanna si gira verso di me e mi rivolge un sorriso luminoso, appoggia leggermente le mani sulle tue gambe e senza smettere di fissarmi le apre. I lembi dell'accappatoio si aprono lasciando ben esposto il tuo sesso. Poi lei si china per prendere una spugnetta bagnata dal piccolo catino sul pavimento e lentamente ti strofina il pube per inumidire la pelle. Ora è tutta concentrata nel suo lavoro e tu mi sorridi maliziosa mordendoti un labbro. Una tua mano quasi per caso sfiora il lembo dell'accappatoio lasciando intravedere un capezzolo indurito.

Io guardo la ragazza che si riempie una mano di schiuma morbida.
- La facciamo venire appositamente da un piccolo convento dell'Italia centrale. E' una schiuma di sapone ricca di sostanze naturali, nutritive ed emollienti contro l'irritazione - intanto lentamente passa la mano sul tuo sesso creando un soffice strato di schiuma.
Sta giocando con me, e anche tu giochi con me. Mi piace guardarti e a te piace farti guardare e lentamente apri le gambe più di quanto ci sia bisogno, muovendo lentamente il bacino verso la mano che maliziosamente pare soffermarsi sulle parti più sensibili. Ma forse è solo una mia impressione ...



***

Non ti aspettavo così presto! Se avessi saputo che avevi il pomeriggio libero, non avrei fatto venire l'estetista, quando mi aveva chiesto al telefono se mi stava bene che posticipasse il suo arrivo.
Il fatto che tu assista alla mia toilette mi provoca emozioni contrastanti.
D'acchito mi vengono in mente dei versi di Orazio, che nella sua - Ars amatoria - , tra i consigli dedicati alle donne, dice: - Ma che l'amante non vi veda mai / con i vasetti delle vostre creme! / L'arte che vi fa belle sia segreta. / Spesso ciò che ci piace quando è fatto, / mentre si fa dispiace ... -
Rifletto tuttavia sul fatto che lo spettacolo a cui tu stai per assistere non è esteticamente sgradevole anzi, mi pare di capire che ti provochi un leggero stato di eccitazione: vedo le tue pupille dilatate e anch'io mi sento un po' rimescolare dentro sotto il tuo sguardo sfacciato e curioso, fisso sulle labbra della mia vagina cosparse di schiuma.

Con pochi tocchi rapidi di rasoio Giovanna mi toglie anche la minima ombra di peluria, insinuando le dita nella mucosa delicata tra le piccole e le grandi labbra, ogni volta sciacquando il rasoio nell'acqua del catino. E' molto attenta e precisa e non distoglie gli occhi da ciò che sta facendo se non una volta, per guardare fuggevolmente proprio te.

Ora con la spugna imbevuta mi deterge... sento l'acqua fresca scivolarmi sul sesso. Una sensazione intensamente piacevole, che mi fa socchiudere la bocca, mentre incontro il tuo sguardo.
E poi la mano di Giovanna unta di crema mi elargisce un rapido massaggio circolare dal pube al perineo per idratare la pelle delicata e sento, sotto il tuo sguardo, una fitta di piacere nel ventre.
Ho un sussulto che mi fa scivolare dalle spalle il sottile accappatoio e mette completamente a nudo il mio corpo.
Sento i seni che si tendono, i capezzoli induriti e protesi, una lieve contrazione del ventre e il clitoride mi si è gonfiato ... se non ci fosse lei ora qui, sarei già nelle tue braccia.

Per superare il mio imbarazzo sorrido, dico qualcosa senza importanza.
Giovanna mi porge uno specchio e mi invita a verificare se sono soddisfatta del suo operato.
Guardo la mia vagina riflessa e noto che si intravede un velo luminoso di umore che la rende più rosea e lucente.
Anche tu hai visto: ti sei passato la lingua sulle labbra.
Istintivamente abbasso gli occhi sui tuoi calzoni e ... sì, quella protuberanza che mi aspettavo di vedere è lì, testimone inequivocabile del tuo specifico interesse.
Lo stesso che provo anch'io. Tu mi ecciti sempre, lo sai bene.

