Mi sentivo stringere il cuore ogni volta che la vedevo sorridere e scherzare con lui.
Non potevo farci niente: pur sapendo che non ero nel diritto, essendo io l´amante di quella splendida donna, quando la vedevo confabulare con suo marito, l´avrei uccisa.
Mi sentivo il sangue salire alla testa e mi ritrovavo a pensare di come mi sarei vendicato su di lei, appena ci fossimo incontrati nel nostro talamo segreto.
Quella sera d´estate indossava un vestito trasparente che metteva in mostra le sue forme e soprattutto il suo sedere.
Le stavo dietro mentre camminavamo tra amici e lei, sinuosamente, ancheggiava la sua sensualità di femmina.
Sapeva quanto la desiderassi.
Sentivo quanto mi volesse.
Aspettai l´attimo fuggente di un posto nascosto da tutti per farle una carezza sulle natiche e velocemente le dissi:
- Domani porta quel vestito... Voglio scoparti con quello addosso!
Colsi un lampo nei suoi occhi: il piacere della proposta, il tempo di bagnarsi le labbra con la lingua, un leggero cenno col capo per una conferma già scritta.
L´attesa era il momento più crudele in quegli incontri.
La paura di sentire lo squillo del cellulare, sentire la sua voce dire, - Mi spiace non posso - era il mio terrore di maschio in calore.
La notte passava a pensare al nostro incontro, al piacere di spogliarla, di averla, di possederla, di sentirmi un vero uomo tra le sue braccia.
Cominciava una lunga notte di pensieri, tentativi vani di non pensarla e poi ritrovarsi come sempre a desiderare che il tempo corresse più velocemente della logica.
Il desiderio dell´attesa.
Col pensiero andavo alla nostra prima volta, in macchina, come due ragazzini: c´eravamo baciati tremanti per l´emozione, poi, c´eravamo abbandonati alla nostra passione e avevamo cominciato ad assaporare i nostri corpi, a conoscerci sempre più profondamente; alla fine eravamo una simbiosi di corpi fatti l´uno per l´altro.
La passione invece di calare era cresciuta incredibilmente.
Tutti e due credevamo fosse la voglia di una notte, poi due, poi tre, la trasgressione di un momento e invece ci ritrovavamo più legati che mai.
Era più che semplice sesso!
Questo era il vero dramma.
Il tempo passava e il ricordo di quella prima volta tornava a insinuarsi nel mio tentativo di sonno.
Ricordavo bene il suo perizoma, il mio stupore nel vederla depilata.
- Non mi piacciono le donne depilate...saranno anche igienicamente più pulite, ma mi sanno di forzato, di falso.
Ricordavo quella frase che le avevo detto in una notte di passione.
E lei mi prese sul serio.
Cominciò a farsi crescere i peli e mi disse:
- Li taglierò solo quando vorrai tu...
Subito dopo si immerse con la bocca sul mio sesso e mi ricordò quanto fossero altre le cose che dovevo apprezzare.
Sapeva come portarmi allo sfinimento sessuale, era vorace, la passione la portava ad amplificare il suo bisogno di donna e lo trasmetteva senza remore.
Imparai i suoi piaceri e mi adeguai ai suoi voleri e necessità.
Nel tempo, trasformammo le nostre abitudini sessuali, la trasgressione entro nella nostra quotidianità e tutto girò attorno ad essa.
Quella prima volta, quando le tolsi il perizoma nero, mettendo in vista il suo monte di Venere pronunciato, rimasi incantato dalla perfezione delle sue labbra vaginali: leggermente rosee, strette a difesa della sua fica, sembravano virginee talmente erano chiuse.
- Se non sapessi che sei sposata, direi che sei vergine
Quella frase bambinesca, l´aveva fatta sorridere di gusto:
- E una piccola deformazione all´utero, mio marito dice che ogni volta che fa l´amore con me è come se fosse la prima volta.
L a mia eccitazione era già molto elevata, ma ricordo che quella frase mi diede un ulteriore scarica di adrenalina.
Il pensiero di avere ogni notte una vergine, credo sia uno dei desideri di ogni uomo: se poi si sa che la vergine è in realtà una forza della natura quando fa sesso...
La prima voltai che la penetrai, fu una sensazione indicibile, era veramente come una vergine, le pareti vaginali mi stringevano forte dandomi un piacere difficile da trattenere, ricordo che dovetti fermarmi e uscire da lei per non venire subito.
- Non ti piace?
- La verità è che mi piace troppo.
La guardavo in quel suo momento di tradimento consensuale e rivedevo in lei gli anni della sua gioventù spensierata, la conoscevo da sempre e forse da sempre ero inconsciamente innamorato di lei, o forse solo infatuato dal suo modo di parlare libera, del suo comportamento libertino.
Quel pensiero mi aveva calmato e il sangue era defluito dal mio membro facendo calare la pressione dell´eiaculazione: mi avvicinai per baciarla e di nuovo immersi il mio sesso tra i suoi caldi flutti.
Ricordo che cercavo di pensare a cose che non fossero eccitanti per non venirle dentro subito.
Feci il possibile per resistere, ma quella prima volta fu una conoscenza fugace.
Fortuna che il mio eccitamento non tardò a ritrovarsi.
Dopo pochi minuti, il continuo scambio di effusioni fece il suo effetto e allora per la prima volta l´amai per davvero.
Presi il mio tempo e pensai solo a lei.
Per minuti che divennero ore, mi lasciai andare sul suo corpo e l´amai come mai nessuno aveva fatto.
La vidi piangere quella sera:
- Nessuno aveva mai pensato a me così intensamente, di solito gli uomini pensano a se stessi prima di pensare a noi.
Non mi ero reso conto del tempo passato, sapevo solo che la volevo ancora.
Sorrisi beatamente a quel complimento e mi rituffai in lei.
Il rumore della porta che si apriva, mi riportò alla realtà del momento.
Vederla entrare con quel vestito trasparente con niente sotto, fu una sensazione stupenda
L´attesa era finita, il suo odore cominciava a spargersi nella stanza, la sua presenza diventava smania.
Togliendole il vestito, percorsi le sue linee rimembrando i nostri incontri passati e mi resi conto che lei era diventata insostituibile.
Era diventata il sale della mia vita, l´avrei voluta per sempre, in qualsiasi momento: entrai in lei chiudendo gli occhi e, dimenticando la mia gelosa, la amai...
Fantasypervoi