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Racconto n° 3993
Autore: Fantasypervoi Altri racconti di Fantasypervoi
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Fili d'erba...
Una passeggiata come tante: il sole primaverile ti scalda dentro, la campagna, fiorita in queste prime ore del pomeriggio, inonda di effluvi profumati il cielo.

EŽ tanto che non camminiamo spensierati, tu sei allegra come da tanto non ricordavo: guardo i tuoi occhi vivaci, pieni di una luce ormai dimenticata, decido di lasciare il terriccio al bordo di questa strada sperduta e attraversare un prato pieno di colori.

Delicatamente la mano sŽintreccia con la tua e ne accarezza le dita: un gesto semplice ma importante.

Gioco con le dita nervosamente, guardo lŽerba piegarsi sotto il nostro passaggio ed ergersi subito dopo, vedo gli alberi dei ciliegi e mi viene in mente quando, anni prima, furtivamente ci appartavamo per scoprire i nostri corpi, i nostri desideri...
Ti guardo: sono passati molti anni da quei giorni, eppure sei ancora una donna stupenda.

Certo, il tempo ha forgiato il tuo viso e il tuo carattere è stato temprato dalle battaglie vissute, ma in questo momento vedo quel sorriso fresco e quella voglia di vivere che avevi perso nella noia, vedo quella spensierata voglia di trasgredire: la mano lascia le dita e sale ad accarezzare la gonna.

Ti giri di scatto e mi guardi con quellŽaria felina di sfida che ben conosco: hai capito e ti piace lŽidea.

Improvvisamente ci lasciamo cadere sullŽerba, un albero ci ripara dal sole e da sguardi estranei; famelici nel cercare la nostra gioventù perduta, dimentichiamo la gentilezza dei gesti e freneticamente cerchiamo i nostri sessi, lŽodore dellŽerba tagliata è pungente, sento le tue mani entrare sotto i calzoni, afferrare il mio membro teso e accarezzarlo con violenza, nellŽirruenza del momento.

Sotto quel sole così caldo sulla pelle slaccio veloce la tua camicetta bianca liberando i tuoi seni di madre, ancora altezzosi, li stringo e bacio mentre scendo ad alzare la gonna scoprendo le cosce.

Mi guardo attorno confuso e felice, questo momento di pazzia fuori dagli schemi mi ha eccitato un casino; cerco segnali di pericolo: non ne trovo. Tu mi riporti allŽattimo fuggente abbassandomi i calzoni e gli slip, poi sento la tua calda bocca scivolare focosa sul mio cazzo, chiudo per un attimo gli occhi a quel contatto estremo, il tempo di gustare quel tocco che ben conosco e lasciarmi andare con le reni allŽindietro spingendo il mio sesso nella tua bocca stretta, poi, conscio del gioco, sposto il tuo slip e, deciso, entro con le dita a cercare il tuo mare di umori.

Trovo il miele che mi aspettavo e lascio che le dita tocchino i punti più intimi e sensuali del tuo corpo, ci muoviamo insieme, dimenticando il posto dove ci troviamo:
- Ti voglio...
Da quanto non sentivo quella frase detta con quellŽimpeto, da quanto non ci cercavamo più...
- Ti voglio anchŽio...
Spingo il mio sesso tra la tua calda carne e ritorno il ragazzino innamorato, ritrovo quelle pulsioni e quei sentimenti ormai sopiti e spingo il mio ritrovato amore dentro di te con sempre maggiore passione. Guardo il tuo corpo sbattere contro la nuda terra e piegare i fili dŽerba, ascolto i tuoi gemiti di piacere crescere, sento le tue frasi dŽamore, guardo i tuoi occhi stretti nellŽattesa, ti prendo le mani, le incrocio di nuovo, le stringo, alzo lo sguardo verso il tronco dellŽalbero per distrarmi e resistere ancora un poco, vedo le nostre iniziali impresse da un temperino di tanto tempo prima e lì, dove tutto è iniziato, ritrovo il mio amore perduto.


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