La vacanza è un bene che tutti dovrebbero provare; se poi ti capita qualche avventura imprevista, ecco che diventa anche un piacevole ricordo da raccontare.
Alessia è una ragazza di diciannove anni che ho incontrato in un villaggio turistico in Grecia durante la mia ultima vacanza: era lì per uno stage sull'apprendimento del lavoro di cameriera per clientela di lusso, sovvenzionato dalla regione Emilia Romagna.
In poche parole, doveva perfezionare il suo stile e il suo portamento.
Il nostro incontro è stato del tutto casuale e, per questo, ancora più intrigante.
Stavo parlando con mia moglie al bar della piscina in un pomeriggio afoso e, discutendo, dissi una frase scherzosa e volgare in dialetto riminese proprio mentre Alessia stava porgendomi un drink rinfrescante.
La vidi sorridere e illuminarsi in quei suoi giovani occhi azzurri:
- Romagnoli...che bello -
Mi venne spontaneo risponderle, anche perché, sotto le forme di quella divisa seria, si capiva che c'era del buono:
- Capisci il dialetto romagnolo?"
- Sì, sono di Faenza e mi mancava un casino la nostra parlata - .
In un attimo si era dimenticata del suo ruolo di cameriera e si era lasciata andare alla voglia di chiacchierare.
Per nulla infastidito da quel suo modo diretto, soppesai chi avevo davanti.
Bionda, alta circa un metro e settanta, chiara di carnagione, un visino da coccolare sotto un paio di occhiali seri, gambe belle sode, anche se molto nascoste da una divisa grigio- nero che troppo celava la sua giovane età.
Mia moglie aveva capito, dal mio modo di guardarla, che avevo deciso di provarci e, facendomi un sorriso che tacitamente era un consenso, sorseggiò il suo cocktail analcolico aspettando di vedere come mi sarei comportato con una ragazzina di primo pelo.
Sapevo che la sfida era lanciata e provarci con una diciannovenne, o giù di lì, mi eccitava parecchio: chissà se il fascino dei soldi, legato all'esperienza e ad una buona presenza, mi permetteva ancora di essere un buon seduttore.
Era un gioco erotico tra me e mia moglie e il premio era Alessia.
- Allora? Come ci capita una ragazza di Faenza a Creta? -
Velocemente Alessia mi spiegò la sua storia concludendo:
- Adesso ho da fare, io smonto il turno alle due di notte, se non siete stanchi, e avete voglia di divertirvi un poco, vi aspetto all'Alchimia, il miglior locale del paese. -
Un sorriso e la mia risposta:
- Perché no, potrebbe essere una serata diversa: ci si vede eventualmente nel locale . -
- Ci conto, adesso vado, vi aspetto. -
L'aveva detto con enfasi, ma soprattutto lanciandomi uno sguardo che spesso avevo visto in donne interessate fisicamente.
Potevo anche essermi sbagliato, ma valeva la pena di approfondire la conoscenza.
- Sei proprio un porco! Potrebbe essere tua figlia! -
Sorrisi:
- Magari... -
- Da quando hai spostato le tue voglie su ragazzine? Hai sempre detto che ami l'esperienza delle donne mature. -
- Vero, ma questa ragazza ha qualcosa che m'intriga, sarà la freschezza, oppure il modo di parlare o muoversi, per ora voglio solo vedere com'è fuori dal lavoro, vestita normalmente. -
- La verità è che invecchiando si diventa depravati e tu non fai eccezione -
Sorrisi nuovamente...
Alle due e trenta eravamo nel locale, mia moglie ed io; diversi drink avevano indebolito la mia serietà e quando vidi Alessia scatenata in un ballo latino con un uomo maturo, mi misi a guardare di gusto i suoi vestiti.
Aveva una maglietta bagnata a causa del sudore, non portava reggiseno e si vedeva un seno sodo che poteva essere una terza; sculettava come un'indemoniata sotto una piccola mini nera che lasciava vedere cosce lunghe e meravigliosamente sode; scarpe da tennis rosa per finire: incredibilmente sexy per la sua giovane età.
Vedendomi urlò il mio nome:
- Maurizioooo... - e subito mi fece la lingua, ridendo.
Restai a guardare il suo sedere sbattere quella gonna in modo indecente e cercai di immaginare cosa avesse sotto e se fosse depilata e come.
Fui riportato alla realtà da mia moglie:
- Certo che non ha niente a che fare con la cameriera di oggi, questa sembra una che ha voglia di divertirsi di gusto: buon divertimento, amore... -
E, girandosi, si lasciò intrattenere da un bel tenebroso del posto.
Feci cenno ad Alessia che restavo al banco a bere il mio ennesimo drink.
Finito il ballo arrivò da me:
- Che bello vederti, sei solo? -
- Praticamente sì, ma moglie si è appartata con uno -
- Come appartata, così, di brutto? Coppia moderna e disinibita? -
L'aveva detto con un tono malizioso e io ne approfittai
- Sai, non abbiamo molto tempo da perdere e in vacanza diamo sfogo ai nostri desideri più reconditi. -
- Giusto: e i tuoi quali sono? -
- Per esempio, passare una serata sfrenata con una ragazza di Faenza, -
Rimase un attimo sorpresa da quella dichiarazione diretta:
- Sai ballare il latino americano? -
- No, ma so fare altre cose che molti non sanno fare -
- Per esempio? -
- Far svenire di piacere una ragazza a letto! -
- Cavolo, non si può dire che sei uno che perde tempo a conquistare le ragazze -
- Ti avevo detto che ho poco tempo, mi piace dire quello che penso: passare una serata folle è la mia intenzione di stasera, che ne pensi? -
- Offrimi da bere. -
Ordinai e nello stesso tempo l' avvicinai mettendole una mano sui fianchi.
