Seduta nel dehor di un piccolo chiosco di bibite, osservavo in lontananza il riverbero che il fiume disegnava nell'ora del tramonto, con ombre tremule sulle pareti della chiesa vicino al ponte. Ero sola e pensavo a come in quel momento anche la mia vita fosse un riflesso, un' immagine capovolta, non simmetrica, ma distorta rispetto ai miei desideri.
E' in quel momento che vedo avvicinarsi la mia amica Laura, mi viene incontro, mi abbraccia e guardandomi negli occhi mi dice: - Cosa c'è che non va, Arianna??? - .
- Non riesco proprio a nascondere niente - penso tra me e me, e mi sento ancora una volta - guerriera nuda - , nel senso che mi do' e mi svelo, fragile, contraddittoria e trasparente al mondo, ma nello stesso tempo sento una grande forza dentro, è la mia arma, che cerco di coltivare giorno per giorno, nello sperimentarmi attraverso le mie contraddizioni.
- Non riesco a ritrovarmi, Laura, non so da che parte incominciare, sento il bisogno di farmi un grande regalo!! -
Lei mi guarda, il suo sguardo si illumina e mi dice: - Hai provato con il massaggio ayurvedico??? - Ed aggiunge, con fare ammiccante e malizioso: - E' un'esperienza ...irripetibile - . Mi scrive velocemente su un pezzetto di carta un numero di telefono ed un indirizzo e.... - ti consiglio di chiamare al più presto...vedrai...starai molto meglio!!! - . - Ma dimmi qualcosa in più - le chiedo, ma lei non cede: - Arianna, non c'è bisogno di parole, vai e sii te stessa - .
Per mia natura sono molto curiosa ed appena arrivata a casa cerco di approfondire, grazie ad Internet, le nozioni che ho circa questa filosofia di vita.
Alcune parole mi colpiscono: l'Ayurveda è la - Scienza della Vita - ....il nostro corpo è inteso come una - mappa della coscienza - ed il massaggio ayurvedico è - l'arte sottile di ridare il sorriso al corpo e soprattutto alla salute, facilitando la circolazione delle energie - . Leggo ancora un po' e condivido la visione Olistica del corpo come un tutt'uno, non frammentato, un universo armonico in cui il fisico e la mente, le energie, fluiscono e si riproducono in modo dolce e perpetuo.
Il giorno dopo compongo il numero, avevo conservato gelosamente quel pezzettino di carta e, quasi presentendone l'importanza, salvo il numero nel cellulare sotto il nome - ayurveda - .
Mi risponde un uomo dalla voce gentile, che mi chiede se sono consapevole dei benefici che un massaggio ayurvedico può dare. Gli rispondo che sì, che mi sono documentata, che ho intuito quanto sia - diverso - dagli altri massaggi, - Allora va bene...... può venire - mi risponde.
Mi dà appuntamento per due giorni dopo, avvisandomi che è opportuno telefonargli quando arrivo, perché il luogo in cui - incontra i suoi clienti - è una piccola mansarda senza citofono.
Il giorno prestabilito arrivo con un leggero anticipo sull'orario concordato e lo chiamo: non so perché, ma c'è curiosità ed un leggero senso di trepidazione. Aspetto davanti al massiccio portone di un palazzo di cinque piani, austero ed importante, come molti altri nella mia città e penso che quel palazzo non mi assomiglia neanche un po', mi mette soggezione. Calcolo mentalmente i tempi di discesa e vedo il portone aprirsi: lui ha più o meno la mia età, forse un po' più giovane, il fisico asciutto di una persona che si tiene in forma, sguardo profondo. Per prima cosa noto i suoi capelli, lisci, un po' brizzolati, mi piacciono e istintivamente avrei voglia di pettinarli con le mie dita, lentamente, partendo dall'attaccatura delle orecchie fino alla nuca.... E' un flash e lo seguo, mentre mi fa strada verso la mansarda. Dopo un breve percorso in ascensore saliamo una ripida rampa di scale. C'è un lungo corridoio su cui affacciano tre porte, con la luce proveniente da un grande lucernario. Ne apre una e mi invita ad entrare, un altro flash: le sue mani, affusolate, abituate a percorrere e scandagliare i corpi, dense di storia. - Prego, si accomodi... - . Non lo sapevo ancora, ma dietro quella porta stava per aprirsi un altro mondo per me, quello che avevo sempre osservato, desiderato e mai sperimentato.