Ricordo quella volta in cui acconsentisti a farti depilare da me. Era un'esperienza nuova per te e ti sentivo percorso da brividi che erano insieme di eccitazione e di paura, mentre armeggiavo col rasoio in mano sul tuo pube e sui tuoi testicoli ...
All'improvviso mi viene un'idea in mente, un'idea pazza, come molte delle mie, così mi rivolgo a te dicendoti:
- Hai visto com'è brava la nostra Giovanna? Peccato che tu non sia una donna ... avrebbe potuto servire anche te! Ma forse ... -
E rivolgendomi a lei:
- Che ne dice, cara? Sarebbe disposta ad eseguire lo stesso lavoro su un uomo? –


***


Giovanna si gira verso di me dopo averti sorriso, il suo sguardo indugia sul mio viso e scivola sul mio corpo fino ai calzoni.
E' come una carezza, lo avverto come una sensazione fisica sul mio sesso che si sta svegliando.
- Certo, non vedo nessun problema – risponde – il signore deve solo spogliarsi e mettersi davanti a me - .
- Bene! – dici e ti alzi dal divanetto senza curarti dell'accappatoio aperto, ma sai che entrambi ti stiamo guardando, mentre vieni verso di me, e quando mi sei a fianco, mi tocchi appena le labbra con le tue e per un attimo la tua mano mi sfiora il ventre e il pube da sopra i calzoni.

Vado dietro lo specchio che fa da divisorio separando il bagno in due ambienti e mi levo gli abiti, indosso il mio accappatoio e così riappaio per sedermi dove poco prima eri seduta tu.
Giovanna è ancora al suo posto, mentre tu, appoggiata languidamente alla parete, con l'accappatoio ancora aperto, fai intravedere il sesso lucido e i capezzoli diritti e duri.
Vi guardo entrambe mentre apro lentamente la cintura e Giovanna si volta verso di te.
Ora sono nudo di fronte a voi e provo un leggero senso di imbarazzo.

- Si rilassi - mi dice Giovanna piegandosi verso di me - non le farò del male. Prometto - .
Il mio sguardo cade nel suo décolleté ma ciò che mi colpisce nel momento in cui lei muove le gambe è, per un breve attimo, la visione del suo pube che intravedo nudo sotto i lembi del grembiule mal trattenuti dai bottoni allacciati davanti.
Mi sento molto disorientato, ma non ho tempo di ragionare: sento la mano della ragazza sul mio sesso.
Guardo te mentre lei incomincia a bagnare il mio pelo pubico con la spugna e tu sorridi mentre delicatamente ti sfiori un capezzolo.

Il mio sesso non è indifferente al leggero massaggio di Giovanna ma lei non si scompone e incomincia a spalmare la schiuma con la mano.
Poi vedo che prende il rasoio e provo una sensazione di eccitamento e timore, ma anche di voglia. La stessa che vedo nei tuoi occhi.

Il lavoro non è dei più facili, anche per la mia erezione. Giovanna sposta il mio fallo a seconda del punto che vuole depilare come se stesse spostando un oggetto. Appena ha finito il lavoro tutto intorno all'asta, ti guarda, interrogativa.
- Splendido - dici tu - Giovanna depili anche lì sotto, vero? -
- Va bene - risponde lei con un tono di voce più basso.
Di nuovo si versa la schiuma sulle mani e la spalma sullo scroto. Vedo che si morde un labbro, alza gli occhi e li fissa nei miei, poi prende in mano il rasoio.
- Sarò delicata - mi dice sorridendo.

Per tirare la pelle, deve impugnare la mia asta e mi pare che la stringa più di quanto sia necessario, poiché la sento crescere nella sua mano. La pelle si tende e lei lentamente e con cura passa il rasoio sullo scroto, lungo l'attaccatura delle cosce e sul delicato tratto del perineo.
Ecco, ha finito, e si gira verso di te, come ad aspettare la tua approvazione.
Entrambi ti abbiamo vista ritrarre la mano dal pube che stavi accarezzando, come a saggiarne la morbidezza.
Rapidamente ti ricomponi e ti rivolgi alla ragazza:
- Grazie, Giovanna, va bene così. -
Esci con lei dal bagno, non senza prima avermi sussurrato: - Aspettami ... -

L'hai pagata e le hai dato anche una buona mancia, e l'hai mandata via, prima di rientrare.
- Perché mai non l'hai fatta rimanere? Sembrava ben disposta ... - dico io sapendo di stuzzicarti.
- Ti sarebbe piaciuto, eh, lumacone? – rispondi ridendo e, liberandoti dell'accappatoio di carta, ti butti nuda tra le mie braccia.

***

Davvero è stato eccitante quel pomeriggio, pieno di avvenimenti inattesi che hanno causato sensazioni non cercate, nuove ed intense. Vi ripenso ogni tanto, con la voglia di rinnovarle ...
Oggi ti attendo presto a casa: avevamo fissato insieme questo pomeriggio per un incontro che tu avresti desiderato - simile a quello dell'altra volta - . Così mi avevi detto. Simile. Sì.
Ecco, sento il rumore del motore della tua auto che s'inoltra nel vialetto.