Mi piaceva vederla ancora sudata, e mi piaceva molto vedere i suoi capezzoli spingere sotto la stoffa di quella t-shirt bianca con la scritta provocante: - Chiedere per avere - .
Le porsi il bicchiere e cominciai con le dita ad accarezzare la sua schiena.
Vidi la pelle d'oca crearsi sulla sua pelle .
Chiacchierammo per qualche minuto, poi le dissi:
- Ti piace la barca a vela? -
- Molto... -
- Ne ho noleggiata una, vuoi vederla? -
- Certo. -
Pagai e chiamai un taxi.
Arrivammo al piccolo porto, la feci salire a bordo e la portai direttamente sotto coperta; appena sceso l'ultimo scalino mi girai e aspettai la sua discesa incerta.
Sbandando, si lasciò andare ed io la presi tra le braccia baciandola e accarezzando i suoi seni turgidi, la feci risalire di due gradini e, senza aspettare altro, sollevai la piccola gonna e misi una mano tra le sue cosce, salendo sul pube.
Un piccolo slip bagnato era tra me e il suo caldo corpo: mi inginocchiai e, spostandolo, le feci sentire la mia lingua.
Allargando le sue strette labbra vaginali avevo avuto subito la percezione di quanto fosse stata poche volte penetrata; ripensando alla sua giovane età, ebbi un indurimento massimo del mio sesso; con de dita le allargai le labbra umide e cominciai a farle capire cosa voleva dire essere scopata oralmente.
Alessia era tutto un gemito di piacere, aveva messo le cosce attorno al mio corpo e, allargandosi al massimo, si contorceva sulla piccola scala, le mani strette attorno alla ringhiera e il bacino spinto al massimo verso la mia faccia:
- Dio che bello...che bello... -
Stavo attaccando il suo clitoride gonfio e teso, sapevo cosa fare e come fare, e Alessia lo scoprì ben presto.
Continuai a stare dentro di lei con la lingua anche dopo che lei era venuta copiosamente e continuai, fino a che lei non disse con un filo di voce singhiozzante:
- Basta...non ne posso più... -
Era quello che aspettavo, smisi di leccare il suo fiore , mettendomi in piedi, tirai fuori il mio sesso impazzito dall'attesa e, deciso, profanai la sua ancora stretta figa.
L'urlo di sorpresa per l'intrusione durò il tempo di un paio di colpi ben assestati.
Sentire la sua calda carne stringere il mio sesso era veramente una sensazione scordata, percepivo chiaramente una figa poco abituata a essere penetrata e questo era sicuramente appagante per il mio piacere.
Guardai il suo viso trasfigurato dall'orgasmo:
- Apri gli occhi, guardami mentre ti scopo! -
A fatica, Alessia ubbidì e mi lanciò uno sguardo pieno di desiderio e di sfida giovanile; io, per ricordarle chi era che dettava le regole del piacere, misi le mani sui suoi teneri seni e strinsi forte i capezzoli mentre con decisione entrai al massimo, appoggiando le palle sul suo pube quasi depilato:
- Oh...Dio...sei un bastardo... -
Ma io sapevo che stava impazzendo dal piacere, lasciai i seni e misi le mani sul suo sedere apprezzandone la resistenza, poi sentendo che stava per venire nuovamente, ne approfittai per inserire un dito tra la stretta carne.
- No...si...si... -
Ormai era troppo avanti col suo piacere per riuscire a fermarmi e anche la posizione, sulla scaletta, non le permetteva di difendersi da eventuali giochi erotici:
- Tieni gli occhi aperti mentre godi e guardami... -
Gli occhi erano stretti come una feritoia ed io vedevo la fatica che faceva a cercare di guardarmi mentre esplodeva tra mille contorcimenti.
Aspettai che prendesse il suo piacere e quando la vidi intorpidita nel corpo, le dissi:
- Prendi qualcosa? -
- No... -
- Ok, non è un problema . -
Uscii da lei, la feci scendere di un gradino e le misi il cazzo davanti al viso.
Alessia non perse tempo, aveva capito e sapeva cosa fare, prendendolo tra le labbra cominciò a darmi sensazioni da donna esperta, facendomi così capire che con la bocca ne aveva accontentati molti di più che con il suo caldo corpo.
Iniziò a farmi un pompino di buona qualità e quando la riempii del mio sperma lei, guardandomi con soddisfazione, continuò imperterrita a tenermi in lei fino a farmi gemere e a bloccarle la testa con le mani.
Quella sera, Alessia conobbe solo la scala di quella barca noleggiata, nelle due settimane seguenti ebbe modo di conoscere tutta la barca e di donarmi il suo sedere inesplorato, con mia grossa soddisfazione.
Adesso aspetto che lei finisca la stagione e torni a Faenza, per vedere se vale la pena allargare il gioco con mia moglie.
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