La mansarda era piccola ma molto accogliente, con un tepore avvolgente: il tetto spiovente con piccole finestre, da cui filtrava attraverso tende colorate una luce soffusa, un letto matrimoniale non distante dalla porta d'ingresso, un materassino a terra, posato su un tappeto e candele profumate sparse un po' ovunque, un buddha ed altri oggetti che trasmettevano messaggi di sensuale spiritualità, una clessidra, che sembrava ammiccare ad un tempo misurabile ma infinito al tempo stesso, alle pareti drappi ed arazzi che sembrava fossero stati tessuti per stare proprio lì e non in un altro posto, su una parete un grande specchio, pronto a rimandare immagini...di benessere; a completare il tutto una musica - new age - evocativa, rilassante, promettente.
Immaginando di dovermi spogliare davanti ad uno - sconosciuto - avevo indossato un completo intimo di pizzo azzurro, quasi a non voler sembrare provocante, e mandare il messaggio: - sono qui solo per un massaggio - . In realtà nella cromoterapia il colore azzurro influenza la creatività ed io stavo per abbandonarmi ad una situazione ... molto creativa!!
Ma lui, inaspettatamente, mi dice: - guardi che è meglio che lei tolga i suoi indumenti intimi ed indossi solo il perizoma monouso che troverà in bagno -
Questa variante alle mie previsioni mi coglie di sorpresa ma non ho problemi, sono lì per abbandonarmi completamente e regalarmi uno spazio tutto mio, solo per il mio piacere.
Anche il bagno è piccolo ma funzionale, intimo.
Mi cambio e torno nella stanza, mi chiede di distendermi sul materassino, a pancia in giù, e mi dice che da quel momento in poi avrei dovuto cercare di rilassarmi completamente, di avvisarlo se la musica fosse stata troppo alta o troppo bassa e se l'olio caldo sul corpo non fosse alla temperatura giusta.
Chiudo gli occhi e lascio fuori il mondo, le corse, gli affanni, pronta ad assorbire l'atmosfera, l'armonia della musica, il profumo degli olii sul mio corpo, il percorso sapiente delle mani, il tocco deciso delle dita.
Sento il profumo dell'olio caldo che incomincia a colare, a nutrire e coccolare il mio corpo. - Arance amare... - mi dice.
Il massaggio inizia lentamente, sento che c'è una logica nel movimento, nella cadenza, nella successione rituale, ma al tempo stesso sento che è unico, è solo per me.
Sono di spalle e quindi non vedo, ma sento le sue mani che incominciano con il massaggiarmi i piedi e poi i polpacci; sento che non c'è fretta, che per una volta il tempo mi sarà amico, che tutto il mio corpo potrà godere di quei momenti.
Le sue mani - viaggiano - sul mio corpo risalendo molto lentamente fino alle cosce, le sento massaggiare i glutei, percepisco un indugio nel solco tra di essi ed un dito passare di sfuggita sotto il perizoma, ad accarezzare massaggiandolo l'ano e sfiorando il perineo, quasi a comunicare, con il linguaggio dei sensi, che i gradi del piacere dipendono da come il piacere vuole essere vissuto e condiviso.
In quel momento ho sentito che il mio corpo e la mia mente erano entrati in sintonia, che i miei desideri accantonati da anni potevano realizzarsi e proprio il fatto che la persona che mi stava - esplorando - non mi conosceva, mi eccitava ancora di più.
Le mani continuano, sapientemente ed in modo simmetrico, a muoversi sul mio corpo, c'è il silenzio delle parole ma una grande comunicazione sensuale, universale, profonda, eroticamente stimolante; divarico un po' le gambe, desiderando un massaggio lì, dove le cosce finiscono e dove la fonte del piacere è più ricettiva agli stimoli.
Lui capisce ed una mano passa in mezzo alle mie gambe, infilandosi fin sul pube. Questo passaggio mi eccita e inarco un po' la schiena aspettando che le mani risalgano su, fino alle spalle, mentre già sento il mio sesso pulsare e percepisco piccoli rivoli; è forse l'olio caldo che si unisce al mio corpo che reclama il piacere. Le mani riprendono a massaggiare lungo tutta la schiena, su fino alle spalle; nel farlo si distende un po', aderendo sul mio corpo e sento, attraverso la tuta leggera che ha appositamente indossato, il suo pene appoggiato sulle mie natiche ed il suo bacino che, muovendosi avanti e indietro, massaggia il solco tra i glutei. Le sue mani arrivano alla nuca, girano languidamente intorno alle orecchie, ungono i miei capelli: un brivido caldo mi corre lungo il corpo e la musica che sento è una colonna sonora perfetta; mi tornano anche alla mente le parole di quella canzone... - tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.... -
Ho il viso girato da un lato, poggiato sulle mani che mi fanno da cuscino, e nel sentire le mani intorno al collo lo chino, quasi a fermare con la guancia quella mano che sta passando vicino al mio viso.
