La sala è gremita. Sono seduta in un posto delle prime file e giocherello col mio filo di perle, in attesa dell'inizio del concerto. Tengo in mano il programma al quale rivolgo ogni tanto un'occhiata distratta. Sono acutamente consapevole del posto vuoto accanto al mio e penso che ormai lui non verrà più. Probabilmente trattenuto da uno di quegli improrogabili impegni familiari che lo tolgono a me da sempre.
Mi guardo intorno senza curiosità, ravvisando talora tra il pubblico qualche viso noto, a cui rivolgo un rapido cenno di saluto. Era così ben congegnato il piano ... avevo acquistato due biglietti – due poltroncine contigue – e ne avevo dato uno a lui.
Avevo un così grande desiderio di assistere a quel concerto con lui, ma non dovevamo sembrare una coppia. Agli altri dovevamo apparire come due sconosciuti che si fossero ritrovati per caso seduti vicini.
Era stata una mia fantasia che aveva innescato una corrente di complicità e di elettrizzante attesa.
Ma ora l'attesa si svuota di interesse e trascorrerò la serata davvero sola, come ho detto a casa che sarei stata. Ecco, le luci si abbassano, si cominciano a sentire i primi accordi degli strumenti ... proprio in questo momento la sua alta figura si delinea accanto alla poltroncina vuota e avverto il profumo della sua colonia.
Il cuore mi fa una capriola nel petto e mi sento tutta sottosopra, mentre lui siede rivolgendomi un'occhiata eloquente.
Mi dice mille cose il suo sguardo: - Scusami se sono in ritardo amore, ho fatto il possibile per stare con te, sai, i soliti problemi ... non vedo l'ora di trascorrere insieme questa notte ... -
Sì, mi perdo nelle sue parole mentali, e nel mio desiderio. E nel suo.
Ad un tratto lui si rivolge a me: - Scusi, signora ... - e finge di parlarmi all'orecchio, per poterlo sfiorare leggermente con le labbra. Un lampo di voglia mi percorre. Contemporaneamente, mostrando di porgermi il programma della serata, mi sfiora con le dita l'inguine e coglie il brivido intenso che mi saetta dentro.
Mi guarda sorridendo con gli occhi soltanto: siamo in pubblico!
Il bagliore del suo sguardo è l'ultima cosa che colgo prima che le luci si spengano del tutto. Nella sala si fa un grande silenzio.
Sussulto alle prime note dei Concerti di Parigi di Vivaldi.
Concerto I in Sol minore RV 157
Allegro – L'Allegro iniziale, frammentato, pieno di scatti, mi rinnova il brivido appena sperimentato per il contatto fuggevole di lui ... dentro di me mi abbandono ad un incantevole connubio di fantasie, guidata dalla struttura musicale a contrappunto.
La musica avvolgente, cadenzata, accompagna lo sguardo di lui.
Sono ferma al centro della stanza, immobile, assorta, ascolto il tono scuro del mio e del suo desiderio ... scuro come quello della musica.
Egli con passi lenti compie un giro intorno alla mia persona, disegnando un cerchio ideale, all'interno del quale mi sfiora, non con le mani, ma con gli occhi.
Mi sento pervadere dal ritmo della musica, dal ritmo di lui, dal loro incalzare.
Avverto ora il tocco leggero delle sue dita sulle braccia. Lui si è avvicinato e mi fissa negli occhi, mentre il ritmo si fa lento, così come il desiderio prende la mente lentamente, conquistandola.
Largo – Socchiudo gli occhi e - sento - le sue dita che scorrono su di me, come un archetto sugli strumenti a corde dal cui suono sono trascinata.
Accarezza le mie spalle, la gola, risale dolcemente al viso, ai capelli, mi tocca la nuca col moto avvolgente della mano, sfiora le mie labbra con le sue; il tempo si ferma in un bacio lunghissimo, una cadenza sospesa del movimento musicale proiettato verso il finale pieno di variazioni: emozioni di lingue e salive e sapori che si rincorrono in cromatiche successioni.
Poi le sue mani scorrono lungo le braccia, finché giungono a serrare le mie dita tra le loro. Un abbraccio delle nostre mani intrecciate.
