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Racconto n° 4130
Autore: Amelia Altri racconti di Amelia
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Passion-soaked
Esausta. Gambe e braccia wide open, il volto piegato di lato. Morta e riportata alla vita. Il cuore che sembra uscirmi dal petto, i capelli madidi di sudore, le rughe distese. E un dolore, acuto e improvviso. Sei ancora qui e già mi manchi.

Cammini, nudo. Fiera selvaggia in cerca di cibo. Sfioro con gli occhi la tua pelle liscia. La persiana è socchiusa in questo pomeriggio estivo. Sottili fasci di luce polverosa illuminano i tuoi muscoli appena accennati. Sei splendente, di amore e di me. Un sorriso m'increspa le labbra. Ora sono una leonessa che si lecca i baffi compiaciuta. Sei succulento, penso puntando dritta ai tuoi occhi, acerbi ma stanchi, cerchiati. Ti guardo con un'espressione di calma feroce, a tratti divertita.

Sorridi e con occhi adoranti appoggi le tue labbra alle mie, inginocchiandoti davanti a me. Il sapore è quello del cioccolato fondente, speziato, invasivo. Tanta intensità nella tua piccola bocca. Le mie papille gustative sono erette come tanti clito eccitati, il sugo dolcepiccante si squaglia in bocca ed io mordo le tue labbra, imbronciate come quelle di una ninfetta cattiva. La lingua sfrega sui denti, lasciando una patina calda di saliva al cioccolato. Le mie braccia ancora inerti, bambola di pezza nutrita di sesso. Mi lascio cullare, mentre un sapore pungente pervade la mia bocca. Salato, acre.

Non resisto. Le mie mani penetrano nella tua carne, nello spacco fra le natiche sode, mentre la lingua si attorciglia di nuovo intorno alla tua. Ti afferro gli ispidi capelli scuri e ti spingo giù, a profanare il mio fiore carnoso. Sì, stuprami come piace a me, ficcandomi dentro la tua lingua prepotente.

I like sitting on you
I like your fingers sink into my flesh
I like your tongue, your endless kissing and licking.

Sento un'eco lontana di cavalli al galoppo. Ti vedo. Un guizzo di muscoli nel manto nero lucente. Indomito e maestoso. Eppure così evanescente.
Mangi le mie piccole labbra, che piccole non sono. Tu le adori, io no. E il cioccolato cola giù denso, spargendosi sulle mie lentiggini, colorando con rivoli tiepidi le lenzuola di lino.

- Ti voglio... - il mio è un ruggito che viene da lontano. - Ti voglio, ti voglio dentro - . Sollevo le gambe e punto i tacchi sul tuo petto glabro. Nei tuoi occhi c'è una bella follia ora. Mi trascini da te, carne contro carne. Entri dentro con un unico colpo. Poi fuori. Ti diverte giocare. Entri poco, e poi affondi. E affondi, sempre più forte, ed io nel parossismo, drogata dal tuo sesso imponente, dico - mi sfondi, mi sfondi l'utero, ma tu le donne piccole le squarti - . Vorrei poterti risucchiare dentro di me. Completamente. Sì, è possesso, è fame, è amore. Incido una striscia vermiglia sulla tua pelle di seta. Ubriaca di te, del tuo odore speziato che mi brucia i polmoni, della tua pelle d'ambra, del tuo sorriso di madreperla, della tua selvatica dolcezza. I groan, I moan - in italiano non esistono parole onomatopeiche per descrivere i suoni che mi escono dalle viscere. Urlo, farneticando come una pazza. Ti lecco come se volessi mangiarti. Stacco la mia lingua dalla tua pelle per un attimo, ti guardo e dico, questa volta con un sussurro soffocato in gola, "Io ti amo."

Amelia

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