Le sue mani scendono lentamente e, girando simmetricamente intorno alle spalle, vanno ad abbracciare i miei seni, sfiorando l'areola dei capezzoli.
Un brivido scorre lungo la spina dorsale, di nuovo una scossa di piacere si trasmette giù fino in mezzo alle mie gambe. Percepisco che crede in quello che fa, che il massaggio ha il valore di un dono di piacere e di benessere, anche per se stesso, che il denaro c'entra ma non così tanto, che forse il senso della vita sta nella leggerezza di attimi unici.
Usa gli avambracci per percorrere come un'onda tutta la mia schiena: è il flusso del mare - penso - un mare di piacere; sono così in sintonia con quello che sta succedendo che mi accorgo di una lacrima che scivola lungo il mio volto: è la commozione della felicità, dello stupore di una cosa così bella ed inaspettata.
A quel punto incomincia a parlarmi a bassa voce, sussurrandomi nelle orecchie quanto il piacere del corpo e della mente uniti trovino nel sesso, nella libidine del piacere, punte di eccellenza.
Mi sussurra in un orecchio: - Ancora di più?... - Sono talmente in balìa del mio desiderio e gli rispondo sottovoce, per non rompere la tensione erotica che cresceva, palpabile nell'aria: - Si... prendimi... -
Lo sento tirarsi indietro, passano probabilmente due o tre minuti ma a me sembra un tempo infinito, le sue mani, il calore della sua pelle si erano allontanati dal mio corpo ed in quel momento sentivo che già mi mancava e che desideravo ardentemente condividere un'emozione particolare con Lui.
Lo sento di nuovo avvicinarsi e finalmente il contatto con il suo corpo nudo mi dà calore, con un veloce gesto strappa il perizoma, si insinua tra le mie gambe e quando sento il suo membro che inizia a penetrarmi vivo con felice stupore la realizzazione di un desiderio che coltivavo da tempo.
Ho divaricato ancor di più le gambe e sollevato il bacino, volevo sentirlo tutto dentro, muoversi ritmicamente dentro di me, fino in fondo alla mia valle bagnata da ruscelli di piacere; con una mano intanto scendo ad accarezzarmi, a sollecitare il clitoride già teso e turgido per il piacere e con due dita accompagno in vagina il movimento del suo membro.
Ho gli occhi chiusi, viaggio trasportata nel piacere che sta crescendo, sento distintamente il movimento del glande che affonda deciso ma tenero, e percepisco Lui attento al mio e al suo godimento. Intanto le sue mani prendono i miei seni, stuzzicando i capezzoli con le dita; sento l'umido della sua lingua che percorre il mio corpo. L'eccitazione cresce sempre di più, alimentata da quella strana situazione intrigante e inaspettata, il suo respiro è accelerato e sempre più intenso, fino a che un'onda calda mi avvolge e mi porta all'orgasmo insieme a lui, con il desiderio forte di sentirmi inondata, riempita dal suo sperma caldo e il gemito di piacere segna questo momento di estasi.
Lo sento godere, mi piace il suo sospiro appagato, ed anche il suo abbandonarsi per un momento sul mio corpo, ma lo desidero, ancora ed ancora.
Ora ho bisogno di guardarlo e di stabilire un contatto di altro genere, quello che passa attraverso la complicità degli sguardi, attraverso il sorriso dell'intesa e la reciproca silenziosa promessa di altre delizie per il nostro corpo e per la nostra mente.
Mi giro e lui riprende a massaggiare le cosce, ora c'è una diversa intimità, più audace, più - possessiva - ; sale su fino al bacino e con una mano, assorto, esplora il pube, il monte di venere, con due dita allarga le grandi labbra, mi getta uno sguardo e si china, divaricandomi le gambe. Intanto le sue mani hanno preso a palparmi e mi strizzano i seni in modo sensuale. Sento l'alito caldo e l'umido della sua bocca che prende tra le labbra il clitoride, inizia a leccarlo e succhiarlo, innescando uno stimolo di piacere che si trasmette nelle pieghe della vagina. La sensazione della sua lingua che mi lecca, insinuandosi e saettando velocemente ad assaporare gli umori del mio piacere, mi travolge ed alimenta la libidine, fino a che sento di nuovo arrivare, pulsante, irrefrenabile un altro orgasmo. Ma ora sono io che voglio impossessarmi di lui, scoprire centimetro per centimetro il suo corpo, accarezzarlo, lusingarlo, assaporarlo, portarlo al godimento. Lo faccio distendere e gli salgo sopra, a cavalcioni sul suo pene, che percepisco caldo, invitante. Le mie mani possono finalmente passare lungo i suoi capelli, quei capelli che per prima cosa mi avevano colpito e scendere fino alla nuca, posso baciare quelle labbra e sentire il suo sapore, facendo danzare le nostre lingue, leccargli le orecchie e con le mani scendere lentamente sul torace. Ho voglia di mordicchiare i suoi capezzoli e poi di lenirli con la dolcezza della lingua e lo faccio, continuando a vivere con lui la naturalezza dell'espressione dei sensi.
