Mi avevano parlato di lui come di un serpente tentatore, scaltro, pericoloso e di una specie rara. Io mi sentivo sicura, irraggiungibile, forse perché attratta da sempre dalle donne, forse perchè diffido dalle leggende metropolitane. Bastòche mi mettessi un po' in mostra, che sbadatamente lasciassi traccia del mio numero di ICQ su una mail della lista, e subito ricevetti un messaggio completamente diverso da tutti gli altri. Più che un approccio pareva un fulmine a ciel sereno, poche righe che s'intrufolarono nei miei pensieri, scardinando 30 anni di convinzioni e buoni propositi, sconvolgendo ogni regola.
Mi descrisse semplicemente un'immagine all'apparenza innocente, un bocciolo di rosa a gambo corto che il vento aveva gettato sulla mia finestra, i suoi vellutati petali accostati alla mia bocca vermiglia, il profumo, la delicatezza del tocco. Appena risposi non mi degnò di un saluto, sapeva di avermi incuriosita e continuo' il racconto chiedendomi di schiudere le labbra.
Impiegai parecchi minuti a comprendere ciò che lui sapeva dall'inizio, ma alla fine capii la sottile metafora e mi lasciai stregare dall'idea. Erano altre labbra quelle a cui lui alludeva. La descrizione era intensa, eccitante, mai volgare, e ben presto mi lasciai andare alle sue parole. Sul piu' bello spari', lasciandomi con il cuore in gola e un languore che mi divorava dentro; lo attesi per oltre un'ora... inutilmente.
La sera dopo mi tratto' quasi con freddezza, disse di essere impegnato, e per scusarsi mi lasciò il numero del suo cellulare. Lo chiamai il giorno seguente, mi saluto' con una certa fretta e mi disse che mi avrebbe cercato lui. Avevo già cancellato il suo nome dalla memoria quando risentii la sua voce, erano passati due giorni, ma basto' una sua parola perchè l'incanto ricominciasse dal punto esatto in cui si era spezzato.
Con voce pagata, lento, inesorabile, ripetè la stessa storia scritta sui messaggi di ICQ e distrusse tutte le mie difese. Gli confessai che ero attratta da sempre dalle donne e lui mi propose un gioco che mi avrebbe fatto cambiare idea.
Una settimana dopo il postino mi recapitò un mazzo di rose rosse e un cofanetto avvolto nel raso dello stesso colore, dentro c'era un bocciolo dal corto gambo a cui aveva spezzato le spine. Il testo del messaggio non lasciava alcun dubbio: "Stringilo tra le tue labbra e raggiungimi dove sai".
Pensai che fosse pazzo. Come poteva chiedermi di raggiungerlo in un ristorante del centro con quel bocciolo tra le gambe? Come si era permesso di arrivare a tanto? Attesi che mi chiamasse, ma non lo fece... e alla fine dovetti farlo io. Gli dissi tutto cio' che pensavo di lui, sicuramente lo offesi al punto di non rispondere piu' alle mie telefonate, ma quel giorno era la' ad aspettarmi con il volto serio e la mano tesa.
Giocò con me come il gatto col topo, controllò che il bocciolo fosse al suo posto, mi portò oltre ogni limite di sopportazione, mi fece raccontare le mie sensazioni, i miei desideri. Nel momento in cui speravo di sfogare la mia voglia immensa... mi salutò con un bacio sulla guancia e se ne ando'.
Lo odiai per questo, ma contai i giorni che mancavano al week end e sapevo che lo avrei rivisto nella stessa situazione infuocata. Non usòò' mai le mani per riprendersi dal mio corpo quel bocciolo stropicciato dal desiderio: "labbra sulle labbra... nelle labbra" mi sussurrò, ed io sentii il piacere sgorgare dalle mie labbra... fino a raggiungere le sue.
Laura