L'aria di quei giorni era densa di malinconia,le luci del Natale appena trascorso avevano rattristato la mia anima lasciandomi un buco al posto del cuore, sentivo il peso di un'allegria che non mi apparteneva, osservavo i sorrisi falsi della gente,il desiderio di sparire era fortissimo, avrei voluto diventasse realtà appena avessi chiuso gli occhi.
Non fu così.
I miei pensieri volavano in una direzione che non avrei voluto e da sola non ero in grado di dirigerli ,ma quella sera, in quel ristorante seduta al bancone del bar notai con sorpresa una donna che mi sorrise e mi chiese un'informazione.
Era molto bella, i suoi lineamenti erano delicati quasi aristocratici,la sua pelle appena abbronzata,le dita affusolate, i suoi lunghi capelli biondo miele, e la voce lieve.
I suoi occhi erano tristi, guardavano lontano, assomigliava ad una creatura che si era smarrita,la sua figura esile,un essere etereo eppure a me così affascinante.
Portai con me il suo fascino,lei ne fu molto felice, ne aveva bisogno, mi domandavo in silenzio il motivo della sua tristezza e della sua solitudine proprio quando la maggioranza delle altre persone festeggiava l'ultimo giorno dell'anno, ma pensai che mi somigliava: ero io.
Quella sera era me, e io potevo essere lei. Questa sensazione m'incuriosiva, mi eccitava, mi sorprendeva,sentivo spesso i suoi occhi su di me, mi scrutava,avrebbe voluto chiedermi, dirmi,sapere, ma non lo fece, mi disse solo di seguirla. La seguii silenziosa e mi ritrovai poco dopo in una stanza d'albergo affacciata al mare, le pareti giallo ocra, il letto molto grande,le abat-jour blu, una luce aranciata erano la cornice di quel sogno, non potevo pensare che tutto accadesse veramente.
Si spogliò lentamente di fronte a me,rimase nuda in silenzio accanto al letto,mi guardava, aspettava un mio cenno, un mio gesto, ero sorpresa, meravigliata,guardavo quel corpo esile ma sensuale,magro ma femminile.
Si avvicinò a me, e iniziò a spogliarmi, mi adagiò lentamente sul letto,le lenzuola profumavano di lei e del suo desiderio di appartenere,voleva essere presa, voleva essere di qualcuno e quella sera più che mai, quella sera e quella notte fu mia.
Mia dentro l'anima, mia dentro al corpo.
Faceva l'amore come se fosse l'ultima volta, con un'intensità e uno struggimento che difficilmente dimenticherò,era passionale, calda, accogliente,invitante.
Il suo corpo assomigliava ad una conchiglia, raccolto e aperto contemporaneamente,
le sue forme si mescolavano e agganciavano perfettamente al mio,a tratti dolcissima, a tratti aggressiva.
Le sue labbra morbidissime sulle mie,il suo corpo sopra al mio: sinuoso e lussurioso.
La girai spesso a pancia in giù,aveva una bellissima schiena,sensuali spalle,e le sue natiche erano giuste per essere sculacciate, sode e rotonde.
Pronta per essere presa, posseduta come sentivo che desiderava,l'accarezzai lungo tutta la schiena sino ad arrivare dove voleva, le presi i fianchi,l'alzai un po', potevo vedere il suo seno bellissimo, i suoi capezzoli duri,le baciai il collo,con la lingua percorsi ogni centimetro della sua pelle,mentre sentivo vibrare il suo corpo sotto le mie mani,mi pregava di sculacciarla e di prenderla da dietro,un filo di voce mi ordinava cosa farle per sentire il suo piacere dentro le mie mani.
Iniziai lentamente e poi sempre più forte,ero dentro di lei,vedevo le sue natiche diventare sempre più rosse, mentre le mie dita si muovevano velocemente,potevo vedere le smorfie di piacere e di dolore,mentre si accarezzava il seno e mormorava il mio nome continuamente,sentivo il suo respiro sempre più affannoso,mi incitava a prenderla sempre più forte, a colpirla sempre con più forza. Ubbidivo silenziosamente, avevo voglia di lei, avevo voglia di sentirla venire per me, volevo i suoi gemiti per me, tutto per me, e le si dava in continuazione,mostrava ciò che voleva e come lo voleva,dopo tanta passione, il suo corpo iniziò a contorcersi,la sua voce a farmi capire che stava venendo,ed io ero lì per lei,lei stava venendo per me, con me, in quel modo.
Ad un tratto gridò e cadde in avanti stremata.
La girai,volevo vedere i suoi occhi, il suo viso stravolto dal piacere,era bellissima, e io felicissima, aveva fatto l'amore con me in modo così intenso da farmi rabbrividire, mi abbracciò forte, mi baciò a lungo,era tenera dopo l'amore.
Mi chiese con dolcezza di prenderla ancora,mi voleva dentro di sé,adesso in modo diverso,mi misi sopra di lei, volevo sentire il mio corpo fondersi con il suo,lei mi stringeva i fianchi, presi uno dei suoi seni in mano, la mia lingua sui suoi capezzoli formava dei piccoli cerchi, mentre li sentivo indurirsi dentro le mie labbra,li strizzavo e lei gemeva, li schiaffeggiavo e lei gemeva ancora di più,le accarezzai il ventre dolcemente, mentre la mia mano arriva al pube,sentivo scorrere il sangue, pulsare il cuore,la toccai dove voleva essere toccata,la sua mano prese la mia e mi guidò fino a farmi entrare, entrai con due dita, e lei ebbe un sussulto di piacere,iniziò a inarcare la schiena, a muoversi sempre più velocemente,mentre mi chiese di regalarle anche la mia bocca insieme,la mia lingua insieme,mani,lingua,lingua,mani.
Si dimenava con la mia mano dentro di lei, ed era bellissimo sentire come si apriva per me,come di lì a poco, sarebbe scoppiata in un meraviglioso orgasmo,vedevo il suo ventre sobbalzare ad ogni mio movimento, ora mi muovevo più velocemente e lei seguiva il mio ritmo,ero io ad avere il gioco in mano, il potere di farla godere o meno, avrei potuto uscire e lasciarla così,senza vita,senza linfa, senza amore.
La mia mano era ricoperta di lei,ne potevo sentire gli umori,l'odore,il profumo,le mie labbra percorrevano lentamente il resto, venne così improvvisamente nella mia bocca e nelle mie mani gridando di piacere, gridando il mio nome.
Aprii piano gli occhi, il suo sguardo mi penetrò dentro forse più delle sue mani che avrei avuto dopo dentro di me, e che mi avrebbero portato in paradiso insieme al profumo della sua pelle.
Odoravo di lei,lei di me,abbracciate ci addormentammo, l'avevo presa,mangiata,divorata,sentita,e amata.
L'avevo voluta così come lei voleva che la desiderassi e la prendessi, era stata mia.
Mia per una notte, mia per sempre nei ricordi.
Anna Mugler