E, come quando si legge in braille: il mio tatto è amplificato nel percorrere quel corpo, registro i contorni, gli avvallamenti, i panorami infiniti del suo sesso pulsante che vive progressivamente l'eccitazione.
E' quello il momento in cui lo guido dentro di me e ritmicamente salgo e scendo sulla sua asta in erezione, lo sento tutto dentro ed anche i suoi testicoli sembrano volersi fare strada nel caldo del mio corpo. Ma il desiderio è quello di assaporare il suo membro, quindi mi muovo e mi chino a leccarlo, lentamente, dalla base, succhiando i testicoli e risalendo piano piano fino al glande ed ho voglia che mi penetri la bocca, fino in gola. Nel farlo sento, attraverso le mani e la lingua, il percorso delle vene, il contorno del glande che succhio avidamente, percepisco l'energia che sta crescendo e che sta per sprigionarsi e che attiva nella mia mente un circuito virtuoso di libidine.
- Vienimi in bocca - gli dico, e conducendolo al piacere, mi lascio inondare la bocca ed il viso del suo sperma, assaporando il gusto di Lui.
Rimango per un po' abbandonata con il capo sulla sua pancia, osservando i riflessi perlacei del suo liquido, così sconosciuto eppure così - mio - , mi accarezza i capelli, mi piace vivere l'abbandono che segue all'estasi dei sensi, è un momento in cui tutto si ferma ed il tempo siamo noi.
Penso che la parabola del piacere sia conclusa, ma Lui mi dice... - Ancora di più? - . La mia risposta non può che essere affermativa. E lui... - Ho un'amica che abita in questo palazzo, che te la leccherebbe volentieri - . Sono un po' stupita da quell'espressione così - esplicita - , che stona un po' con l'atmosfera che si era creata fino a quel momento, ma ormai i sensi avevano preso il sopravvento e gli rispondo - Si... prendetemi - .
Si allontana per un attimo, lo sento parlare sottovoce e percepisco solo alla fine un perentorio - vieni, subito - . Torna da me, mi fa alzare dal materassino sul pavimento, mi conduce sul letto e mi dice, - ora stai qui, guarda e non ti muovere, aspettaci... -
Qualche minuto dopo sento tre colpi alla porta... quasi un segnale concordato.
Lui, che è rimasto nudo, va ad aprire e la fa entrare: entra una giovane donna di circa 35 anni, statura simile alla mia, capelli biondi fin sulle spalle, nella penombra noto uno sguardo languido. Ha una gonnellina corta, una camicetta ed un foulard al collo e subito, appena entrata, vedo che senza parlare incominciano ad accarezzarsi e palparsi; scorrono sguardi d'intesa tra loro, segno di grande e collaudata intimità. Lui le accarezza le cosce e solleva la gonna, lei non ha niente sotto e lui le passa una mano in mezzo alle gambe, accarezzandole il pube, le sbottona la camicetta e le sgancia il reggiseno. Con un gesto veloce lei lascia scivolare a terra la sua gonnellina e rimane nuda, con indosso solo un paio di calze nere autoreggenti ed il foulard al collo; continuano a baciarsi, leccarsi e palparsi davanti a me, avidamente e lascivamente.
Questa scena mi eccita molto e quando vedo che lui la spinge verso il grande specchio nella parete di fronte al letto e lei si poggia con le mani ad esso, offrendo il suo sedere a lui, un crescendo di emozioni mi prende ed inizio a masturbarmi e a massaggiare i miei seni dai capezzoli già inturgiditi proprio mentre lui bagna le sue dita negli umori di lei che immagino scendano dalle sue gambe e massaggiandolo, le infila nell'accogliente pertugio anale di lei.
Loro intanto si guardano allo specchio e nello specchio anche io mi vedo riflessa, sono parte della stessa scena, sono partecipe al loro piacere, ma anche loro mi guardano, in un gioco di immagini che rimandano e promettono imminenti piaceri per tutti e tre.