Ti vengo incontro e ti avvolgo in un abbraccio poco oltre la soglia; sei accaldato, ti prendo per mano e scherzosamente ti trascino dietro di me, invitandoti a fare una doccia insieme.
E' una cosa che ti piace, che accende la tua sensualità.
Mi segui al piano di sopra, entri con me nel bagno. Qui, davanti allo specchio a tutta parete che fa da divisorio, mi sfilo la minigonna che scivola ai miei piedi, rivelando il minuscolo perizoma dorato che esalta la linea dei glutei. Tu, dietro di me, li guardi e allunghi le mani a carezzarli, mentre rivolgi una fuggevole occhiata allo specchio che mi ritrae di fronte.

Poi sposti le mani sul mio petto a cercare il nodo che serra il top incrociato davanti, lo sciogli e mi sfili l'indumento dalle braccia. Nello specchio i nostri occhi si incontrano, poi io guardo le tue mani riflesse che mi accarezzano le spalle prima di spostarsi sulla schiena a slacciare il reggiseno.
Lo butti in un angolo e raccogli le mie tette nelle mani a conca, stringendole in un moto circolare, mentre ti accosti a me premendomi il tuo ventre contro la schiena e il culo.

Ora siamo tutti e due eccitati. Mi giro e mi pongo di fronte a te. Ti bacio, slinguandoti e succhiandoti le labbra mentre tu guardi lo specchio che mi ritrae di dietro: sento la tua erezione.
Allora mi stacco da te e comincio a spogliarti. Ti slaccio la cintura dei calzoni, li faccio scivolare lungo i fianchi e le gambe fino al pavimento insieme agli slip e avverto l'odore intenso del tuo sesso che mi provoca una contrazione nel ventre.

Mi inginocchio ai tuoi piedi e, sfiorandoti il cazzo duro con la guancia, ti faccio alzare un piede dopo l'altro, per liberarti da scarpe e calze, mentre tu mi metti una mano tra i capelli.
Poi mi alzo e infilo le mani sotto la tua polo, la sollevo facendoti alzare le braccia e per un momento rimani intrappolato nella maglietta con tutta la testa: ne approfitto per darti veloci leccatine ai capezzoli che si rizzano subito contro la mia lingua.
Ti sfilo completamente la maglietta e sei nudo: è così bello il tuo corpo e ogni volta che lo guardo mi viene voglia di toccarlo, di accarezzarlo, di baciarlo.

Vado alle tue spalle e ti spingo verso la cabina della doccia. Entriamo insieme; io apro i rubinetti dell'acqua e gli interruttori dell'idromassaggio; tu ti abbassi davanti a me e mentre con le mani mi sfili delicatamente il perizoma, incolli la bocca al mio sesso provocandomi spasmi di piacere. Poi ti rialzi e sono io a baciarti e accarezzarti l'asta e lo scroto, lisci come seta, perché da quel giorno ti tieni depilato come me.

Il bagnoschiuma scivola morbidamente sulla nostra pelle, sparso dalle carezze delle nostre mani * che sanno sapientemente indugiare nei punti più sensibili. I getti corroboranti dell'idromassaggio ci colpiscono il corpo mentre ci moviamo, sfiorandoci e toccandoci dappertutto.
Il profumo del sapone e il vapore riempiono l'aria ... ti sussurro all'orecchio, mentre mi cingi la vita: - Dobbiamo uscire ora, e andare di là –
Hai uno sguardo sorpreso, ma obbedisci.

Io esco per prima, indosso l'accappatoio, prendo un grande telo di spugna e lo tengo teso davanti a me, con le braccia sollevate. Ti ci avvolgo mentre stai uscendo dalla cabina della doccia, ti tampono la pelle con il telo, mi appoggio alla tua schiena , al tuo petto con le mani e col mio corpo.
Ora siamo asciutti, mi levo l'accappatoio e ti porgo una salvietta con cui ti cingi i fianchi.
Faccio lo stesso anch'io, fasciandomela attorno al corpo dal seno.
- Vieni – ti dico – siamo attesi. –

Di là, in camera da letto, c'è un chiarore soffuso: i pesanti tendaggi di broccato sono stati accostati e candele poste qua e là donano riflessi ondeggianti di luce.
In sottofondo una musica tenue, in cui mi pare di ravvisare una sonata di Bach.
L'atmosfera è rilassante, piacevolmente intima.
Davanti alla grande specchiera è stato allestito un lettino da massaggio. Seduto accanto, un giovane sui trent'anni attende, sfogliando una rivista.
Veste jeans e maglietta bianchi, che fanno risaltare la sua pelle ambrata e i capelli neri, intrecciati in un codino sulla nuca; quando entriamo, alza il viso dai lineamenti fini e ci saluta alzandosi e sorridendo con uno sguardo nero dardeggiante: vedo che non te l'aspettavi ... hai spalancato gli occhi per lo stupore.
- Caro, ti presento Mario, il mio massaggiatore – ti dico mentre mi stendo prona sul lettino.