Allegro – E' in questo momento che il desiderio esplode dentro, in un turbine che ci avvolge.
Il contrappunto musicale è lo sfondo su cui ci baciamo profondamente e lo scambio delle parti dei violini è quello dei nostri gesti d'amore alternati, mentre reciprocamente ci liberiamo di tutti gli abiti nel rapido muoversi di dita intente a slacciare ostacoli di stoffe che si frappongono agli accordi appassionati dei corpi nella fuga.
Concerto II in Mi minore RV 133
Allegro – Ora la scioltezza della musica è la stessa dei nostri gesti. Giochiamo con in nostri corpi, in una variazione di spiritosi intrecci e di solenni parole d'amore.
Lui piega le ginocchia accoccolandosi ai miei piedi, aspira il mio profumo, col capo fra le mie cosce, mentre rido per il solletico, mi dice: - Voglio entrare qui – e sugge i miei copiosi succhi.
Poi sono io, dopo averlo rialzato, ad inginocchiarmi davanti a lui per sfiorare con le labbra la sua trionfante virilità e assaporarla con leggere carezze della lingua.
Largo – Lecco con lentezza esasperante dalla base del pene fino all'apice, modulando il gesto sul ritmo della musica. Poi scendo giù, dal glande alla base, accarezzando nel frattempo lo scroto.
Ascolto i gemiti di lui. Eccitanti.
Il climax della musica accompagna la crescente tensione erotica fra noi. E' il momento.
Allegro – Mi rialza, mi spinge contro la parete, mi penetra con un gesto improvviso e comincia a ruotarmi il cazzo dentro mentre io sono persa nell'abbaglio delle sensazioni.
Poi il moto cambia: ora è avanti e indietro, come in un ritmo di danza, lo stesso che ascolto e che ci sospinge verso la pienezza del delirio.
Ora voliamo nella pulsante scansione ritmica della nostra danza amorosa . La tonalità musicale risuona brillante e giochiamo con parole erotiche ripetute e ondeggianti tra noi come le frasi musicali ripetute su piani sonori e registri contrapposti.
L'accordo dei ritmi nella nostra intensa pulsione è ora massimo: i nostri gemiti sono all'unisono come il suono dei violini.
Concerto III in Do minore RV 119
Allegro – Ripetizioni. I giochi e le carezze diventano ripetizioni di gesti che dispensano piacere.
Le bocche socchiuse, ansimanti, scorriamo una sull'altro coi nostri corpi e mi faccio penetrare ovunque, impazzita di fantasie d'amore. Senza limiti è l'orizzonte del possibile.
I - divertimenti - musicali sono le variazioni dei nostri giochi d'amore.
Largo – L'atmosfera è assorta. I gesti sono rallentati al massimo, le carezze e le stimolazioni sono volte a prolungare,frenandolo, il piacere.
Ci guardiamo negli occhi seguendo nella dilatazione delle pupille il crescere dell'eccitazione. Sentiamo i nostri sessi pulsare e fremere, gonfi di succhi e di piacere.
Mi eccita guardarlo. E' così bello il suo corpo, le spalle e le braccia vigorose, il petto glabro e muscoloso, la schiena possente, le natiche e le cosce ben modellate.
Lui, splendido nella sua erezione, che si eleva sul ventre piatto. Lui, che domina i riti segreti d'amore.
Allegro – Improvvisa esplode la fuga. Improvviso il nostro orgasmo congiunto.
Il suo sperma mi inonda il seno e il ventre. Lo spalmo con le mani, gli chiedo di massaggiarmelo addosso, mentre mi dibatto tutta sciolta nell'acme della voluttà.
E poi lo afferro in un abbraccio strettissimo e mi butto con lui sul letto e rotolo insieme a lui e insieme ridiamo felici.
L'intervallo che interrompe le fantasie del mio sogno, è segnato da scroscianti applausi.
La linfa mi scorre dall'anima al sesso. Mi riscuoto dall'intensa emozione della mia acrobazia mentale.
Estraggo dalla mia pochette una piccola biro, rapidamente scrivo sul programma una sola parola: - Andiamo - e lo lascio cadere. Lui si china a raccoglierlo e legge, mentre io mi allontano senza guardarlo.
Nut