Improvvisamente si fermano e vengono verso di me, lei ha un sorriso dolce ed ammiccante al tempo stesso, vedo i suoi occhi color nocciola, dal taglio allungato, scioglie il suo foulard dal collo, lui intanto si distende sul letto al mio fianco ed inizia ad accarezzarmi, una mano passa in mezzo alle mie cosce e si insinua tra le pieghe turgide, mi prende le braccia e me le ferma dietro le spalle con un gesto deciso ma rassicurante, lei accarezza il mio corpo sfiorandolo con il foulard, è vicina e sento il calore del suo corpo, vedo da vicino i suoi seni sodi, morbidi e l'areola rosa dei capezzoli su una pelle colore dell'avorio. Mi sorride di nuovo, il foulard mi sfiora il viso e lei mi dice: - Ancora di più??? - ... - Sì... - le rispondo. Allora lei si inginocchia tra le mie gambe, lui mi solleva leggermente il capo mentre lei mi bacia e mi copre gli occhi, annodando il foulard dietro la nuca e nel farlo sento il suo corpo, i suoi seni che massaggiano i miei.
Nonostante la benda tengo anche gli occhi chiusi, voglio concentrarmi sui sensi amplificati senza la vista e vivere in pieno quel circuito virtuoso di piacere che ormai si era innescato; sento più mani che si impossessano del mio corpo ma distinguo chiaramente le mani di lui, che già mi avevano - posseduta - , da nuove mani, più leggere e sento le unghie, che segnano una strada sottile sulla mia pelle. Traccio con la mente e con il fremito della pelle le dita di lei che incominciano a prendere i miei seni come due coppe da cui bere ed un attimo dopo una lingua morbida, umida, sensuale incomincia a leccare e succhiare i miei capezzoli, una mano di lui continua a tenermi immobilizzata, mentre l'altra si infila tra le mie cosce invitandomi ad aprirle; lo faccio e sento le dita di lui che stringono il mio bottone del piacere ed allargano le mie grandi labbra. Immagino, immagino e sento, c'è un'altalena di messaggi tra il mio corpo e la mia mente, in un vortice di libidine perfetto.
Le mani di lei scendono simmetricamente dalle ginocchia lungo l'interno delle mie cosce, le accarezzano, dirigendosi verso le pieghe umide del mio sesso, mi sento bagnata di piacere e l'attesa spasmodica dell'alito caldo, di una bocca femminile che assapori i miei umori con sensuale avidità; è una frazione di tempo che sembra sospesa, inarrivabile. Invece sento il respiro accelerato di lei ed il suo viso che si avvicina, lui che la incita a darsi da fare con me e la sua lingua che incomincia a leccarmi dall'alto, passa in mezzo alle grandi labbra, ormai gonfie di piacere e scende, giù fino all'ano, seguendone la circonferenza con la punta. Poi sento la lingua muoversi velocemente e ritmicamente tra le pieghe del mio sesso e le labbra che succhiano il mio clitoride. Mi accorgo che intanto lei si masturba ed immagino le sue dita che si penetrano. Immagino gli sguardi tra di loro, la voglia, la libidine. Lui lascia libere le mie braccia ma io le tengo ferme, in alto, in una posizione di abbandono assoluto al piacere che sto ricevendo. Percepisco un movimento di lui ed un attimo dopo il suo membro che passa sulle mie guance, si infila tra i miei capelli e le orecchie, torna sul mio viso; giro il volto perché lo desidero in bocca, cibo per soddisfare il mio desiderio; mi accontenta, sento le sue mani che me lo spingono fino in gola ed il suo movimento ritmico. Il pensiero di essere - presa - , - posseduta - in quel modo, da due persone che stanno provando piacere e che mi stanno dando piacere, innescano un orgasmo irrefrenabile, che scuote il mio corpo proprio mentre lui viene copiosamente nella mia bocca e sento il fiotto caldo lasciare una scia sul mio viso.
Subito dopo la tranquillità, il cuore che rallenta, il respiro che si fa più lieve, l'abbandono, l'appagamento, il calore nel corpo, una mano che scioglie la benda, i corpi vicini... il graduale ritorno alla realtà, il tempo che torna a segnare altri ritmi, altri bisogni, altre necessità.
E' finita penso, ma esco cambiata da questa esperienza.
Ho letto: - Uno non sa cosa sia la sete fino a che non beve la prima volta - .
Io mi ero dissetata alla fonte del desiderio e da quel momento avrei cercato, da sola, nei luoghi più misteriosi, le sorgenti più pure.
(dedicato)
Greeneyes