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Racconto n° 4094
Autore: Nut Altri racconti di Nut
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Lui
Lui è diverso. L' ho compreso subito, appena l' ho visto la prima volta, là in mezzo agli altri, e mi è stato presentato. Non è stato come quando mi presentavano gli altri ... sono stata percorsa da un brivido e le ginocchia hanno avuto come un cedimento, mentre con entrambe le mani avvolgeva la mia destra protesa, sfiorandomi il polso col pollice.

Non so come io sia riuscita a sorridergli fingendo disinvoltura, mentre dentro uno stordimento crescente mi invadeva, facendomi perdere la cognizione del tempo e del luogo in cui mi trovavo. La gola secca non mi consentiva parole, ma gli occhi parlavano per me, catturati dal suo sguardo.

Lui è diverso. La sua sensualità mi travolge. Le sue labbra sono così morbide e scorrono sulla pelle che si increspa di brividi. Dopo, le sue unghie leggermente graffiano, mentre facciamo l'amore.
Le labbra si schiudono, la lingua si insinua negli anfratti del mio corpo. Copiose secrezioni d'amore mi inondano il sesso e allora le sue labbra scoprono i denti, mordono piano.
Grido, pazza di desiderio.

Il suo corpo è una scultura perfetta e lui lo denuda con noncuranza e con disinvoltura avanza verso di me col membro trionfalmente proteso, pieno di voglia, pieno d'amore.
Io attendo che mi tocchi col cuore che mi galoppa nel petto, con lo struggimento del desiderio, col mio farmi liquida e molle. E' bello come un dio e come tale lo adoro. Lo amo, lo amo tanto.

Lui ora mi ha bendata. Un foulard di seta legato dietro la nuca. Non posso più vederlo, ma posso percorrere il suo corpo con le dita, indugiando sul viso, sulle labbra ... attiro il suo viso verso il mio e lo bacio, mentre le mie mani gli carezzano la nuca.
Mi disseto con la sua saliva, colpisco la sua lingua con la mia, gli bevo il respiro e sento il suo fallo rigido contro il mio ventre.
E' spasmodico questo vuoto ritmato del ventre che chiede, contraendosi nella voglia ... la sua pelle è bollente, le sue mani ora mi stringono i seni, i glutei, i fianchi.

Mi afferra le braccia, me le fa sollevare sopra la testa, unisce i polsi, li lega insieme. Ha usato una mia calza di nylon, non ha stretto, ma non posso sciogliermi. Sento la sua lingua sulla spalla destra e poi sull' ascella. Mi divincolo, presa da uno spasimo, mentre la lingua passa all'ascella sinistra. E poi sul petto, verso i seni, mentre mugolo e vorrei toccarlo, ma non posso, così legata. I capezzoli pieni della sua saliva sono lappati e succhiati mentre le mani aiutano il moto della bocca con la stretta delle mammelle e le prime contrazioni mi sconvolgono, tormentose, dall'utero.

Il clitoride ha dato un balzo e mi sento morire, mentre lui bacia, succhia e morde e mi fa giungere all'estasi, tra le mie grida da invasata.
E mentre l'orgasmo si prolunga in ripetuti spasmi, ecco che lui scende giù con la lingua all'ombelico e al ventre e dal monte di venere s'inoltra tra le cosce aperte a leccare tutta la rugiadosa corolla percorsa dai fremiti, ed entra nel dolce segreto odoroso, mentre le mani mi aprono le natiche e un dito si insinua prepotente nelle mie viscere.

I movimenti congiunti ritmati della lingua e delle dita mi portano rapidamente a godere di nuovo ... vorrei tanto toccarlo, vorrei tanto vedere il suo corpo ai miei piedi ... mi addosso alla parete, ansimando, gemendo, fuori di me per il piacere, gli dico: - Voglio il tuo cazzo! –
Mi sento sollevare. Mi ha preso in braccio, mi sta portando mentre cammina.

Cerco di baciarlo e incontro il suo petto. Spalanco la bocca e avverto sotto la mia lingua un capezzolo, ma non faccio in tempo a prenderlo fra le labbra, perché lui mi sbatte sul letto.
Ora lo sento vicino e avverto fortissimo il suo odore. Mi eccita tremendamente, sento che sto tremando.

Ecco: sento il suo cazzo sul viso, mi sta carezzando così. Metto fuori la lingua, sperando di averlo per me, ma lui non me lo lascia, va sul collo, sulla spalla, sotto l'ascella, sui seni, li stringe ancora con le mani come prima e in mezzo fa scivolare su e giù il suo membro.
Spalanco le cosce in preda ad una bramosia incontrollabile, mi inarco, mi escono singulti dalla bocca e ancora gli spasimi del piacere mi travolgono selvaggiamente.

Mi sto sbattendo sui cuscini buttando all'indietro la testa, mentre lui mi afferra i fianchi e sento il cazzo che mi scivola sull'ombelico, sul pube e striscia sul clitoride gonfio.
Sospiro un - Sìììì - prolungato, mi apro stillante ad accoglierlo, ma mi sono sbagliata: le carezze del suo membro proseguono sull' interno della coscia sinistra, sul polpaccio, sulla caviglia, sul collo del piede, poi passano sull'altro piede, sull'altra gamba, sull'altra coscia ...
Ora è di nuovo sul clito e si ferma all'imboccatura della vagina. Lo sento vibrare dolcemente e resto col fiato sospeso in attesa ... dio, quanto lo voglio!

Invece striscia lungo le labbra spalancate, bagnandosi e avvolgendosi tutto nel miele copioso del mio liquido desiderio, poi risale verso il ventre, l'ombelico, il petto, i seni.
Sferza con forza i capezzoli, lo sento sbattere producendo un rumore di carne percossa e poi è subito sulle mie labbra, dentro la mia bocca avida, mentre le dita di lui mi entrano nella fica e nel culo.
Godo moltissimo, ma stavolta cerco di ritardare l'orgasmo per la voglia repressa che ho di succhiarlo, di goderlo con la bocca. Stringo forte le labbra intorno al glande, poi scendo giù, fin dove posso, tirando leggermente, lo inondo di saliva, poi succhio forte ... voglio bere.

Ma lui si tira indietro. Me lo leva, me lo porta via mentre grido: - Ancora! – e con una rapida mossa mi gira a pancia in giù, mi apre i glutei, sputa saliva e infila trionfalmente il cazzo dove non mi aspettavo. E' entrato tutto mentre le sue dita mi entrano nella vagina.
E' una sensazione divina sentirmi così piena di lui, una esaltante sensazione di completezza e di piacere che mi giunge al cervello da ogni parte di me e mi sconvolge completamente.

Le contrazioni vanno all' unisono con le sue e spruzzo un getto di liquido orgasmo mentre lui mi inonda di sperma le viscere, i suoi gemiti e i miei confusi nel delirio di un piacere senza uguali, abbracciati, avvinghiati, una cosa sola.
Poi lui mi scioglie i polsi, mi leva il foulard dagli occhi, mi guarda con gli occhi ancora velati di passione e mi dice: - Ti voglio ancora –
Perché lui è diverso.

Nut

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