Per te, per questa serata speciale, mi trasformerò in una pericolosa e seducentissima Femmina, niente abiti da bancarelle dell'usato, occhiali e capelli severamente raccolti.
Sopporterò anche il disagio delle lenti a contatto che mi fanno leggermente strabica, conferendomi uno sguardo da letto, come l'ha definito qualcuno.
Così, appena arrivata a casa dal lavoro, mi spoglio e inizio il rituale magico preparatorio a un appuntamento che aspetto da tempo e da tempo mi intriga.
Voglio stupirti e ci riuscirò: saprò eccitarti come nessuna mai.
Inizio con una doccia tiepida, lunga e rilassante, usando un sapone morbido, ma poco profumato.
Mi asciugo lentamente tamponando la pelle con delicatezza, poi verso sul palmo delle mani il mio speciale gel al sandalo, perfetto per l'occasione: ha il profumo del peccato.
Mentre lo spalmo accuratamente su tutto il corpo penso intensamente a te, immaginandomi che siano le sue mani ad accarezzarmi la pelle, mentre ripeto il tuo nome, Daniel, come un mantra, una preghiera pagana, per tutto il tempo necessario all'operazione.
Poi seduta sulla poltroncina di fronte al grande specchio ovale aspetto qualche minuto, per dare il tempo alla mia pelle di ubriacarsi con quell'odore-sapore che sa di esotica alcova clandestina.
Intanto contemplo la mia immagine: la magia del rituale preparatorio all'incontro amoroso sta funzionando, devo proseguire.
Dopo essermi velocemente sciacquata con una leggera doccia fredda mi massaggio con il latte idratante della stessa fragranza.
Ora il mio corpo è lucente e profumato, la pelle pare di seta, mi passo una mano sul ventre e penso a te: una fitta di piacere con mille farfalle che mi svolazzano dentro mi colpisce, improvvisa.
Il desiderio che mi porto da tempo nel sangue aggiungerà al profumo di sandalo quello di femmina eccitata: non potrai ignorarlo.
Penso al vestito da indossare, decido che sarò provocante e un po' mignotta, quel tanto da conferirmi un'aria sottilmente peccaminosa: opto per il l'abito rosso con una profonda scollatura sulla schiena, molto corto e aderente.
Praticamente un vestito per puffi, come dice con orrore mia sorella, arricciando il nasino delicato.
Aggiungo gli slip in tono: un velo rosato sul quale spicca ogni tanto una minuscola farfalla, simile a una macchiolina di sangue sulla pelle.
Saranno loro il mio piatto forte della serata.
Quando emergo dal vestito, in equilibrio su un paio di sandali dal tacco alto e sottile per guardarmi allo specchio grande, così lunga, rossa e succinta, mi piaccio tanto da baciarmi appassionatamente attraverso il cristallo.
Infine con il trucco leggero, in evidenza solo le labbra color rosso-lacca rese ancor più lucide dal Gloss e i capelli voluminosi ricci e sciolti in libertà, mi sento perfetta.
Il locale dove abbiamo appuntamento l'ho scelto io, lo conosco molto bene; fuori città, è raccolto, intimo, soft insomma: le luci discrete, i clienti scelti mentre il padrone, un francese di nome Antoine è un uomo di mezza età, piccoletto e tondo, molto galante che gode di tutta la mia simpatia.
Prima di entrare mi soffemo un attimo a spiare dalla vetrata, tra due grandi piante, se sei già arrivato: il cuore ha rallentato il battito al minimo di sopravvivenza, ti riconoscerò, sarai come mi aspettavo? e io ti piacerò? Perché noi fino ad ora siamo stati solo voci...
Ti riconosco subito, elegantissimo, il profilo severo e netto, intento a parlare con il cameriere: le tue mani lunghe da pianista mi agganciano il cuore, l'azzurro della camicia so già che è quello dei tuoi occhi.
Tu hai superato la prova, ora tocca a me.
Respiro fondo ed entro con aria sicura nel ristorante, accolta subito da Antoine con inchino e baciamano e un mormorare:
-Il Signore è già arrivato, madame, e la sta aspettando con impazienza-
Ci sorridiamo, complici.
Mentre mi accompagna verso il nostro tavolo non posso fare a meno di accorgemi del serpeggiare improvviso tra la popolazione maschile presente di un notevole vivace interesse nei miei confronti.
A dir la verità se gli sguardi degli uomini fossero spade, sarei già caduta stecchita dopo i primi passi.
Questo mi rincuora e tu alzi lo sguardo verso di me.
Sorridi venendomi incontro gli occhi dentro i miei. Sì, anche tu mi hai riconosciuta, nel senso più ampio della parola, ora il battito cardiaco può tornare regolare.
Impacciati ci abbracciamo, sento il tuo odore e giuro vorrei restare per sempre così come ora con la bocca contro il tuo collo.
Ma non è ancora il tempo... la cena aspetta e il regalo che ho per te ora risplende addirittura.
Non so neppure che scelgo dal menu, dopo i primi minuti di conversazion stentata ora parliamo l'uno dentro l'altro, mentre la tensione sessuale tra noi è così forte da addensare l'aria.
Eppure a parole non sfioriamo neppure l'argomento ma il pensiero è lì inamovibile, ancorato allo scoglio della voglia.
Quando arriva il filetto al pepe verde per te mentre io svogliatamente pilucco dell'insalata insapore- stai
parlando del tuo ultimo libro appena terminato- decido che è arrivato il momento di darti il mio regalo.
E' questione di un attimo e di qualche contorcimento velocissimo sfilarmi gli slip e racchiuderli nel pugno.
Poi :
-Daniel allunga una mano e aprila, ho una cosa per te-
Mi guardi curioso sorridendo e quando quel niente di rosato arriva sul tuo palmo, chiudi le dita a scatto, e io:
-Ora senti l'odore del mio desiderio, chiediti che sapore ho mentre mastichi il filetto-
Lentamente infili la mano in tasca , sei arrossito leggermente, gli occhi si stringono a fessura come quelli dei gatti e mormori:
-Non so se riuscirò a finirlo ...andiamo via, sei diabolica Fede-
Usciamo in fretta inseguiti da Antoine che costernato mi chiede che cosa non andava. Lo rassicuro con un bacio sul cranio pelato. Abbracciati arriviamo alla tua macchina: l'hai sistemata in fondo, vicino al parapetto che da sul lago:
-Ho ammirato il panorama mentre ti aspettavo- dici; benedico l'idea, qui è deserto e buio.
Mi prendi per le spalle, mi spingi contro la portiera e finalmente ci baciamo mentre le mani vanno dappertuto in febbrile ricerca. Non possiamo aspettare, non più. Ti trascino verso il parapetto, mi siedo sopra al marmo e ti afferro i fianchi tra le gambe incrociate, uncinandoti, aderendo al tuo sesso che rigido preme sotto i pantaloni.
In un attimo sei dentro di me:
-Abbracciami forte Daniel, sono sull'orlo di un precipizio...-
Il mio orgasmo è veloce e così forte da lasciarmi tramortita e appena dopo il calore del tuo seme è cibo sacro per il mio ventre affamato.
Potrebbe cascare il mondo, noi sentiamo solo i tamburi del nostro desiderio.
Ora abbiamo tutta la notte a disposizione: c'è una suite che ci aspetta al Kirkeegard Hotel...
Morgause