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Racconto n° 4131
Autore: Fantasypervoi Altri racconti di Fantasypervoi
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Ho sete...
- Desidera qualcosa?
Il cameriere mi riporta alla realtà terrena, mi ero perso nella leggiadria dei movimenti sussultori di alcune ragazze che giocano sulla battigia, ignare di creare emozioni ed eccitazioni nei loro innocenti movimenti.
- Sì, grazie, uno spritz con Campari.
- Qualcosa di fresco che appaghi il mio desiderio di sesso- penso, mentre, esonerato il cameriere, torno a guardare quei corpi aggraziati.
- La biondina non è male, ma la mora ha un culo da favola ...
Dovrei vergognarmi d´avere pensieri impudici su ragazzine di vent´anni, ma non posso farci niente.
- Ehi, hai intenzione di sostituirmi con una di quelle mocciose?
Mi giro di scatto, con la paura di essere stato captato nei miei pensieri: Monica è bella e solare come sempre, i suoi trentacinque anni sono una gioia per la vita e per gli occhi, tutto in lei è spettacolarmente bello; dalla punta delle dita dei suoi piedi all´ultimo dei suoi capelli trovo perfezione.

Ci frequentiamo da un anno e devo dire che, sotto le lenzuola, è all´altezza della sua bellezza.
- Lo sai che sei insostituibile, ma ogni tanto, un giro con quei corpicini graziosi lo farei volentieri...
Sorride scuotendo la testa, facendo ondeggiare i suoi capelli neri, ricci, esageratamente voluminosi, poi, con uno scatto felino, impercettibile agli altri commensali del bar, spinge la sua mano sul mio sesso e stringendolo forte, mi fa trasalire dal dolore e avvicinandosi all´orecchio, mi sussurra:
- Se provi a tradirmi, ti castro!
Guardo i suoi occhi pieni di vita, intensi, ha lo sguardo del killer, impossibile tenerle testa.
- Ecco il suo spritz, la signora desidera qualcosa?
Il cameriere mi salva da una situazione difficile, ma le palle sono ancora sotto la sua stretta micidiale; Monica continua a guardarmi senza degnare di uno sguardo il cameriere in attesa:
- Le olive le ho già, mi porti un Martini.
Il ragazzo va via con la sua commenda, è confuso per il discorso delle olive che non ha mai portato al mio tavolo, non può capire il sottile gioco sessuale che Monica ha creato.

Lei sa di avermi in suo potere, fisicamente e mentalmente.
Sin dai primi incontri in ufficio è riuscita a infervorare i miei pensieri, portando i nostri dibattiti a scambi verbali finemente allusivi, è riuscita a penetrare la mia corazza e a scoprire i miei lati deboli, ne ha approfittato per entrare sempre più dentro il mio cuore, facendosi spazio come linfa vitale e diventando ossigeno puro per il mio respiro.
Alzo lo sguardo dolente per la stretta insistente sui miei gioielli, la guardo con una supplica che solo lei può capire; improvvisamente, come tutto è iniziato, tutto finisce, lei libera il mio sesso, con la stessa mano mi prende per la cravatta e attirandomi a se e mi bacia.
Monica è così, questo è il suo lato migliore, la spontaneità e l´originalità del suo comportamento, non so mai cosa aspettarmi da questa donna, se le girasse, sarebbe capace di spogliarsi lì, davanti a tutti e scoparmi sul tavolo.
Si! Perché nel nostro rapporto non sono io a scopare lei, è lei che decide quando scoparmi.
Adesso, in questo preciso momento, il mondo si è ristretto attorno a lei, non esiste niente oltre al suo corpo, alla sua bocca.
- Prego signora.
Il cameriere è tornato con il Martini e, per sicurezza, ha portato anche le olive, nel caso avesse capito male ...
Monica lascia la mia cravatta e la mia bocca, ho la gola secca, ne approfitto per sorseggiare lo spritz, mentre lei liquida il cameriere tirando fuori dieci euro dal portafoglio di Mandarina Duck:
- Tenga il resto.
Il ragazzo si allontana felice del compenso rimediato, lei, incrocia i miei occhi:
- Ti voglio! Quello che ho sentito tra le mani, mi ha fatto venire il desiderio di sentirti tra le mie gambe.
Piano, mentre finisce la frase, le sue cosce si allargano mettendo in mostra le sue parti intime nude; mi stuzzica:
- Ti ricordi Basic instinct?
La guardo allibito, guardo più attentamente e riconosco il suo pelo riccio sotto la gonna blu: sento la mia eccitazione crescere dura...
Sorseggia il suo Martini soddisfatta di quello che ha visto nel mio atteggiamento, nei miei occhi...
- Andiamo!
Non me lo chiede, me lo impone; il suo modo di fare m´infastidisce e mi coinvolge, so cosa vuole da me, sa cosa posso dargli.
Tracanno quello che è rimasto della bibita e mi alzo dietro di lei per perdermi nei suoi glutei ondeggianti.
Tra poco tempo, in qualche parte della campagna, sarò improvvisamente suo, mi prenderà famelicamente, gustandosi il suo piacere ed io, come sempre, seguirò il suo volere e il suo godere per assuefare i miei desideri più intimi, quelli che solo lei è riuscita a portare alla luce

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