****

Ammetto che non me lo aspettavo, non so neanche che cosa mi stia passando per la testa ... sono confuso, geloso, eccitato e curioso.
Lui si rivolge a te chiedendoti: - Posso togliere l'asciugamano? - e tu rispondi con un breve assenso.
Dopo prende una boccetta di olio e ne fa cadere lentamente alcune gocce sulla tua schiena esposta. Un intenso profumo di rosa si spande nell'aria.
Mi siedo sulla poltroncina su cui poco prima era seduto Mario e guardo il tuo corpo così bello, la pelle resa lucente dall'olio, su cui si riflettono i guizzi di luce delle candele: tutto mi appare avvolto in un' atmosfera di sogno.

Dapprima lui ti fa sollevare leggermente per porti sotto l'addome un piccolo cuscino e un altro sotto le caviglie. Poi si cosparge di olio i palmi delle mani prima di accingersi al massaggio. Quando ti tocca la nuca e le spalle tu rispondi con un leggero - mmm - che mi fa venire la pelle d'oca.
Dapprima i palmi delle sue mani scorrono alternativamente sulla tua schiena, dall'alto verso il basso, con movimenti lenti e leggeri, poi i movimenti si fanno trasversali, le dita premono, agiscono sulle fasce muscolari, dal centro della colonna vertebrale verso i lati e infine le sue mani si riempiono della carne dei tuoi fianchi, dei tuoi glutei, delle tue cosce, la impastano, la rilasciano, la afferrano di nuovo, in un massaggio profondo che, sebbene eseguito in maniera rigorosamente professionale, mi sconvolge.

Immagino di essere al suo posto e di afferrare così porzioni di te, di riempirmi le mani e la bocca di te, fino a farti male. Mi riscuoto sentendo un suono ripetuto, come di piccoli schiaffi. Mario col taglio delle mani dà ora dei colpi ritmici, ravvicinati, proprio lì, sui tuoi glutei, che io vorrei invece allargare con le mani, percuotere con i palmi aperti ...

- Si può girare, signora. - Ascolto le parole di Mario con la testa confusa, immerso come sono nel mio desiderio, che di nuovo preme sotto l'asciugamano in cui sono avvolto.
Tu, con assoluta naturalezza e con sorprendente, assoluta impudicizia, ti volti, stendendoti ora supina, superbamente nuda, e mi rivolgi un'occhiata provocante, causandomi un guizzo improvviso nel ventre.

Mario, apparentemente impassibile, versa ancora dell'olio di rosa sul tuo petto e sulle sue mani e comincia sfioramenti leggeri dalla gola alle spalle e dalle spalle ai seni, girandoci attorno senza toccarli, per scendere poi sotto di essi e fermarsi sulle costole.
Io guardo le tue areole di un rosa scuro e i capezzoli che si sono rizzati e immagino di sentirli duri dentro la mia bocca, di succhiarli e morderli e cospargerli di saliva e leccarli gustando il sapore della tua pelle ... mi muovo, accomodandomi meglio nella poltroncina, per nascondere il gonfiore ora evidente sotto l'asciugamano.

Ora Mario ha spostato le mani verso i tuoi fianchi che impasta, procedendo da un'anca all'altra e dai lati della vita ti sfiora dolcemente con un moto circolare fino ad arrivare intorno all'ombelico.
Le mani scendono giù verso gli inguini e vedo un guizzo nei muscoli del tuo ventre quando Mario ti afferra una gamba e la alza, appoggiandola alla sua spalla, per lavorare sulla tua coscia, insistendo sulla parte interna. Il tuo sesso è completamente in mostra così e lui pare non accorgersene nemmeno, mentre io fremo di voglia e, lo confesso, di gelosia.
Come una conchiglia rosata si apre alla mia vista e mi sconvolge la sua perfezione.

Tu guardi ora nella mia direzione e hai quella luce negli occhi, quella che conosco bene, di quando mi vuoi, di quando aspetti che facciamo l'amore. E anch'io fisso il mio sguardo nel tuo e ora non sono eccitato dal tuo corpo soltanto, ma anche dalla tua mente che pensa in sintonia con la mia, dal tuo desiderio che è lo stesso mio desiderio, che è quello di perdermi dentro di te.

Il massaggio è finito. Tu rimani sdraiata, mentre mi dici: - Ti dispiace accompagnare Mario alla porta? -
No che non mi dispiace, non vedo l'ora che se ne vada, per rimanere solo con te.
E mentre gli faccio strada, abbasso gli occhi e vedo, sotto i suoi jeans, un notevole rigonfiamento che prima non avevo notato. Sorrido, mentre chiudo la porta dietro di lui.

Nut

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