Io sono Puta.
- la mia Puta - , così mi chiama da quando ha scoperto il mio lato oscuro, il mio cuore impazzito e me li ha regalati senza fiocco sbattendomi sul viso le mie oscenità.
Quel bar del porto è stata la cornice perfetta alla scoperta.
E lo specchio che mi ritraeva in quel bar non aveva le remore delicate della ritrosia perché lui mi guardava e, allo stesso tempo, mi squartava come carne da macello.
- la mia Puta - .
Generoso, altero, elegante a non definirmi la sua Signora Puttana perché Puta è più immediato, penetra più facilmente sotto i gangli, squarcia i muscoli e disorienta gli occhi nella sua immediatezza.
Quasi una violenza, sì.
Ma con dolcezza.
Da quello specchio lo vedevo seduto al banco, sorseggiando chissà quale intruglio alcolico che gli arroventava il sesso prima ancora dello sguardo che aveva piazzato su di me. Piazzato è il termine adatto perché dal momento in cui mi ero avventatamente seduta al tavolo alle sue spalle, non aveva smesso di guardarmi e di farmi colare addosso il desiderio di essere sbattuta lì, su due piedi.
Quell'accidenti di vento che fuori perturbava la vista e la viabilità mi aveva obbligata ad entrare in quel tugurio ripieno di odori affinché io prendessi coscienza dell'altra parte di me? Me lo domandavo perplessa.
- la mia Puta - .
Mi veniva in mente il fumo e l'odore di carne sudata de Il Fronte del Porto e la celebre frase conclusiva della storia - Oh Charley - che tanto rendeva l'idea della mia resa, in quel momento, all'estemporaneità del gesto, di quell'accavallare le gambe alzando la gonna, mettendo in mostra le generose cosce agli occhi degli astanti.
Più di tutto, mi premeva che il - suo - sguardo non mi lasciasse, che non mi desse tregua; era come un tamburo che scandiva inesorabile il tempo, il battere e levare della femmina a preda dei conquistatori, la condizione meravigliosa della scoperta di me, dell'altra me, del mio lato oscuro.
Ed era lentamente che quegli uomini laidi si avvicinavano a me, alla mia profferta esplicita di essere al centro della loro attenzione, come se fosse un premio cercato da tempo e meritato per la mia sfrontatezza. Più si avvicinavano e avvertivo la debolezza del maschio più io mi sentivo forte, purché lui mi accompagnasse.
- la mia Puta -
Al culmine dell'assedio, quando le mani erano ormai ovunque sul mio corpo e le bocche avide avevano preso possesso della mia anima, ecco farsi largo quell'uomo, come un guerriero a difesa della sua proprietà. Al suo passaggio i laidi lupi aprivano le fila regalandogli l'immagine di me con gli occhi spalancati e le labbra tremanti, le vesti raggrinzite e la pelle mista a sudore, saliva e chissà cos'altro.
- la Puta è mia - . Solo questo disse, mentre lo seguivo con gli occhi, docile puttana ad intrecciare le dita alle sue perché mi portasse via e mi imprimesse, per sempre il marchio della sua Puta.
Enchantra